La lettera [2] |
|
||||||||||
Un film di Luciano Cannito.
Con Vittoria Belvedere, Gianni Federico, Dino Abbrescia
Drammatico,
durata 100 min.
- Italia 2004.
MYMONETRO
La lettera [2]
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
|||||||||||
|
|||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Triste ma vero
di BettaFeedback: |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
sabato 8 gennaio 2005 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L’opinione di una persona che da anni conosce il mondo delle carceri americane è che il film è bellissimo, molte persone dovrebbero vederlo, soprattutto chi crede che la pena di morte sia una cosa giusta. Il mio primo contatto con la pena di morte è stato quando un amico mi ha prestato “Il Tritacarne”, l’autobiografia di un detenuto americano. Sono stata subito catturata dallo stile di Karl e dal modo come raccontava cose terribili quasi col sorriso sulle labbra, senza mai perdere la speranza, né smettere di lottare. Ho subito iniziato a scrivergli. La gioia che si prova all’arrivo della prima lettera non si può descrivere: ho visto la mia emozione di quando ho letto la prima lettera di Karl in quella dei bambini e della loro maestra quando hanno letto la prima lettera di George, le parole che vengono da un luogo di sofferenza come quello sono speciali, ti entrano nel più profondo dell’anima. È anche tanto vera la reazione delle famiglie di chi scrive a detenuti: nelle parole dei genitori dei bambini di Pandimele ho rivisto quelle dei miei: “Ti sei messa a scrivere a un delinquente? Devi essere matta! Qualcuno ti sta plagiando…”. Beh, io non sono più una bambina, quindi non hanno potuto impedirmi di continuare, anzi dopo un po’ non solo si sono abituati all’idea, ma in qualche modo sono rimasti coinvolti anche loro, ogni tanto mi chiedono come sta il mio amico, e per Natale e Pasqua gli scrivono anche loro un biglietto… Proprio come i genitori di quei bambini che alla fine hanno seguito la vicenda di George con partecipazione e commozione fino alla fine. Sono stata molto contenta del fatto che il viso di George non viene mai mostrato, perché è esattamente così che succede: tu puoi mandare tutte le foto che vuoi al tuo amico, ma lui non può mandarne a te. Così scrivi a una persona senza neppure sapere che faccia ha, e ti accorgi che questo non ha nessuna importanza perché è comunque il tuo amico che ti parla. Karl non è più nel braccio della morte, e questo mi rassicura sul fatto che non mi scriverà mai una lettera come l’ultima lettera di George, e ne sono grata al cielo, comunque non credo che reagirei in modo così tranquillo come quei bambini. Leggere la lettera di un amico che ti dice: “questa sarà la mia ultima lettera, quando la riceverai sarò già nel mondo del grande spirito” dev’essere orribile. I bambini hanno come sempre tanto da insegnarci. Ringrazio Luciano Cannito per avermi fatto vivere una storia così vera con gli occhi dei bambini.
[+] lascia un commento a betta »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||