La colpa silenziosa e il soffio del male nell'esordio di Sven Bresser. Tra pittura fiamminga e rigore dreyeriano, in gara alla Semaine de la Critique
di Gianluca Arnone La Rivista del Cinematografo
Ha i colori incendiati della pittura fiamminga e un'anima in bianco e nero, Reedland di Sven Bresser, opera prima olandese in gara alla Semaine de la Critique di Cannes. Un film che si inscrive nella grande tradizione nordica dell'austero espressionismo spirituale, dove il paesaggio è una metafora vivente e gli uomini sembrano scolpiti nel silenzio del mondo primordiale.
Quando Johan, tagliatore di canne, scopre il corpo senza vita di una ragazza sulla sua terra, il suo volto ieratico si incrina sotto il peso di una colpa ambigua, mai enunciata. [...]
di Gianluca Arnone, articolo completo (3567 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 14 maggio 2025