ultimoboyscout
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giovedì 2 dicembre 2010
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concilia?
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Il film in se per se è carino ma niente di eccezionale. Era comunque moderno per i tempi, metteva in luce un certo malcostume (tipicamente romano, ancora esistente) e una certa maleducazione (tipicamente italiana, ancora esistente pure questa). Uno dei casi in cui due attori, Sordi e Fabrizi, si incollano sulle proprie spalle tutto il peso del film rubando la scena con la loro smisurata bravura e simpatia. El magùn...
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great steven
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mercoledì 21 agosto 2013
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quattro vigili nella cornice metropolitana di roma
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GUARDIA, GUARDIA SCELTA, BRIGADIERE E MARESCIALLO (IT, 1956)
Diretto da MAURO BOLOGNINI. Interpretato da ALBERTO SORDI – PEPPINO DE FILIPPO – ALDO FABRIZI – GINO CERVI – NINO MANFREDI – VALERIA MORICONI – TIBERIO MITRI – RICCARDO GARRONE
Le vicende di quattro tutori della legge in divisa appartenenti ad un corpo dei vigili urbani che si riunisce periodicamente per suonare brani di Rossini come un’orchestra di paese: A. Sordi (il timpanista) vi compare come l’implacabile dispensatore di contravvenzioni che, credendo di conoscere a manetta il francese, viene bocciato all’esame per interpreti; c’è P.
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GUARDIA, GUARDIA SCELTA, BRIGADIERE E MARESCIALLO (IT, 1956)
Diretto da MAURO BOLOGNINI. Interpretato da ALBERTO SORDI – PEPPINO DE FILIPPO – ALDO FABRIZI – GINO CERVI – NINO MANFREDI – VALERIA MORICONI – TIBERIO MITRI – RICCARDO GARRONE
Le vicende di quattro tutori della legge in divisa appartenenti ad un corpo dei vigili urbani che si riunisce periodicamente per suonare brani di Rossini come un’orchestra di paese: A. Sordi (il timpanista) vi compare come l’implacabile dispensatore di contravvenzioni che, credendo di conoscere a manetta il francese, viene bocciato all’esame per interpreti; c’è P. De Filippo (al basso tubo) che fa il ruolo del musicista dilettante alla ricerca spasmodica della melodia perfetta; A. Fabrizi (al triangolo) è un quieto padre di famiglia che organizza il matrimonio della figlia con un giovane pugile (T. Mitri in realtà già allora in pensionamento dalla carriera agonistica), ma è costretto a scommettere contro di lui secondo il comune orientamento del suo reparto; v’è infine un severo e austero G. Cervi nella parte del maresciallo coordinatore delle attività poliziesche e direttore della banda. Buon successo quando uscì, è uno dei tanti esempi di film italiano degli anni 1950 che centra il bersaglio della brava comicità percorrendo il sentiero della semplicità e privilegiando i momenti di recitazione corale senza ledere le performance individuali, anche se il disegno dei personaggi non va al di là del macchiettismo cabarettistico e l’intreccio, benché permetta di seguire con precisione i vari episodi, non aggiunge nulla di caratteristico o abbellente al fattore interessante della storia. Le scene più riuscite, comunque, sono l’interrogazione di francese, il conseguente malinteso col ciclista della stessa nazionalità, le elucubrazioni canticchiate dell’aspirante compositore e l’incontro di boxe, oltre alla colonna sonora (firmata da Carlo Rustichelli) che emerge nell’epilogo e nel prologo con tutti i vigili-musicisti che suonano insieme. Fino al 1959 incassò fino a 434 milioni di lire del vecchio conio.
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elgatoloco
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lunedì 27 luglio 2020
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beh, insomma...uno sketch più che un film
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"Guardia, guardia scelta, Brigadiere e maresciallo"(Mauro Bolognini, 1956, scritto da Paolo Frascà per il soggetto e dalla premiata ditta Roggero Maccari-Ettore Scola-non ancora regista, all'epoca)per la sceneggiatura, è un film comico francamente debole, labile come uno sketch. che avrebbe potuto essere da teatro"di varietà"(alias quasi=avanspettacolo, all'epoca)o adatto alla nascente TV, mentte per un film, francamente, è troppo poco, visto il metraggio, comunque normale per un film, intendendo, naturalmente il lungometraggio.. Aveva ragione un critico dell'epoca che lo identificava tra i"cascami"(brutto a dirsi, certo, ma verosimile)del neorealismo virato in chiave comica("Poveri ma belli", quello l'ambito semantico in cui è collocabile)con scarsa originalità.
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"Guardia, guardia scelta, Brigadiere e maresciallo"(Mauro Bolognini, 1956, scritto da Paolo Frascà per il soggetto e dalla premiata ditta Roggero Maccari-Ettore Scola-non ancora regista, all'epoca)per la sceneggiatura, è un film comico francamente debole, labile come uno sketch. che avrebbe potuto essere da teatro"di varietà"(alias quasi=avanspettacolo, all'epoca)o adatto alla nascente TV, mentte per un film, francamente, è troppo poco, visto il metraggio, comunque normale per un film, intendendo, naturalmente il lungometraggio.. Aveva ragione un critico dell'epoca che lo identificava tra i"cascami"(brutto a dirsi, certo, ma verosimile)del neorealismo virato in chiave comica("Poveri ma belli", quello l'ambito semantico in cui è collocabile)con scarsa originalità. Direi anche che, caratteri a parte e interpreti comunque di grande spessore a parte, su cui comunque il film era stato, chiaramente, ritagliato, qui c'è poco o nulla, salvo i classici litigi e le piccole invidie tra colleghi(qui, appunto, polizia stradale-vigili)alle prese con il caotico traffico romano, con un Sordi, comunque"spettacolare"che sogna sempre, a parte l'impegno musiclae, il traffico del Nord più ordinato, ma poi, trasferito"per punizione"(troppo ligio nel fare le multe a tutti, anche a "very important persons")a Milano, in un maccheronico milanese rimpiange Roma, per non dire di quando, nel suo pessimo francese(era stato bocciato al relativo esame per vigili)non sa spiegare a due turisti dove sia la"rue Merulana", mentre la sua collega di lezioni prviate da un'anziana prof. , govnaissima studentessa glielo spiega senza meno(e Sordi all'esame?Better as here, in quanto"Le jardin de la soeur de ma mère", al posto di"Le jardin de ma tante"tradurrebbe"Il giordino di mia zia"---!). Poi Gino Cervi, Peppino de Fillippo, presunto compostiore del nuovo inno musicale dei vigili, scopiazzando sorpattuttro di arie verdiane,: Ma spettacolare anche Aldo Fabrizi, impegnato nella querelle anche quale padre di una ragazza che va sposa a un pugile non proprio, ma quasi"brocco"(ammesso che si dica per i boxeurs, je ne sais pas), mentre Nino Manfredi, di cui pure s'intravedeva la brabura estrema rimane un po'sacrificato. Tra gli/le altri/e Valeria Moriconi, Riccardo Garrone, Mario Brega. Film d'attori, dove questi ultimi salvano decisamente il film, che francamente non sarebbe trascedente, per usare un eufemismo-ma erano film realizzati in poco tempo, un po'aderendo/ottemperando alla logica del"boom", che richiedeva grande velocità nello scrivere e girare movies. El Gato
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