samanta
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lunedì 8 febbraio 2021
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il pilota supersonico
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Il film, un brillante Technicolor e Cinemascope, ha un titolo italiano semplicemente idiota (in originale Jet Pilot), mentre invece si tratta di una pellicola interessante. Innanzitutto il produttore era Howard Hughes miliardario (in $), industriale della palstica, pioniere dell'industria aereonautica, magnate del cinema (la sua vita ispirò: Aviator, L'uomo che non sapeva amare), sesso dipendente ebbe numerosi flirt con star del cinema (Bette Davis, Joan Crawford, Katharine Hepburn, Gene Tierney, Janet Leigh) e innumerevoli starlette. Questo film fu il preferito tra quelli da lui prodotti (Angeli dell'inferno, Scarface, Duello sulla Sierra, Madre) e pare che lo guardasse in continuazione, le riprese e il montaggio terminarono nel maggio 1951, ma il film fu rimaneggiato da Hughes negli anni seguenti e uscì in sala solo nel 1957 quando il magnate vendette la sua casa cinematografica alla Paramount.
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Il film, un brillante Technicolor e Cinemascope, ha un titolo italiano semplicemente idiota (in originale Jet Pilot), mentre invece si tratta di una pellicola interessante. Innanzitutto il produttore era Howard Hughes miliardario (in $), industriale della palstica, pioniere dell'industria aereonautica, magnate del cinema (la sua vita ispirò: Aviator, L'uomo che non sapeva amare), sesso dipendente ebbe numerosi flirt con star del cinema (Bette Davis, Joan Crawford, Katharine Hepburn, Gene Tierney, Janet Leigh) e innumerevoli starlette. Questo film fu il preferito tra quelli da lui prodotti (Angeli dell'inferno, Scarface, Duello sulla Sierra, Madre) e pare che lo guardasse in continuazione, le riprese e il montaggio terminarono nel maggio 1951, ma il film fu rimaneggiato da Hughes negli anni seguenti e uscì in sala solo nel 1957 quando il magnate vendette la sua casa cinematografica alla Paramount. La regia è del celebre Josef von Sterberg (Angelo azzurro, Venere bionda, I misteri di Shangai), ma ci misero la mano: John Furthman, Don Siegel e tanti altri non accreditati, l'influenza del regista viennese è comunque evidente nei toni di commedia brillante molto presenti nella pellicola.
La trama (ricorda Ninotchka): un'aviatrice sovietica (Janet Leigh) fugge con il suo caccia in USA in una base aerea comandata dal colonnello Jim Shannon (John Wayne), il suo superiore generale Black (Jay C. Flippen noto caratterista. Winchester 73, Terra Lontana) e i servizi segreti gli affidano la ragazza con il compito di scoprire se sia una spia o effettivamente cerchi la libertà. In realtà è una spia ma che ha simpatia per Jim, ricambiata , ma lui se ne accorge e quando apprende dai superiori che la vogliono espellere, la sposa e finge (anche con lei) di disertare per fare la spia in URSS. A farla breve gli agenti comunisti sospettano che Jim sia una spia e gli fanno il trabocchetto di collaudare un prototipo di aereorazzo , per poi farlo cadere, ma Jim fugge con quel mezzo in una base abbandonata raggiunto da Anna che guida un caccia e con questo aereo fuggono in USA vanamente inseguiti, con lei convinta di scegliere definitivamente la libertà.
E' un film interessante con 2 momenti diversi: il primo di commedia brillante, il secondo quello aereo con duelli e voli acrobatici particolarmente suggestivi e ben diretti, tra l'altro il prototipo guidato da Jima è in realtà l'originale BELL- X-1, il primo aereo supersonico dell'aviazione americana, guidato nel film, come controfigura, da Chuck Yaeger il primo pilota che lo guidò. Però le due parti non si amalgano troppo , come il finale con Anna che abbatte nella fuga 2 aerei sovietici dopo entusiasmanti acrobazie. Superficiale la presa in giro del regime sovietico: Stalin quando fu girato era ancora vivo e milioni di persone soffrivano nei GULAG, il regime avrà avuto aspetti ridicoli ma la popolazione era terrorizzata (20 milioni di morti!). Una sorpresa del film è la recitazione dei 2 protagonisti John Wayne e Janet Leigh (all'inizio della sua carriera, dopo verranno Psyco, Va e uccidi) che sebbene assai diversi recitano, non solo bene ma risultano una coppia affiatata e simpatica. I dialoghi e le battute sono azzeccate, anche se qua e la ci sono smagliature nella trama e nella sceneggiatura: troppe mani avevano messo le mani nella direzione. Bravi i comprimari, specie Jay C. Flippen, splendidi i colori e la fotografia.
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elgatoloco
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giovedì 23 maggio 2019
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favoletta degli anni di guerra fredda
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Anche in epoca di Joseph Mc Carthy, occhiuto e fanatico senatore che"vedeva rosso dappertutto", anche e soprattutto dove il colore non era quello, questo"Jet Pilot"(1957, almeno per la distribuzione, regia di Josef von Sternberg edi Jules Furthman, autorizzato solo come sceneggiatore ma, sembra , stretto collaboratore del grande autore di"Der Blaue Engel"(L'angelo azzurro), capolavoro del 1930 con Marlene Dietrich, poteva "passare"la censura e si capisce perché: iper-anticomunista, mostra un regime URSS(che certo non era tenero, sappiamo)come un vero e proprio "impero del male", certo con toni da commediola rosa, con tanto di happy end, nonostante tutto.
