Commodo non è per nulla simpatico agli sceneggiatori e ai soggettisti del genere storico-mitologico italiano. Non che il soggetto non lo meritasse, visti gli eccessi raccontati da gran parte degli storici, ma è curioso che proprio contro di lui si scatenino eroi di fantasia come accade, per esempio, in Ursus, il gladiatore ribelle di Domenico Paolella, o insurrezioni popolari, mentre imperatori più sanguinari abbiano passato indenni l’epopea del “peplum”. Sono i misteri dell’ispirazione. Tra l’altro dal punto di vista rigorosamente storico-cronachistico il tutt’altro che buono Commodo solo due anni dopo la sua morte verrà riabilitato dall’imperatore Settimio Severo che ne ordinerà la cosiddetta “apoteosi” passando dalla condizione di “nemico dello Stato” a quella di “divus”, cioè dio.
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Commodo non è per nulla simpatico agli sceneggiatori e ai soggettisti del genere storico-mitologico italiano. Non che il soggetto non lo meritasse, visti gli eccessi raccontati da gran parte degli storici, ma è curioso che proprio contro di lui si scatenino eroi di fantasia come accade, per esempio, in Ursus, il gladiatore ribelle di Domenico Paolella, o insurrezioni popolari, mentre imperatori più sanguinari abbiano passato indenni l’epopea del “peplum”. Sono i misteri dell’ispirazione. Tra l’altro dal punto di vista rigorosamente storico-cronachistico il tutt’altro che buono Commodo solo due anni dopo la sua morte verrà riabilitato dall’imperatore Settimio Severo che ne ordinerà la cosiddetta “apoteosi” passando dalla condizione di “nemico dello Stato” a quella di “divus”, cioè dio. Tornando al film, Sergio Grieco fa del suo meglio pur disponendo di un budget estremamente risicato utilizzando i set, le strutture e gran parte degli attori de L’incendio di Roma di Guido Malatesta girato pressoché in contemporanea. La storia, convincente e scorrevole nonostante l’assenza di veri e propri agganci storici non manca di colpi di scena e di ingegnose trovate. Rispetto ad altre pellicole del genere questa volta i cristiani non si limitano a rimanere sullo sfondo della lotta di potere ma partecipano alla sommossa organizzata e diretta da Lang Jeffrey nei panni del Console Marco contro un sempre più odioso e crudele Commodo interpretato da Enzo Tarascio, qui esageratissimo e folle. Il film, distribuito in vari paesi mantiene nella versione anglofona (Sword of the empire) il titolo originale mentre in quella francofona diventa l’improbabile Centurions contre gladiateurs (Centurioni contro gladiatori).
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