Adattamento cinematografico di David Lean del 1948 di Oliver Twist. Il film risulta poco fedele alla trama dell’omonimo romanzo di Dickens per una parentela inventata di sana pianta tra il piccolo Oliver ed il ricco borghese che lo aiuta per compassione e finirà per adottarlo, Mr. Brownlow, invecchiato apposta rispetto al personaggio del libro per essere un nonno credibile. Non è una modifica di poco conto e risulta fastidiosamente superflua e ridondante, aggiungendo un che di sentimentalmente melenso e fiabesco ad un’opera che invece basa la propria forza icastica su un crudo verismo. La rappresentazione impietosa di Dickens dell’altra faccia della pomposa Inghilterra vittoriana, ossia dei diseredati di ogni specie che popolavano la Londra dell’epoca, suona come un’aspra critica alla società del suo tempo.
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Adattamento cinematografico di David Lean del 1948 di Oliver Twist. Il film risulta poco fedele alla trama dell’omonimo romanzo di Dickens per una parentela inventata di sana pianta tra il piccolo Oliver ed il ricco borghese che lo aiuta per compassione e finirà per adottarlo, Mr. Brownlow, invecchiato apposta rispetto al personaggio del libro per essere un nonno credibile. Non è una modifica di poco conto e risulta fastidiosamente superflua e ridondante, aggiungendo un che di sentimentalmente melenso e fiabesco ad un’opera che invece basa la propria forza icastica su un crudo verismo. La rappresentazione impietosa di Dickens dell’altra faccia della pomposa Inghilterra vittoriana, ossia dei diseredati di ogni specie che popolavano la Londra dell’epoca, suona come un’aspra critica alla società del suo tempo. I veri protagonisti del romanzo sono le donne sfruttate nelle case di lavoro per ragazze madri, gli orfani affamati da una combriccola di ipocriti speculatori piccolo borghesi, i ladri, le prostitute e gli assassini. Lo stile di Lean, che anche in questo caso cerca di coniugare realismo e romanticismo, finisce per edulcorare l’Oliver Twist originario trasformandolo in un’innocua storia di avventura per ragazzi a scapito della violenta critica sociale in esso contenuta. Straordinario nella parte di Fagin, il capo della banda di piccoli borseggiatori, è il grande Alec Guinnes, ingiustamente accusato di antisemitismo per la sua interpretazione del personaggio, molto aderente in realtà a quello tratteggiato dallo stesso Dickens, che, prima di pentirsi e di emendare la sua opera, lo nominava semplicemente come “l’Ebreo”.
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