johngarfield
|
venerdì 16 settembre 2011
|
tra sogno americano e fallimento
|
|
|
|
Tratto da un racconto breve di John Cheever, uno dei maggiori scrittori americani del '900 e girato nel 1968, il film è un esempio straordinario della caduta di un uomo e della contemporanea caduta morale di una società. L'argomento sembra alquanto sciocco e quasi bislacco: un uomo, ancora aitante ma non più giovane, decide di tornare a casa, nuotando in tutte le piscine che si incontrano, secondo una immaginaria linea retta, Ned Merrill, è il suo nome, conosce bene quei posti. Ha trascorso anni vivendo la stessa vita dei suoi vicini. Lavoro, lavoro, lavoro e, nei week end, recarsi ai "parties" che di volta in volta uno dei vicini organizza e ubriacarsi.
[+]
Tratto da un racconto breve di John Cheever, uno dei maggiori scrittori americani del '900 e girato nel 1968, il film è un esempio straordinario della caduta di un uomo e della contemporanea caduta morale di una società. L'argomento sembra alquanto sciocco e quasi bislacco: un uomo, ancora aitante ma non più giovane, decide di tornare a casa, nuotando in tutte le piscine che si incontrano, secondo una immaginaria linea retta, Ned Merrill, è il suo nome, conosce bene quei posti. Ha trascorso anni vivendo la stessa vita dei suoi vicini. Lavoro, lavoro, lavoro e, nei week end, recarsi ai "parties" che di volta in volta uno dei vicini organizza e ubriacarsi.
Il sogno americano è quello di ogni americano che si rispetti. Potersi cioè costruire una villa con piscina e organizzare ogni tanto dei cocktail-party per invitare i vicini e mostrare loro che, sì, anche lui, ha avuto successo.
Il produttore Sam Spiegel pensò a Frank Perry per dirigerlo e a sua moglie Eleanor per la sceneggiatura, ma, ad un certo punto, per divergenze artistiche (mai chiarite), licenziò Perry e assunse Sydney Pollack per rigirare alcune scene (soprattutto quella del litigio fra Ned e la sua ex-amante). Il film, una volta realizzato, non venne distribuito che un paio d'anni più tardi. Il motivo pare dovuto al fatto che si parlava di fallimento morale di un uomo di successo. Il tema del fallimento è sempre stato poison-box office in America. Guai a realizzare film del genere. Storicamente sono sempre stati flop colossali. E' la ritrosia di una nazione a guardarsi dentro e ammettere le proprie debolezze senza essere in grado di porvi rimedio. Lo stesso THE COMPANY MEN non è stato accolto così bene dal pubblico americano: eppure, in tempi come gli attuali, un film del genere era più che utile, necessario. Tornando al film in esame, Ned Merrill, pare, man mano che il film procede, vittima di una sorta di amnesia. Ricorda persone e fatti, ma non pare rendersi conto che il tempo è trascorso e sono successe tante cose. Con la sua ex-baby sitter, sembra quasi non capire che è ormai una donna, salvo poi tentare un patetico approccio, subito sventato dalla ragazza. Non sembra ricordare, poi, alcuni screzi avuti con certi vicini. Non sembra ricordare il modo vile in cui ha liquidato la sua ex-amante, cui chiede di riconciliarsi. Non sembra ricordare,infine, che non ha più una famiglia, che sua moglie e le sue figlie hanno lasciato la casa e sono andate via per sempre. Quando parla, sembra trasognato, vagheggia i bei tempi andati, quei cieli azzurri così tersi e splendenti. Poco a poco ci rendiamo conto che quest'uomo è mentalmente disturbato, che non accetta il presente e vorrebbe tornare indietro nel tempo, quando era ancora un uomo di successo; quando aveva una moglie e due figlie che lo adoravano; quando aveva un'amante appassionata, quando, insomma, tutto girava bene. Qualcosa è andato storto. Che cos'è successo? Il film non lo dice chiaramente, ma poco importa. Quel che importa è che Ned Merrill, un tempo agente pubblicitario di successo, ormai arrivato alla mezza età, non sa più chi è veramente. Tutto, nella sua vita spesa finora, è andato male. Si ritrova ora,seminudo con solo un paio di calzoncini da bagno, desideroso di arrivare a casa sua nuotando in tutte le piscine che incontra. Questo ritorno a casa vorrebbe essere un ritrovare il tempo perduto, un riallacciare vecchi rapporti, un ricucire vecchie relazioni, un riaggiustare i cocci di un presente ormai a pezzi. Ma ogni incontro è sempre più deludente. I vecchi amici ormai o sono scomparsi o non lo sono più come prima. L'ex amante lo respinge con rabbia. Alcuni conoscenti gli rimproverano la sua arroganza. Il cielo, nel frattempo, si è coperto di nubi e tra poco scoppierà un temporale. Ned arriva ora a