Nome in codice: Santamaria
Dopo essere stato il recente porcaro Eumeo in “Itaca il ritorno” di Uberto Pasolini ed Eros l’assatanato nel grande successo di pubblico “Follemente” di Paolo Genovese, ecco ricomparire Claudio Santamaria nei panni de “Il Nibbio”, nome in codice del dirigente del SISMI (servizio informazioni e sicurezza militare) Nicola Calipari, ma anche titolo del film di Alessandro Tonda che racconta gli ultimi 28 giorni di vita dell’agente. Esattamente 20 anni fa veniva rapita a Bagdad, da una cellula terroristica sunnita, la giornalista de “Il Manifesto”, nativa dell’Ossola, Giuliana Sgrena. All’agente segreto, appena partito con la famiglia per le vacanze, venne richiesto di recarsi nella capitale irachena, all’epoca davvero un girone infernale fra forze d’occupazione statunitensi e resistenza armata musulmana, al fine di tentare una trattativa utile a riportare a casa la professionista, senza implicazioni ufficiali del governo italiano e senza intaccare i delicati equilibri politico-militari esistenti. Come camminando sulle uova il militare riuscì nella disperata impresa durata 28 frenetici giorni, superando anche ostacoli di ordine ‘interno’, ma tutto questo gli costò la vita, poiché ad un maledetto check point americano che aprì colpevolmente il fuoco sulla vettura che li portava in salvo, coprì col suo corpo quello della giornalista, salvandola. Sceneggiato dal nome illustre di Sandro Petraglia (quante importanti pellicole in coppia con Stefano Rulli), la pellicola di Tonda si muove fra spy story e film d’azione ambientato in una metropoli mediorientale in guerra, rispettando i migliori standard del genere quali “The Hurt Locker” (2008) e “Green Zone” (2010). Con piglio e precisione da docufilm, pur non essendolo affatto, il regista disegna la figura di un nuovo “Eroe borghese” (1995), tutto dovere, famiglia e serietà professionale, come abbiamo già visto con Giorgio Ambrosoli, nel titolo citato di Michele Placido, che affidò all’ottimo Fabrizio Bentivoglio il ruolo dell’avvocato milanese, trucidato anche lui in circostanze mai del tutto chiarite. Non gli è certo da meno Claudio Santamaria che, dimagrito di 12 chili per l’occasione, dà corpo ad un funzionario statale credibile ed esperto, ma soprattutto onesto e sincero, quale Calipari era sempre stato…e scusate se è poco parlando di servizi segreti italiani! La pellicola, dal tono basso e lievemente dolente, asciutta e per niente ricattatoria, trova in Sonia Bergamasco una perfetta Giuliana Sgrena: coraggiosa, fiera, “resistente”, possono testimoniarlo tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerla! Come in Anna Ferzetti (La signora Calipari a Roma) un’incisiva prova attoriale. Personaggi a tutto tondo nella finzione cinematografica…Persone delle quali la Repubblica può andare orgogliosa nella vita reale!
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