folignoli
|
lunedì 15 agosto 2011
|
sceneggiatura debole
|
|
|
|
Soggetto e sceneggiatura al di sotto delle aspettative. Commedia scialba, con personaggi goffi e inverosimili. Plot del film troppo debole: il padre di Simon muore e deve essere sepolto n Germania, accanto alla tomba della sua prima moglie (di cui pochi sanno l'esistenza). Viaggio on the road dove succedono alcuni contrattempi, al limite del banale. La regia è buona, molto tecnica e con uno stle raffinato, ma non basta per salvare questa storia spenta e finta. Bello il finale con tutti i personaggi che ballano.
|
|
[+] lascia un commento a folignoli »
[ - ] lascia un commento a folignoli »
|
|
d'accordo? |
|
angelo umana
|
mercoledì 21 luglio 2010
|
inconsistente
|
|
|
|
E' niente più che una commediola, un divertissement, però penso che se si guarda un film così per passare un buon relax, cercando magari il divertente ... poi non si torna al cinema per un pò, come avviene pure se si vede un film perché tanto decantato dal battage pubblicitario (Baaria?). Qualche sorriso si è fatto, vedendolo, qualche elemento importante buttato là (Gaza e lo stato palestinese, gli incubi della shoah) giusto forse per dargli un valore in più, ma ahimé è proprio inconsistente. Situazioni paradossali o angosciose e il viaggio: questi elementi ricordano Mihaileanu (Train de vie e Il Concerto). Niente di più, finisce proprio come uno spettacolino delle Folies Bergères.
[+] ma i film li guardi come se mangiassi un gelato?
(di pcologo)
[ - ] ma i film li guardi come se mangiassi un gelato?
|
|
[+] lascia un commento a angelo umana »
[ - ] lascia un commento a angelo umana »
|
|
d'accordo? |
|
100spindle
|
lunedì 3 maggio 2010
|
che roba e'?
|
|
|
|
ASSOLUTAMENTE INGUARDABILE. NON SONO RIUSCITO A FINIRLO.
PERSONAGGI AL LIMITE DELL'IDIOZIA, STORIA ALTRETTANTO EBETE E LUOGHI COMUNI A IOSA.
PROBABILMENTE SONO TROPPO CONFORMISTA E NON RIESCO A CAPIRE L'ARTE IN UN FILM DEMENZIALE CHE VORREBBE RAPPRESENTARE SPEZZONI DI REALTA'. QUALCUNO DAVVERO CREDE CHE AL MONDO POSSA ESISTERE QUALCUNO CHE PARLA, SI MUOVE O AGISCE COME SIMON KONIANSKY E I SUOI FAMILIARI. IO NON CREDO MA SE DOVESSORO ESISTERE MI SENTO SINCERAMENTE IN PENA PER LORO.
|
|
[+] lascia un commento a 100spindle »
[ - ] lascia un commento a 100spindle »
|
|
d'accordo? |
|
paolorol
|
lunedì 26 aprile 2010
|
umorismo ebraico al top
|
|
|
|
-"vorrei diventare ebreo"
-" a che scopo?"
-"così potrei finalmente fare battute anti ebraiche senza paura di essere tacciato di antisemitismo"
E' una nota battuta ebraica.
Wald è ebreo e può pertanto mettere impunemente alla berlina i difetti degli ebrei, quelli che tutti conosciamo. Lo fa con leggerezza, in questa commedia agra ed irriverente, che diverte e non annoia mai, grazie all'ottima galleria di caratteri ben interpretata e diretta e soprattutto all'ottima sceneggiatura, fedele ai canoni classici dell'umorismo ebraico. Graffiante e leggera allo stesso tempo. La trama c'è ma non è così importante, si tratta di una commedia che mira a far divertire gli spettatori, piuttosto che spingerli a profonde riflessioni.
[+]
-"vorrei diventare ebreo"
-" a che scopo?"
-"così potrei finalmente fare battute anti ebraiche senza paura di essere tacciato di antisemitismo"
E' una nota battuta ebraica.
Wald è ebreo e può pertanto mettere impunemente alla berlina i difetti degli ebrei, quelli che tutti conosciamo. Lo fa con leggerezza, in questa commedia agra ed irriverente, che diverte e non annoia mai, grazie all'ottima galleria di caratteri ben interpretata e diretta e soprattutto all'ottima sceneggiatura, fedele ai canoni classici dell'umorismo ebraico. Graffiante e leggera allo stesso tempo. La trama c'è ma non è così importante, si tratta di una commedia che mira a far divertire gli spettatori, piuttosto che spingerli a profonde riflessioni. Riesce a toccare persino argomenti tabù, come i lager, riuscendo a far commuovere e allo stesso tempo divertire. Storia on-the-road purtroppo sottovalutata dalla critica e mal pubblicizzata e distribuita. Peccato, un'altra perla dell'odierna cinematografia. Non si potrà mai dire che l'indistria cinematografica è in crisi finchè saranno girati film come questo, in grado di competere ad armi quasi pari coi fratelli Cohen e Woody Allen. Da vedere e da consigliare a tutti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a paolorol »
[ - ] lascia un commento a paolorol »
|
|
d'accordo? |
|
ultimoboyscout
|
sabato 24 aprile 2010
|
fichissimo!
