Velvet Goldmine

Film 1998 | Biografico 123 min.

Regia di Todd Haynes. Un film Da vedere 1998 con Ewan McGregor, Jonathan Rhys Meyers, Toni Collette, Christian Bale, Eddie Izzard. Cast completo Genere Biografico - USA, Gran Bretagna, 1998, durata 123 minuti. - MYmonetro 3,44 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 21 dicembre 2012

Protagonista è Brian Slade, scomparso in seguito a quello che avrebbe dovuto essere un finto delitto in scena. Haynes utilizza la struttura narrativa ... Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Cannes, Al Box Office Usa Velvet Goldmine ha incassato 302 mila dollari .

Consigliato sì!
3,44/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,37
CONSIGLIATO SÌ
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Protagonista è Brian Slade, scomparso in seguito a quello che avrebbe dovuto essere un finto delitto in scena. Haynes utilizza la struttura narrativa di Citizen Kane per rievocare la fine degli anni Sessanta, il glam rock e il kitch. Anche qui infatti un giornalista indaga sulla morte e sulla vita del misterioso cantante.

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Recensione di Stefano Lo Verme

Londra, 1974. Brian Slade, icona della musica rock all'apice della popolarità, durante un concerto simula il proprio omicidio; ma quando la sua messinscena viene scoperta, Slade scompare dalla circolazione. Dieci anni dopo il giornalista Arthur Stewart, che da giovane era stato un grande fan del cantante, viene incaricato di condurre un'inchiesta sulla vita di Slade e sul mistero legato alla sua fine.
Presentato al Festival di Cannes 1998, Velvet Goldmine è il terzo film diretto dal talentuoso regista Todd Haynes (co-autore anche della sceneggiatura); passata semi-inosservata all'epoca della sua uscita, col tempo la pellicola è diventata un piccolo cult, affermandosi come una delle opere cinematografiche più originali ed interessanti del decennio, difficile da classificare in un singolo genere: biografia, dramma, musical, opera rock, trionfo del kitsch... nel film di Haynes c'è tutto questo, ma anche molto di più. Il fulcro della trama è il racconto della fulminea ascesa al successo (e dell'altrettanto rapida caduta) di un immaginario idolo del rock, Brian Slade, chiaramente ispirato al celebre cantante David Bowie e al suo personaggio Ziggy Stardust (rievocato tramite l'alter-ego di Slade, Maxwell Demon). Difatti, le analogie tra la vita di Bowie e la storia di Slade sono numerosissime; il titolo stesso, Velvet Goldmine, è ripreso da un brano scritto da Bowie, mentre l'altro protagonista, il provocatorio Curt Wild, è basato sulla figura di Iggy Pop (con influenze di Lou Reed e Kurt Cobain).
Sotto l'apparenza di una biografia musicale (per quanto fittizia), l'opera può essere definita addirittura come un atipico remake di Quarto potere; la geniale trovata di Haynes, in tal senso, è stata quella di ricalcare la medesima struttura narrativa del capolavoro di Welles rielaborandola seconda un'ottica decisamente postmoderna. Il film parte proprio dal "falso omicidio" di Brian Slade (Jonathan Rhys Meyers) sul palcoscenico, che aveva segnato il suo inesorabile declino, per poi saltare a dieci anni più tardi, nel 1984, quando il giornalista Arthur Stewart (Christian Bale) riceve il compito di ricostruire gli eventi legati alla scomparsa di Slade. Arthur deciderà così di raccogliere le testimonianze delle persone che lo avevano conosciuto, come l'ex-moglie Mandy (Toni Collette); al tempo stesso, l'uomo si troverà ad intraprendere un viaggio nel passato e a ripercorrere la propria adolescenza repressa, quando la passione per Slade era stata la fonte dei suoi primi turbamenti erotici. La pellicola si sofferma soprattutto sulla descrizione del personaggio di Slade, cantante bisessuale carismatico ed eccentrico, caratterizzato da un look stravagante (capelli variopinti, costumi argentati, tacchi alti, paillettes, abiti del Settecento), e sulla sua tormentata attrazione per Curt Wild (Ewan McGregor), musicista dedito ad ogni tipo di eccesso.
Attraverso la storia di Slade, il film di Haynes ci trasporta nell'atmosfera della Londra dei primi anni '70: le mode effimere di una generazione in cerca di modelli da imitare, la diffusione del glam-rock e la sua influenza sulla rivoluzione della mentalità e dei costumi. Tutto ciò è rappresentato grazie ad una regia spiazzante e ricca di fantasia, capace di coinvolgere ed incantare lo spettatore, e che non ha timore di introdurre elementi quali sesso, nudità, orge, masturbazione, travestitismo, droga. La trasgressione, però, non risulta mai fine a se stessa, ma contribuisce a creare un'opera intelligente e venata di amarezza, che ci parla della difficoltà di vivere secondo la propria natura, del malessere giovanile, della finzione come suprema forma d'arte e della fragilità che si nasconde dietro al successo (come evidenzia in modo emblematico la progressiva autodistruzione del protagonista). Bellissima la colonna sonora, in cui diverse canzoni sono interpretate dal ventenne Jonathan Rhys Meyers, attore dal fascino androgino in grado di infondere un'ambigua sensualità al ruolo di Slade. Gli strepitosi costumi del film sono disegnati da Sandy Powell.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 5 febbraio 2016
Beatrix Kiddo

