giuseppe zampini
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domenica 13 marzo 2005
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lotta non violenta
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Nel 1977 il Salvador è sottosopra: il vescovo Romero non approva i preti guerriglieri, e nello stesso tempo si mette contro il regime appoggiato dall'esercito, che tortura e uccide. La sua è una azione non violenta, una continua denuncia della violazione dei diritti umani e nello stesso tempo un coscientizzare il popolo dei suoi diritti. Durante la messa, Romero accusa il regime e invoca la pace nel paese lacerato dalla lotta civile. La sua vita ormai è minacciata e un assassino prezzolato gli spara in chiesa sotto gli occhi dei fedeli.
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nick castle
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domenica 3 luglio 2011
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ottimo film di denuncia sociale...
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Uno tra i più bei film drammatici di sempre. Romero di John Duigan, regista australiano di origini britanniche, ripropone in modo più completo il regime dittattoriale di "El Salvador", che era stato esplorato da diversi punti di vista in "Salvador" di Oliver Stone, ma questa volta soffermandosi sulle gesta dell'arcivescovo Romero ( che nel precedente "Salvador" ricopriva un ruolo meno importante), ucciso nel 1980 mentre celebrava una messa. Anche per chi come me, che non crede nell'apparato ecclesiastico, il film non può non smuovere comunque una riflessione emotiva e attenta su quello che può essere la fede e la speranza, in un paese dove la morte è presente in modo così ravvicinato a tutti, dove la libertà è negata e strappata via, e dove la semplice vita non è vita.
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Uno tra i più bei film drammatici di sempre. Romero di John Duigan, regista australiano di origini britanniche, ripropone in modo più completo il regime dittattoriale di "El Salvador", che era stato esplorato da diversi punti di vista in "Salvador" di Oliver Stone, ma questa volta soffermandosi sulle gesta dell'arcivescovo Romero ( che nel precedente "Salvador" ricopriva un ruolo meno importante), ucciso nel 1980 mentre celebrava una messa. Anche per chi come me, che non crede nell'apparato ecclesiastico, il film non può non smuovere comunque una riflessione emotiva e attenta su quello che può essere la fede e la speranza, in un paese dove la morte è presente in modo così ravvicinato a tutti, dove la libertà è negata e strappata via, e dove la semplice vita non è vita. A tratti, John Duigan assume un stile tipicamente documentaristico, il che non guasta neanche un po'. Ottimo Raul Julia.
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