gattoquatto
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giovedì 7 dicembre 2023
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mi ha emozionato
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Non è un film facile, poiché tratta i temi del dolore lacerante per la perdita di ciò che si ama, dello squilibrio mentale, dello stress esistenziale e dell'amicizia, ma riesce a essere intenso, coinvolgente, a tratti ironico e mai melodrammatico. Ottimi attori, ottima scenografia, ottima sceneggiatura.
E' riuscito a emozionarmi.
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lucabc
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venerdì 2 dicembre 2016
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intenso ed emotivo con un cast che non ci aspetta
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film visto di recente. vedendo Adam Sandler tra il cast mi sono cimentato subito, immaginando l'ennesima divertente commedia. già dall'inizio si è capito che non era il genere di questo grande film. un Sandler completamente rovesciato dal ruolo di buffone cabarettista ad attore di grande qualità e quantità, in grado di toccarti fino in fondo. nel ruolo di Charlie Fineman è stato in grado di farmi provare emozioni particolari: nella parte del monologo, una delle parti migliori del film a mio parere, si può trovare grande intensità ma anche giusto equilibrio. in diverse parti mi ha fatto scendere più di una lacrima, dando la possibilità a chi guarda di far ricordare persone care, facendoti provare emozioni forti.
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film visto di recente. vedendo Adam Sandler tra il cast mi sono cimentato subito, immaginando l'ennesima divertente commedia. già dall'inizio si è capito che non era il genere di questo grande film. un Sandler completamente rovesciato dal ruolo di buffone cabarettista ad attore di grande qualità e quantità, in grado di toccarti fino in fondo. nel ruolo di Charlie Fineman è stato in grado di farmi provare emozioni particolari: nella parte del monologo, una delle parti migliori del film a mio parere, si può trovare grande intensità ma anche giusto equilibrio. in diverse parti mi ha fatto scendere più di una lacrima, dando la possibilità a chi guarda di far ricordare persone care, facendoti provare emozioni forti. da segnalare un insostituibile Cheadle, il dottor Alan Johnson, che, nonostante i problemi che lo circondano, tra cui la morte del padre, riesce a stare accanto all'amico "malato". come in ogni film, non può mancare la figura del nome importante: in questo caso, Donald Sutherland se ne prende l'incarico in una maniera ineccepibile; anche se per poche scene, riesce a trasmettere il suo carisma ed esperienza non rinunciando a un pizzico di ironia.
in conclusione, è un film che consiglio a tutti, specialmente se ogni tanto si ha voglia di starsene da soli a riflettere facendo uscire quel lato un po' debole che ognuno di noi ha ma che mai vorrebbe far vedere.
p.s. Sandler si sarebbe meritato più di un oscar!
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erymuse
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sabato 5 settembre 2015
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veramente drammatico
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il film affronta una delle paure più comuni delle persone..rimanere da soli nella vita, senza una moglie, figli senza nessuno.
è questo il tema principale del film, che mostra come Charlie dopo la perdita della moglie, delle figlie e del cane evade dalla realtà per non soffrire senza accettare il fatto che le persone a lui care non ci sono più.
il protagonista fa capire allo spettatore tutte le emozioni che prova, tutte le scuse che attua per non guardare in faccia la realtà.
secondo me doveva un pò lasciare spazio al tragico fatto che ha portato alla morte dei suoi cari e altre persone, magari raccontando un pò di storia in merito all'11 settembre.
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il film affronta una delle paure più comuni delle persone..rimanere da soli nella vita, senza una moglie, figli senza nessuno.
è questo il tema principale del film, che mostra come Charlie dopo la perdita della moglie, delle figlie e del cane evade dalla realtà per non soffrire senza accettare il fatto che le persone a lui care non ci sono più.
il protagonista fa capire allo spettatore tutte le emozioni che prova, tutte le scuse che attua per non guardare in faccia la realtà.
secondo me doveva un pò lasciare spazio al tragico fatto che ha portato alla morte dei suoi cari e altre persone, magari raccontando un pò di storia in merito all'11 settembre.
ottimo fim consigliato.
