giovanni morandi
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lunedì 16 gennaio 2023
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delon "pigliatutto" giovanni morandi
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Borsalino è un film del 1970, diretto da Jacques Deray, tratto dal romanzo "Bandits à Marseille" di Eugène Saccomano e ispirato alle figure di Paul Carbone e François Spirito, (nomi cambiati in Roch Siffredi e François Capella) due membri di spicco della malavita marsigliese degli anni trenta.
Per la prima volta insieme Bebel e Alain Delon, eterni rivali, ma amici, del Cinema francese.
Un film, un po' troppo improntato su gesta criminali, una specie di edizione francese del gangsterismo americano, sulla lotta tra clan della criminalità tipo "Il Padrino", o "C'era una volta in America", e, purtroppo, il confronto, con questi due capolavori è improponibile, ma con la coppia di attori più affascinanti di sempre.
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Borsalino è un film del 1970, diretto da Jacques Deray, tratto dal romanzo "Bandits à Marseille" di Eugène Saccomano e ispirato alle figure di Paul Carbone e François Spirito, (nomi cambiati in Roch Siffredi e François Capella) due membri di spicco della malavita marsigliese degli anni trenta.
Per la prima volta insieme Bebel e Alain Delon, eterni rivali, ma amici, del Cinema francese.
Un film, un po' troppo improntato su gesta criminali, una specie di edizione francese del gangsterismo americano, sulla lotta tra clan della criminalità tipo "Il Padrino", o "C'era una volta in America", e, purtroppo, il confronto, con questi due capolavori è improponibile, ma con la coppia di attori più affascinanti di sempre.
Naturalmente, Alain, produttore del film, (Adel ) ha la parte principale, "facendo morire", anzitempo, il personaggio interpretato da Belmondo (Cappella), per prendere il ruolo di assoluto protagonista del film.
Peccato, infatti, se la pellicola è molto riuscita all'inizio, col grande Bebel, poi si perde in pause spesso interruttive di una trama anch'essa troppo dispersiva. Ottima la ricostruzione scenografica, e la celebre colonna sonora.
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elgatoloco
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giovedì 14 gennaio 2016
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insolita violenza per un"noir"atipico
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Da modesto cultore del"noir"e del"polar"francese, direi che qui Jacques Deray, partendo da un romanzo di autore italo-marsigliese, ci dà un noir-polar(lascio così, senza approfondire, considerando il film una sorta di contaminatio tra i due generi, invero molto vicini)insolito, dai colori non sgargianti ma neppure cupi(in genere invece, nei due generi citati prevale anche fotograficamente la dimensione"black"o"dark", nera o comunque scura, nell'oscurità totale o quasi...), comunque"a giorno"e in effetti la prima fase del film(quella dell'"irresistibile", in realtà"resistibile"ascese dei due protagonisti nel mondo della malavita marsigliese(l'elemento locale è fortemente sottolineato, appunto, anche per la base letteraria)è quasi solare, con tratti comici(che invece, altrimenti.
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Da modesto cultore del"noir"e del"polar"francese, direi che qui Jacques Deray, partendo da un romanzo di autore italo-marsigliese, ci dà un noir-polar(lascio così, senza approfondire, considerando il film una sorta di contaminatio tra i due generi, invero molto vicini)insolito, dai colori non sgargianti ma neppure cupi(in genere invece, nei due generi citati prevale anche fotograficamente la dimensione"black"o"dark", nera o comunque scura, nell'oscurità totale o quasi...), comunque"a giorno"e in effetti la prima fase del film(quella dell'"irresistibile", in realtà"resistibile"ascese dei due protagonisti nel mondo della malavita marsigliese(l'elemento locale è fortemente sottolineato, appunto, anche per la base letteraria)è quasi solare, con tratti comici(che invece, altrimenti.altrove si declinano in chiave grottesca), mentre la conclusione è tragica e"irrompe"dopo una funesta premonizione, ma appunto"irrompe", quasi spezzando un ductus filmico ancora"positivo". Deray è regista navigato e firma un film"storico"(ambientato negli anni Trenta-ma la mafia a Marseille/Marsiglia è tale da prima di quegli anni e ha avuto sviluppi anche recenti-fino all'inizio degli anni Novanta era sindaco Gaston Defferre-storia tutt'altro che "limpida"....)pieno d'azione e di violenza(quasi troppa, comunque insolita nei due generi made en France...), Delon e Belmondo formano qui una coppia notevolissima di "fils de pute", dove ogni altra definizione apparirebbe impropria rispetto a quella appena citata... El Gato
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