Partendo da un fatto di cronaca, Piscicelli mette in scena – nel senso teatrale del termine – il (melo)dramma di due due donne amanti in un paese del napoletano, tra pregiudizi e miseria.
Lo fa raffreddando la materia con un approccio quasi documentaristico, in presa diretta, ma servendosi al contempo sia degli stilemi della sceneggiata napoletana sia della lezione alta di certe opere di Eduardo De Filippo.
Ne sortisce un film classico, pur con scelte registiche spiazzanti come gli inserti delle scene erotiche, che appaiono in verità non del tutto giustificati narrativamente.
Ma ne sortisce anche un film “antropologico”, nella misura in cui riproduce le dinamiche sociali di un contesto rurale, dalle radici arcaiche, eppure già in transizione verso un modello urbano.
[+]
Partendo da un fatto di cronaca, Piscicelli mette in scena – nel senso teatrale del termine – il (melo)dramma di due due donne amanti in un paese del napoletano, tra pregiudizi e miseria.
Lo fa raffreddando la materia con un approccio quasi documentaristico, in presa diretta, ma servendosi al contempo sia degli stilemi della sceneggiata napoletana sia della lezione alta di certe opere di Eduardo De Filippo.
Ne sortisce un film classico, pur con scelte registiche spiazzanti come gli inserti delle scene erotiche, che appaiono in verità non del tutto giustificati narrativamente.
Ma ne sortisce anche un film “antropologico”, nella misura in cui riproduce le dinamiche sociali di un contesto rurale, dalle radici arcaiche, eppure già in transizione verso un modello urbano.
Con tutte le contraddizioni conseguenti.
[-]