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rita branca
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lunedì 26 maggio 2014
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"in fuga dal dolore" di rita branca
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Reign over Me (2007) film di Mike Binder con Adam Sandler, Don Cheadle, Jada Pinkett Smith, Liv Tyler, Saffron Burrows, Donald Sutherland, Mike Binder
Un film drammatico, ben interpretato particolarmente da Adam Sandler e Don Cheadle sulle ferite dell’anima inferte dalla tragica e improvvisa perdita della famiglia nell’attacco aereo dell’11 settembre alle torri gemelle di New York e sulla forza cicatrizzante dell’amicizia generosa e del corretto intervento psicoanalitico.
Quando il dentista Alan, interpretato da Don Cheadle, incontra per caso Charlie (interpreato da Adam Sandler), un suo vecchio collega di università e di stanza, è impressionato dalla sua metamorfosi: non lo riconosce, parla stentatamente, non risponde a tono alle sue domande, è evasivo ed è tormentato da ossessioni che non permette ad alcuno di approfondire.
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Reign over Me (2007) film di Mike Binder con Adam Sandler, Don Cheadle, Jada Pinkett Smith, Liv Tyler, Saffron Burrows, Donald Sutherland, Mike Binder
Un film drammatico, ben interpretato particolarmente da Adam Sandler e Don Cheadle sulle ferite dell’anima inferte dalla tragica e improvvisa perdita della famiglia nell’attacco aereo dell’11 settembre alle torri gemelle di New York e sulla forza cicatrizzante dell’amicizia generosa e del corretto intervento psicoanalitico.
Quando il dentista Alan, interpretato da Don Cheadle, incontra per caso Charlie (interpreato da Adam Sandler), un suo vecchio collega di università e di stanza, è impressionato dalla sua metamorfosi: non lo riconosce, parla stentatamente, non risponde a tono alle sue domande, è evasivo ed è tormentato da ossessioni che non permette ad alcuno di approfondire.
Ad Alan non mancano le beghe a casa e allo studio, ma grazie alla sensibilità di cui è dotato e all’affetto che nutre ancora per Charlie, gli si dedica totalmente, riuscendo, pur con grande fatica e non comune pazienza, a salvarlo da situazioni assai incresciose e nello stesso tempo ricompone il suo rapporto tormentoso con la moglie.
L’analisi della reazione di Charlie alla tragedia che lo colpisce e la conseguente fuga dalla realtà a difesa del suo io, è assai interessante e non troppo dissimile da quella di Septimius Warren Smith magnificamente descritta da Virginia Woolf in “Mrs Dalloway” anche se in questo caso, generata dagli orrori della guerra.
Rita Branca
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greyhound
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mercoledì 10 ottobre 2012
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la difficoltà della sopravvivenza
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Non sarà certamente ricordato negli annali dei capolavori cinematografici, ma in ogni caso "Reign over me" rappresenta un piccolo gioiello che sarebbe un peccato perdere. La storia ha tre protagonisti: un irriconoscibile ed in stato di grazia Adam Sandler, una colonna sonora da brividi che racchiude in sé canzoni degli Who e di Bruce Springsteen (sulla cui "Drive All Night" si dipanerà il punto di svolta della pellicola) ed il dolore. Quest'ultimo pervadente la città di New York post-11 settembre, capace di sconvolgere l'esistenza di un uomo in maniera così devastante da renderlo incapace di continuare la propria vita e, forse, addirittura di sopravvivere, bloccandolo in un limbo senza più tempo e passato.
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Non sarà certamente ricordato negli annali dei capolavori cinematografici, ma in ogni caso "Reign over me" rappresenta un piccolo gioiello che sarebbe un peccato perdere. La storia ha tre protagonisti: un irriconoscibile ed in stato di grazia Adam Sandler, una colonna sonora da brividi che racchiude in sé canzoni degli Who e di Bruce Springsteen (sulla cui "Drive All Night" si dipanerà il punto di svolta della pellicola) ed il dolore. Quest'ultimo pervadente la città di New York post-11 settembre, capace di sconvolgere l'esistenza di un uomo in maniera così devastante da renderlo incapace di continuare la propria vita e, forse, addirittura di sopravvivere, bloccandolo in un limbo senza più tempo e passato. Anzi, dove l'unico ricordo è quello delle ultimi ed infelici parole scambiate con la propria compagna, quasi come se tutto il loro vivere comune potesse essere racchiuso in una telefonata.
