chaoki21
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sabato 25 febbraio 2012
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emozionante
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Complimenti agli sceneggiatori, al regista...un film davvero unico ed emozionante.
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duca
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lunedì 22 gennaio 2007
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che strano film
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Ho letto delle recensioni molto arrabbiate su questo film che mi è capitato di vedere in dvd quasi per caso. Che strano, a me non è sembrata affatto un'opera prima mal riuscita, anzi, a me non è sembrata affatto un'opera prima.
In realtà a me è invece sembrato un film molto particolare, strano, non consueto. Ma non nel senso che solitamente si intende, vale a dire alternativo, criptico, palloso insomma... L'ho trovato un film molto pulito e sincero. Senza trucch. Non so, forse mi sbaglio, ma questo regista mi sembra avere delle capacità istintive non comuni.
Ma chi sono io per dirlo? Chissà.... Staremo a vedere.
Giuseppe Riccobono
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betta
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sabato 8 gennaio 2005
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triste ma vero
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L’opinione di una persona che da anni conosce il mondo delle carceri americane è che il film è bellissimo, molte persone dovrebbero vederlo, soprattutto chi crede che la pena di morte sia una cosa giusta. Il mio primo contatto con la pena di morte è stato quando un amico mi ha prestato “Il Tritacarne”, l’autobiografia di un detenuto americano. Sono stata subito catturata dallo stile di Karl e dal modo come raccontava cose terribili quasi col sorriso sulle labbra, senza mai perdere la speranza, né smettere di lottare. Ho subito iniziato a scrivergli. La gioia che si prova all’arrivo della prima lettera non si può descrivere: ho visto la mia emozione di quando ho letto la prima lettera di Karl in quella dei bambini e della loro maestra quando hanno letto la prima lettera di George, le parole che vengono da un luogo di sofferenza come quello sono speciali, ti entrano nel più profondo dell’anima.
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L’opinione di una persona che da anni conosce il mondo delle carceri americane è che il film è bellissimo, molte persone dovrebbero vederlo, soprattutto chi crede che la pena di morte sia una cosa giusta. Il mio primo contatto con la pena di morte è stato quando un amico mi ha prestato “Il Tritacarne”, l’autobiografia di un detenuto americano. Sono stata subito catturata dallo stile di Karl e dal modo come raccontava cose terribili quasi col sorriso sulle labbra, senza mai perdere la speranza, né smettere di lottare. Ho subito iniziato a scrivergli. La gioia che si prova all’arrivo della prima lettera non si può descrivere: ho visto la mia emozione di quando ho letto la prima lettera di Karl in quella dei bambini e della loro maestra quando hanno letto la prima lettera di George, le parole che vengono da un luogo di sofferenza come quello sono speciali, ti entrano nel più profondo dell’anima. È anche tanto vera la reazione delle famiglie di chi scrive a detenuti: nelle parole dei genitori dei bambini di Pandimele ho rivisto quelle dei miei: “Ti sei messa a scrivere a un delinquente? Devi essere matta! Qualcuno ti sta plagiando…”. Beh, io non sono più una bambina, quindi non hanno potuto impedirmi di continuare, anzi dopo un po’ non solo si sono abituati all’idea, ma in qualche modo sono rimasti coinvolti anche loro, ogni tanto mi chiedono come sta il mio amico, e per Natale e Pasqua gli scrivono anche loro un biglietto… Proprio come i genitori di quei bambini che alla fine hanno seguito la vicenda di George con partecipazione e commozione fino alla fine. Sono stata molto contenta del fatto che il viso di George non viene mai mostrato, perché è esattamente così che succede: tu puoi mandare tutte le foto che vuoi al tuo amico, ma lui non può mandarne a te. Così scrivi a una persona senza neppure sapere che faccia ha, e ti accorgi che questo non ha nessuna importanza perché è comunque il tuo amico che ti parla. Karl non è più nel braccio della morte, e questo mi rassicura sul fatto che non mi scriverà mai una lettera come l’ultima lettera di George, e ne sono grata al cielo, comunque non credo che reagirei in modo così tranquillo come quei bambini. Leggere la lettera di un amico che ti dice: “questa sarà la mia ultima lettera, quando la riceverai sarò già nel mondo del grande spirito” dev’essere orribile. I bambini hanno come sempre tanto da insegnarci. Ringrazio Luciano Cannito per avermi fatto vivere una storia così vera con gli occhi dei bambini.
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teoraro
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lunedì 27 dicembre 2004
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semplice e bello
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penso che questo regista ci donerà molti altri bei film! Altro che cinema italiano da quattro soldi.
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antonio zuccaro
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lunedì 6 dicembre 2004
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bel film
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Dissento con la recensione negativa di questo film.
Molto belle le emozioni che questo film mi ha trasmesso e la contrarietà alla pena di morte da esso propugnata.
Ho trovato questo film anche molto commovente
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jerry
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mercoledì 18 febbraio 2004
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aiuto
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aiuto, io ho un problema. Se a me la lettera è piaciuto e qui io leggo che fa indignare, qualcuno mi aiuti perchè mi sento tanto un poveraccio che non capisce niente. Eppure io non sono nè un poveraccio, nè tanto ignorante....Halooo ???? Help
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roberta
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mercoledì 18 febbraio 2004
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bellissimo film
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Un bellissimo film. A me è piaciuto mille volte di più dell'ultima pieraccionata.
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angelo rosati
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mercoledì 18 febbraio 2004
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finalmente un film diverso
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Ho trovato La lettera un film molto poetico, puro e diretto. Non sono per niente daccordo col giudizio di mymovies. Forse è solo una questione di gusti, ma a me il film è parso davvero diverso da tanti film italiani visti negli ultimi tempi. Il taglio veloce della regia e del montaggio, mi hanno incuriosito e catturato, devo confessarlo, totalmente. E non nascondo che mi sono commosso fino alle lacrime nel punto in cui il condannato legge la sua ultima lettera. Bravo Cannito e bello il film.
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