|
|
|
|
Anche 3 stelle e mezzo, mi è piaciuto da matti! I film commedie-comici-brillanti-grotteschi che hanno per protagonisti gli ebrei sono tutti bellissimi ed assolutamente esilaranti! Tutti i luoghi comuni (avarizia,circoncisione, ecc...) sono sottilineati ed esaltati in maniera lampante. Ed anche questo non manca di far ridere ma anche pensare, con un b ravissimo Jonathan Zaccai nei panni di Simon. Molto sottovalutato dai media e dalla grande distribuzione cinematografica.
|
|
[+] lascia un commento a ultimoboyscout »
[ - ] lascia un commento a ultimoboyscout »
|
|
d'accordo? |
|
g_andrini
|
domenica 18 aprile 2010
|
sarcastico, ironico
|
|
|
|
Più che piacevole. La visione scorre via leggera, senza intoppi. E' una visione retorica della vita di un giovane ebreo moderno, consapevole dei limiti dell'ebraismo tradizionale. E' una pellicola intelligente, che mette in risalto le incongruenze di una visione della vita ottusa. Brava la produzione, che ha saputo cogliere nel segno. Consigliato.
|
|
[+] lascia un commento a g_andrini »
[ - ] lascia un commento a g_andrini »
|
|
d'accordo? |
|
matteobaldan
|
venerdì 16 aprile 2010
|
commedia popolare arguta, che si lascia guardare
|
|
|
|
La critica che al Festival di Roma, sezione Extra, ha salutato con favore il film di Micha Wald deve aver subito tutto il fascino del politicamente scorretto che viene dell’ironia audace con cui il regista belga tratta temi tanto delicati come i dissidi in merito al conflitto israelo-palestinese, interni anche alla comunità ebraica, e l’eterno ripresentarsi dell’incubo della Shoah. Perché al di là della sublime autoironia, del sapersi fare le beffe anche delle proprie paure più radicate, se non inconsce, di cinema in Simon Konianski ce n’è davvero molto poco. E quando il cinema latita anche di una commedia arguta e gradevole rimane un’impronta assai labile.
Film fortemente autobiografico, Simon – alterego del regista – , 35 anni, eterno adolescente, è stato da poco scaricato dalla donna della sua vita, una danzatrice goy (yiddish: chi non è ebreo).
[+]
La critica che al Festival di Roma, sezione Extra, ha salutato con favore il film di Micha Wald deve aver subito tutto il fascino del politicamente scorretto che viene dell’ironia audace con cui il regista belga tratta temi tanto delicati come i dissidi in merito al conflitto israelo-palestinese, interni anche alla comunità ebraica, e l’eterno ripresentarsi dell’incubo della Shoah. Perché al di là della sublime autoironia, del sapersi fare le beffe anche delle proprie paure più radicate, se non inconsce, di cinema in Simon Konianski ce n’è davvero molto poco. E quando il cinema latita anche di una commedia arguta e gradevole rimane un’impronta assai labile.
Film fortemente autobiografico, Simon – alterego del regista – , 35 anni, eterno adolescente, è stato da poco scaricato dalla donna della sua vita, una danzatrice goy (yiddish: chi non è ebreo). Ernest, suo padre è costretto ad ospitarlo, temporaneamente. Hadrien, il figlio di Simon, è appassionato dei terribili ricordi del nonno Ernest, ex-deportato. La convivenza forzata e la frequentazione coatta della famiglia d’origine – di cui fanno parte Maurice, l’anziano zio paranoico, e la zia Mala dalla parlantina facile – è fonte di continue tensioni che derivano dalla volontà di Simon di non essere o diventare come i suoi genitori. I punti della discordia sono abbastanza tipici di un certo ambiente ebreo: la bar-mitzvah, la scuola ebraica, la circoncisione, la ragazza non ebrea, ecc. Le tensioni si allentano e le fratture fra l’ebraismo secolarizzato di Simon e l’ebraismo tradizionale dei suoi iniziano a ricomporsi lungo il rocambolesco viaggio verso il paese ucraino dove il padre ha disposto di essere sepolto prima di morire. E’ un viaggio che ripropone il tema del nostos, del viaggio di ritorno, che è sempre anche un viaggio interiore attraverso le proprie paure e conflitti irrisolti. Viaggio che giunge al punto di massima intensità emotiva con la visita del lager di Majdanek, vicino a Lublino, dov’era stato rinchiuso il padre di Simon.
A chi gli fa notare che molti l’hanno già paragonato a Woody Allen, Micha Wald risponde che il regista newyorkese è d’estrazione più borghese, lui più “artigiana”. E in effetti in Simon Konianski mancano i dialoghi irresistibili, ma soprattutto manca quel saper fare cinema che appartiene alle commedie di Allen. Ciò nonostante Simon Konianski è una commedia popolare girata con un linguaggio filmico molto elementare che, per quanto possa risultare un po’ troppo pretenziosa, si lascia guardare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a matteobaldan »
[ - ] lascia un commento a matteobaldan »
|
|
d'accordo? |
|
|