casa, ma scopre che è vuota, miseramente e desolatamente vuota. Infreddolito, cerca di ripararsi sotto la tettoia dell'entrata e scoppia a piangere. Il fallimento di Ned è il fallimento di un modo di vivere. E' il fallimento di una società pronta a riverire gli uomini di successo e guardare con sospetto coloro che non ce l'hanno fatta. E' una società profondamente vuota di ideali, dedita a costruire il sogno americano fatto di ville e piscine, di party e barbecue, al solo scopo di mostrare di aver raggiunto la meta agognata. E' arrivata l'ora de IL LAUREATO, il film che avrebbe spazzato via la vecchia Hollywood e la vecchia società dei party e del benpensantismo piccolo borghese. Se là quest'aria nuova era evidente, qui è più nascosta ma, ad un'attenta analisi, è altrettanto chiara.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a johngarfield »
[ - ] lascia un commento a johngarfield »
|
|
d'accordo? |
|
gianleo67
|
martedì 5 novembre 2013
|
ned merrill doesn't live here anymore
|
|
|
|
Un aitante cinquantenne si inoltra, a piedi nudi e indossando solo il costume da bagno, lungo un itinerario campestre attraverso le belle piscine di vicini e conoscenti con l'intento di raggiungere, in un ideale lunga nuotata attraverso un fiume immaginario che scorre lungo la valle, la sua residenza estiva dove sostiene che lo attendano la moglie Lucinda e le sue due figlie. Tra l'accoglienza calorosa di alcuni amici, l'ostilità aperta di altri e l'incontro doloroso con una sua vecchia amante delusa arriverà verso sera varcando il cancello arrugginito della sua proprietà abbandonata. Finale amaro.
Traendo spunto dal famoso racconto di John Cheever (accreditato in un cameo del film) la signora Perry scrive per il marito Frank uno sceneggiatura che cela, sotto le mentite spoglie di un classico melodramma sociale, l'anima nera di una dolente contraddizione tra le ambizioni frustrate del sogno americano e la verità inconfessabile di un fallimento umano e professionale; la condizione residuale e tragica di un dramma sulla rimozione della memoria individuale come metafora di un inesorabile declino civile della borghesia americana.
[+]
Un aitante cinquantenne si inoltra, a piedi nudi e indossando solo il costume da bagno, lungo un itinerario campestre attraverso le belle piscine di vicini e conoscenti con l'intento di raggiungere, in un ideale lunga nuotata attraverso un fiume immaginario che scorre lungo la valle, la sua residenza estiva dove sostiene che lo attendano la moglie Lucinda e le sue due figlie. Tra l'accoglienza calorosa di alcuni amici, l'ostilità aperta di altri e l'incontro doloroso con una sua vecchia amante delusa arriverà verso sera varcando il cancello arrugginito della sua proprietà abbandonata. Finale amaro.
Traendo spunto dal famoso racconto di John Cheever (accreditato in un cameo del film) la signora Perry scrive per il marito Frank uno sceneggiatura che cela, sotto le mentite spoglie di un classico melodramma sociale, l'anima nera di una dolente contraddizione tra le ambizioni frustrate del sogno americano e la verità inconfessabile di un fallimento umano e professionale; la condizione residuale e tragica di un dramma sulla rimozione della memoria individuale come metafora di un inesorabile declino civile della borghesia americana. Dramma sociale dall'impianto anomalo, il film di Perry si nutre di un climax fortemente allusivo in cui tanto gli elementi scenografici (splendida la fotografia in technicolor di David Quaid e Michael Nebbia) di un paesaggio crepuscolare che dall'estate digrada verso le malinconie cromatiche dell'autunno quanto la sensibile ambiguità dei dialoghi concorrono a ricreare una poetica del fantastico come struttura formale del linguaggio metaforico. Nonostante la inevitabile inclinazione al patetico tanto degli elementi narrativi che nella caratterizzazione dei personaggi (i vicini buoni e condiscendenti, quelli cinici e ostili, la riluttanza dell'amante tradita, la ferocia classista del biasimo sociale dei bottegai subalterni) è un film che asseconda in modo credibile lo spirito disincantato del soggetto da cui è tratto e si affida quasi totalmente all'esuberanza teatrale di un maturo e navigato Burt Lancaster, qui in un ruolo tanto efficace quanto commercialmente sfortunato (fu un insuccesso clamoroso della Columbia). Memorabili e struggenti le musiche di Marvin Hamlisch. Ned Merrill Doesn't Live Here Anymore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianleo67 »
[ - ] lascia un commento a gianleo67 »
|
|
d'accordo? |
|
|