Due sono le domande che la visione di questo film lascia in eredità allo spettatore: la prima porta a domandarci se sia realmente possibile che il trascorrere del tempo lenisca il dolore ed il senso di perdita; la seconda se nella vita di ognuno di noi sia più importante l'amore nei confronti di una persona o l'amicizia di una persona.
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cerise
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domenica 16 settembre 2012
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il monopattino a motore
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Lo vorrei anch'io un monopattino a motore come quello di Charlie Fineman, così apparentemente rudimentale, semplice, leggero ma in realtà geniale! Ad un ragazzino non verrebbe in mente di trasformare il suo monopattino in un motorino, ma ad un adulto che va a riprendere a braccetto il ragazzo che è in lui sì, può venire in mente! Questo fantastico motorino-monopattino, secondo me , è l'emblema di tutto il film. Charlie ritorna ragazzo perchè solo lì può ritrovare la speranza e lavoglia di " ricreare se stesso ".E' lì la sua forza di autoguarigione, non c'è bisogno di psichiatri, c'è solo bisogno di un amico che , dietro la scusa di volerlo aiutare, in realtà lo trova irresistibile!
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valterino
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mercoledì 11 maggio 2011
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un piccolo gioiello recuperato
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Succede spesso: film ben fatti, frutto di sensibilità di un regista che "crede" in quello che sta proponendo, scompaiono in una settimana dai botteghini, ma va bene cosi.
Il cinema è bello anche come riscoperta, ed io ho visto questo film per la prima volta in tv ieri notte.
Bello, toccante, tutto sommato credibile, è una rara occasione di incontrare personaggi disposti a rispettare il dolore anziche liquidarlo con le solite facili parole "devi aiutarti da solo, devi reagire".
Di fronte a certi lutti non tutti riescono a reagire, e chi soffre di piu è proprio chi era maggiormente coinvolto con il proprio sentimento.
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Succede spesso: film ben fatti, frutto di sensibilità di un regista che "crede" in quello che sta proponendo, scompaiono in una settimana dai botteghini, ma va bene cosi.
Il cinema è bello anche come riscoperta, ed io ho visto questo film per la prima volta in tv ieri notte.
Bello, toccante, tutto sommato credibile, è una rara occasione di incontrare personaggi disposti a rispettare il dolore anziche liquidarlo con le solite facili parole "devi aiutarti da solo, devi reagire".
Di fronte a certi lutti non tutti riescono a reagire, e chi soffre di piu è proprio chi era maggiormente coinvolto con il proprio sentimento.
Io ne so qualcosa purtroppo, sentendomi personalmente vicino al protagonista.
Molto bravo Adam, bravi tutti.
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albydrummer
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domenica 8 maggio 2011
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..davvero un bel film!!!
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Grandioso...una bellissima storia..davvero incredibile Adam Sandler abituati a vederlo in ruoli comici e leggeri...avrebbe meritato un pò di premi..e perche no?...un Oscar!!!....Ottimo film!!!
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onil79
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sabato 29 gennaio 2011
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il lato drammatico di adam sandler...
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Abituato a godermi Adam Sandler in commedie esilaranti, ho apprezzato inaspettatamente il suo lato drammatico. Il film è molto ben fatto e tutti gli attori si son ben calati nei rispettivi ruoli. In alcune scene, Adam Sandler mi ricora il grandioso Dustin Hoffman in Rain Man e riesce piacevolmente a far amare il suo personaggio.
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djlova
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lunedì 13 settembre 2010
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toccante
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Film quasi di "nicchia", di cui si è parlato poco, a torto.
Se Don Cheadle si conferma attore di primissimo livello, Adam Sandler è la vera rivelazione nel suo inedito ruolo drammatico. E' davvero curioso (e un grosso peccato) che per ora questo sia anche l'unico.
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