fedson
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martedì 19 febbraio 2013
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commedia slapstick moderna
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Regia di Gore Verbinski. Questo già basta per garantire al film quel tocco un po' bizzarro e stravagante tipico del regista. Il film proposto è una sorta di commedia slapstick moderna, ed è come vedere Stanlio e Olio nei nostri giorni alle prese con un topolino che si rivelerà, proprio come dice uno dei protagonisti, una vera catastrofe. Questo perché il topo sarà la causa di tutti i problemi che i protagonisti stessi, incarnati dall'efficente coppia Lane-Evans, saranno costretti prima a subire e poi superarli in momenti che si alternano tra la semplice commedia familiare e la commedia nera. Il risultato è quello di un film per tutti, grandi e piccoli, in grado di essere apprezzato per la semplicità degli interpreti, della storia e dello stesso topolino; il tutto realizzato secondo una regia e sceneggiatura precisa e studiata, che richiama il vecchio genere slapstick a caratteri chapliniani, il che rende il film un prodotto brillante, nonostante tutto.
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Regia di Gore Verbinski. Questo già basta per garantire al film quel tocco un po' bizzarro e stravagante tipico del regista. Il film proposto è una sorta di commedia slapstick moderna, ed è come vedere Stanlio e Olio nei nostri giorni alle prese con un topolino che si rivelerà, proprio come dice uno dei protagonisti, una vera catastrofe. Questo perché il topo sarà la causa di tutti i problemi che i protagonisti stessi, incarnati dall'efficente coppia Lane-Evans, saranno costretti prima a subire e poi superarli in momenti che si alternano tra la semplice commedia familiare e la commedia nera. Il risultato è quello di un film per tutti, grandi e piccoli, in grado di essere apprezzato per la semplicità degli interpreti, della storia e dello stesso topolino; il tutto realizzato secondo una regia e sceneggiatura precisa e studiata, che richiama il vecchio genere slapstick a caratteri chapliniani, il che rende il film un prodotto brillante, nonostante tutto. Brillante proprio come l'idea di usare una grande e decrepita casa come campo di battaglia tra i fratelli Smuntz (Nathan Lane e Lee Evans che diventano veri e propri cartoni animati) e il topo (le cui comparse vengono sempre presentate da quell'humor inglese stuzzicante); e l'inventare personaggi eccentrici, dal disinfestatore (Christopher Walken) al ricco proprietario di case. Nella versione italiana il merito va anche al buon doppiaggio svolto da Ranieri (Lane) e De Girolamo (Lars).
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great steven
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lunedì 8 giugno 2015
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debutto poco incoraggiante per mancanza di tessuto
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UN TOPOLINO SOTTO SFRATTO (USA, 1997) diretto da GORE VERBINSKI. Interpretato da NATHAN LANE, LEE EVANS, VICKI LEWIS, MAURY CHAYKIN, CHRISTOPHER WALKEN, ERNIE SABELLA, ERIC CHRISTMAS, MICHAEL JETER, WILLIAM HICKEY
Due fratelli sfortunati, alla morte del padre, ne ereditano la fabbrica di spago, dotata di attrezzature arretrate e con numerosi problemi economici, oltre ad una malridotta casa agreste di cui ignoravano l’esistenza. Ernie lavora come chef in un ristorante di lusso e vorrebbe vendere tutto, mentre Lars è impiegato nell’industria e desidererebbe proseguire l’attività di famiglia. Ma le cose, per i due parenti, non vanno per il verso giusto: un incidente gastronomico comporta il licenziamento di Ernie, mentre Lars viene lasciato dalla moglie per la sua volontà di non vendere la fabbrica ad una multinazionale italoamericana.
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UN TOPOLINO SOTTO SFRATTO (USA, 1997) diretto da GORE VERBINSKI. Interpretato da NATHAN LANE, LEE EVANS, VICKI LEWIS, MAURY CHAYKIN, CHRISTOPHER WALKEN, ERNIE SABELLA, ERIC CHRISTMAS, MICHAEL JETER, WILLIAM HICKEY
Due fratelli sfortunati, alla morte del padre, ne ereditano la fabbrica di spago, dotata di attrezzature arretrate e con numerosi problemi economici, oltre ad una malridotta casa agreste di cui ignoravano l’esistenza. Ernie lavora come chef in un ristorante di lusso e vorrebbe vendere tutto, mentre Lars è impiegato nell’industria e desidererebbe proseguire l’attività di famiglia. Ma le cose, per i due parenti, non vanno per il verso giusto: un incidente gastronomico comporta il licenziamento di Ernie, mentre Lars viene lasciato dalla moglie per la sua volontà di non vendere la fabbrica ad una multinazionale italoamericana. Costretti a vivere nella scassata casa di campagna, scoprono che è abitata da un inquilino inaspettato e sorprendentemente scaltro: un roditore capace di eludere qualunque tentativo, gattesco e non, di eliminarlo. I due fratelli le provano tutte per toglierlo di mezzo, ma il furbo animaletto riesce sempre ad imbrogliarli, sopravvivendo alle trappole, ad un gatto famelico e ad uno strampalato disinfestatore. Ma più avanti, dopo che il topolino è stato inviato alle Hawaii ma è ritornato indietro per un problema burocratico, Lars ed Ernie faranno amicizia con lui grazie ad un’idea a dir poco geniale che permetterà ai due uomini di salvare la fabbrica dal fallimento e darle nuova linfa vitale. Esordio sul grande schermo di G. Verbinski, e non è dei più eclatanti: abbiamo a che fare con una commediola che non va al di là di qualche gustosa risata, costruita soprattutto sulla caterva inesauribile di disgrazie che affliggono i due protagonisti, scalognati ben oltre ogni ragionevole prospettiva, e la storia non sviluppa un filo narrativo coerente perché perde troppo tempo ad accumulare le gag e le iperboli comiche finendo per dimenticare uno svolgimento chiaro e ben architettato. Se non altro, vale la pena di vederlo per la recitazione paradossale e grottesca di N. Lane, statunitense dalla corporeità buffonesca ed elastica, e di L. Evans, britannico dalla mimica sopra le righe: il merito del divertimento che la pellicola riesce comunque a regalare anche solo in parte lo si deve interamente a loro. Il regista saprà poi rifarsi abbondantemente con la trilogia dei Pirati dei Caraibi, che resta, fino a prova contraria, il suo lavoro migliore realizzato finora. Per interpretare l’imprendibile e redivivo topolino, sono stati utilizzati ben sessanta animali (addestrati da Boone Narr), un pupazzo meccanico (costruito da Stan Winston) e immagini digitali (della Rythm and Hues). Perfino C. Walken, relegato in un ruolo secondario che decisamente non gli si confà, appare sottotono e assolutamente sprecato per un filmetto spassoso di seconda categoria che, benché faccia propria l’arte della catastrofe calcolata, non presenta una conoscenza premeditata e adeguata dei tempi comici, soprattutto in virtù del fatto che scade troppe volte in imperdonabili banalità vecchie come il cucco, che non vale nemmeno la pena di citare. Almeno le suggestive musiche del maestro Alan Silvestri contribuiscono ad alzare un po’ la media. Lane ed Evans, coppia affiatata e lanciatissima in un duetto esilarante, ricordano abbastanza da vicino, per come condividono la scena e per le differenze caratteriali-personali, Laurel & Hardy, i quali però, ai loro tempi d’oro, si limitavano alle due bobine (venti minuti circa).
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