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Anche in epoca di Joseph Mc Carthy, occhiuto e fanatico senatore che"vedeva rosso dappertutto", anche e soprattutto dove il colore non era quello, questo"Jet Pilot"(1957, almeno per la distribuzione, regia di Josef von Sternberg edi Jules Furthman, autorizzato solo come sceneggiatore ma, sembra , stretto collaboratore del grande autore di"Der Blaue Engel"(L'angelo azzurro), capolavoro del 1930 con Marlene Dietrich, poteva "passare"la censura e si capisce perché: iper-anticomunista, mostra un regime URSS(che certo non era tenero, sappiamo)come un vero e proprio "impero del male", certo con toni da commediola rosa, con tanto di happy end, nonostante tutto... Una storia d'amore, in una commedia non può finire male, in specie se il protagonista è uno spericolato e patriottico(chi se non John Wayne, legnoso ma abbastanza autoironico per interpretare la parte)colonnello USA e lei un'aviatrice russa, inviata come spia ma che si innamorata del colonnelllo e anche del suo"american way of life"...Roba da intraprendere "viaggi di redenzione"per promuovere film come questo. Da apprezzare un certo garbo, più nelle corde di Jenat Leigh, altre volte interprete hitchockiana apprezzata, che del suo "compagno"di genere maschile. Commedia a due come un tempo comunque si sapevano fare, abitudine ormai decisamente persa a favore di sciocchezze pseudosentimentali e pseudo.non si sa bene che cosa oppure rinchusa in cassetti/ scrigni imperscrutabil a cui attingono, ormai, in pochissimi e quasi mai. Certo, si sente l'atmosfera da guerra fredda, su cui si scherza con molta prudenza, perché non si deve offendere la "grandezza"(non solo nel senso dell'estensione) degli States, ma neppure creare incidenti diplomatici o peggio con l'URSS, dove forse il film in questione non si è mai visto.... E il gioco riesce, con molti brani filmici(ossia molte scene, ma in qualche modo unite tra loro) forse inutilizzati e non disturbano nemmeno le parti incentrate su acrobazie aeronautiche, appunto, anche perché non sono, sia detto con chiarezza, troppe o troppo insistenti... El Gato
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fabio secchi frau
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lunedì 29 agosto 2005
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il pilota razzo e la bella siberiana
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IL PILOTA RAZZO E LA BELLA SIBERIANA
Il Colonnello Shannon (con il duro e massiccio volto di un John Wayne che ha smesso i panni del pistolero) lavora presso una base dell’aviazione americana in Alaska deve fare i conti con Anna, una pilota russa (una non convincente Janet Leigh) che è atterrata nel loro campo base chiedendo asilo politico. Ma Anna è sincera o sta cercando solo di fare il doppio gioco in favore della sua patria? A scoprire le carte di questa Mata Hari con le ali sarà proprio Jonh Wayne che prima se ne invaghisce, la sposa, e poi si fa espellere con lei dall’America, finendo in Siberia.
Uno dei peggiori film di Sternberg che fa rimpiangere i melodrammi intimisti di L’angelo azzurro e quelli più romantici di Marocco, entrambi con Marlene Dietrich.
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IL PILOTA RAZZO E LA BELLA SIBERIANA
Il Colonnello Shannon (con il duro e massiccio volto di un John Wayne che ha smesso i panni del pistolero) lavora presso una base dell’aviazione americana in Alaska deve fare i conti con Anna, una pilota russa (una non convincente Janet Leigh) che è atterrata nel loro campo base chiedendo asilo politico. Ma Anna è sincera o sta cercando solo di fare il doppio gioco in favore della sua patria? A scoprire le carte di questa Mata Hari con le ali sarà proprio Jonh Wayne che prima se ne invaghisce, la sposa, e poi si fa espellere con lei dall’America, finendo in Siberia.
Uno dei peggiori film di Sternberg che fa rimpiangere i melodrammi intimisti di L’angelo azzurro e quelli più romantici di Marocco, entrambi con Marlene Dietrich. Girato in sette settimane nel 1950, ma uscito con ben sette anni di ritardo per via di montaggi e rimontaggi, tagliuzzamenti vari e aggiunte di sequenze acrobatiche aeree (di james Wilkinson) che rendono il film ancora più pesante e difficile da seguire, la pellicola è stata prodotto da Howard Hughes (1905-1976), magnate dell’industria cinematografica con il pallino degli aerei (il che spiega il motivo di un ulteriore montaggio con delle scene aeree).
Il film è mediocre, confuso nella trama e a tratti cade anche nel patetico, soprattutto per la palese propaganda anticomunista e antisovietica (nei titoli di testa figurano fra i protagonisti l’UNITED STATES AIR FORCE!!!) che viene mascherata da un’ingenuotta commedia in cui il regista spesso perde le redini, per riaccendersi solo in certe scene dove si sottolinea la malizia erotica tipica del grande cineasta.
John Wayne è perfetto nel ruolo del militare, un po’ meno perfetta Janet Leigh che nei panni della russa lascia un po’ a desiderare. Bravo il resto del cast, incantevole la fotografia (è il primo film con il TECNICOLOR del regista) e la scenografia affidata alle sapienti mani di Darrell Silvera e Harley Miller. Decisamente la salvare i costumi di Michael Woulfe. pessima la sceneggiatura che qui e lì dà qualche sferzata di vita (ma più di lì che di qui) e un po’ assente la regia.
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