Una messinscena di un omicidio e la scomparsa di una rock star, è così che il film comincia ed è da questo episodio che la trama procede verso un finale dai tratti labirintici. Un alternarsi di salti temporali tra presente e passato, un'assonanza tra Curt Wild e il celebre esteta Oscar Wilde, di cui sono presenti nel film numerosi riferimenti, così da creare un collegamento [...] Vai alla recensione »

sabato 14 agosto 2010
MisterG

Non mi dilungherò in una recensione approfondita, perché non ci sono parole per descrivere questo film. Tutto è perfetto! Gli appassionati del glam rock gradiranno sicuramente e chi il rock non lo mastica potrà comunque apprezzare questo film, per la sua estetica curata, per il suo essere "glitter". La colonna sonora è a dir poco stupenda, e le interpretazioni [...] Vai alla recensione »

sabato 25 luglio 2009
paride86

Ritratto del fenomeno Glam Rock, nato ed eclissato velocemente, un po' come il Brian Slade del film. Forse Haynes prende un po' troppo sul serio ciò che racconta: scomodare Oscar Wilde mi sembra un tantino eccessivo per giustificare la semplicità narcisistica e il vuoto di fondo delle canzoni glam. Comunque è un bel film da vedere e i tre attori protagonisti non deludono le aspettative.

domenica 3 novembre 2013
LorenzoMeloni

(voto: 3 stelle e mezzo) Velvet Goldmine è uno sguardo penetrante ed ampio sulla cultura e la musica glam, esplose nei paesi anglosassoni a partire dai primi anni '70 e aventi prodotto alcune delle pagine più sensazionali e raffinate della storia musicale popolare del secolo scorso. Sulle spalle di tre interpretazioni titaniche si rivivono vita e filosofia, genio e dannazione di praticamente tutte [...] Vai alla recensione »

Frasi
È strano quanto appaiano belle le persone mentre vanno via.
Una frase di Mandy Slade (Toni Collette)
dal film Velvet Goldmine - a cura di Infernalia
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Lietta Tornabuoni
La Stampa

Velvet Goldmine di Todd Haynes, rievocazione dell'ascesa e della caduta d'una rock star dei primi Anni Settanta a Londra attraverso l'inchiesta compiuta quattordici anni dopo dal giornalista Christian Bale: capelli verdi, body argentati come corazze, abiti settecenteschi tutti d'oro, stivali dagli alti tacchi, nudità, paillettes, grandi collari di piume, gioielli, finti assassinii in palcoscenico. Vai alla recensione »

winner
premio per il miglior contributo artistico
Festival di Cannes
1998
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