#Unfit - La psicologia di Donald Trump

Un film di Dan Partland. Titolo originale #Unfit: The Psychology of Donald J. Trump. Documentario, Ratings: Kids+13, durata 83 min. - USA 2020. - Wanted uscita giovedì 22 ottobre 2020. MYMONETRO #Unfit - La psicologia di Donald Trump * * * - - valutazione media: 3,18 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

#Unfit - La psicologia di Donald Trump, il documentario che denuncia la pericolosità sociale di Trump

di Manuela Caserta L'Espresso

Siamo talmente abituati al narcisismo di leader politici, registi, luminari e astronauti che non facciamo più caso se quel narcisismo diventa dannoso per la collettività, nello specifico, soprattutto quando è espressione del delirio di potere del presidente degli Stati Uniti d'America. Il pensiero più diffuso durante le crisi sociali di disaffezione popolare alla politica vira verso la ricerca dell'uomo forte al quale delegare ogni decisione e risoluzione dei problemi, deresponsabilizzandoci al punto che si assopisce fino a quasi scomparire ogni minima soglia di controllo critico verso chi gestisce il potere. Diventiamo indolenti e predisposti anche all'idea di subire misure di legge rigorose o discriminanti, l'idea che un signor qualcuno ci rassicuri dallo schermo di una tv o dai titoli di stampa allarmistici che inseguono tweet , ci fa scivolare gradualmente nel sonno della ragione dove tutto è possibile. #Unfit - La psicologia di Donald Trump è il documentario di Dan Partland uscito in sala il 22 Ottobre, a ridosso delle prossime presidenziali in America previste per il 3 Novembre, che analizza e denuncia il fenomeno Trump dal punto di vista psicologico, scandagliando l'immagine politica del presidente degli Stati Uniti in carica, attraverso un'operazione di confutazione e analisi psicologiche di docenti di psicologia delle migliori università statunitensi, analisti politici ex collaboratori delle precedenti amministrazioni repubblicane come quella di George Bush, interviste giornalistiche e dichiarazioni dello stesso Trump. Un collage tra materiale di repertorio del suo mandato presidenziale che emerge dalle sue numerose conferenze stampa, dal suo rapporto con i media, dalla capacità di rappresentare la realtà agli americani in modo del tutto visionario e machista, e lo sguardo clinico di esperti che mettono in guardia dal sottovalutare il pericolo Trump. La regola Goldwater che compare nella sezione 7 dell' American Psichiatric Association, prende il nome dall'ex senatore conservatore Barry Goldwater, ed è una regola etica che impedisce agli psichiatri di formulare opinioni o diagnosi psicologiche su esponenti pubblici che non abbiano avuto modo di analizzare di persona. Non a caso la regola nacque proprio a seguito di un dibattito sorto nel 1964 quando il senatore Goldwater era in carica, le sue esternazioni estremiste di destra, spinsero alcuni opinionisti a formulare a mezzo stampa l'ipotesi che non fosse adatto a mantenere il suo ruolo politico, per evidente instabilità mentale. Ne seguì un contenzioso legale, Goldwater citò in giudizio per diffamazione, l'editore di Fact Ralph Ginszsburg, vincendo poi la causa con un sostanzioso risarcimento economico. C'è chi sostiene che il modello d'ispirazione della comunicazione politica di Donald Trump sia proprio Goldwater, per la sua capacità di trascinare masse appartenenti alla working class su posizioni radicali e xenofobe, il talento nel rassicurarli spacciandosi per l'uomo che gli avrebbe restituito il sogno americano, e il richiamo fin troppo esplicito alla primordiale legge sociale che vuole a capo della scala meritocratica del Paese il primo posto riservato agli americani, escludendo chiunque non lo sia. Con questo documentario Dan Partland rompe la regola del silenzio, invitando accademici ed esperti a esporsi professionalmente per denunciare il pericolo insito nell' eventuale rielezione di Trump alla presidenza. Soprattutto dopo la crisi pandemica in corso che Trump ha gestito con estrema superficialità sminuendo la gravità della pandemia, con il risultato devastante di oltre 158 mila decessi da Covid-19. #Unfit inizia la sua dissertazione narrativa prendendo spunto da un programma militare previsto per la formazione delle forze armate che lavorano con le armi nucleari. Si chiama "Programma di affidabilità personale" è uno screening totale sul singolo candidato che entra a far parte dell'esercito. Si indaga sulla sua capacità morale, economica, sentimentale, e mentale di mettersi al servizio della forza militare, escludendo condizionamenti esterni di qualunque natura che possano renderlo corrompibile, ricattabile, tendente all'infedeltà o semplicemente incapace di imbracciare un'arma, pilotare un aereo militare carico di bombe, o scendere in un bunker per azionare il comando che fa partire un missile. Un rigoroso protocollo di valutazione, previsto per ogni membro selezionato per i corpi speciali dell'esercito, ma non per il presidente degli Stati Uniti, il capo supremo delle forze armate. Nel 2019 Trump conferma l'uscita dal trattato sul controllo degli armamenti nucleari firmato da Ronald Reagan nel 1987, l'Intermediate Range Nuclear Force Traety, con il pretesto e l'accusa alla Russia di essere diventata troppo pericolosa e di aver reso il mondo un posto meno sicuro. Lo story telling politico dell'ex immobiliarista rampante è sempre stato basato sulla paura come strumento di governo, il pericolo imminente da scongiurare, la guerra del nemico alle porte, il nemico che minaccia gli Stati Uniti d'America, il "Noi contro gli altri" che ha fomentato migliaia di americani a favore del muro ai confini con il Messico. Consentendo anche la disumana separazione dei figli degli immigrati dalle loro famiglie per stroncare con crudeltà il flusso migratorio, accettando tagli alla sanità e a molti altri dipartimenti ad esclusione di difesa, commercio, sicurezza nazionale e veterani, in nome della supremazia militare americana. L'esercito di consensi di Trump, a ben vedere però, non è stato costruito sull'emulazione di Goldwater, ma sulle radici profonde del conservatorismo americano. Cosa fa di Trump un personaggio discutibile nonché un abile manipolatore mediatico? Innanzitutto il suo lessico. Trump è un uomo che si è sempre autocelebrato come un superuomo, dice di sé di essere molto intelligente e molto colto, ma è anche capace di insultare i propri avversari senza troppi filtri diplomatici, caratteristica che istiga e avvince quella parte di elettorato incline a manifestare il proprio dissenso con impeti di rabbia, odio e insulti diffamanti. È una fetta di pubblico a cui piace ragionare di pancia, perché così la politica torna a un livello di fruibilità primordiale che fa sentire tutti compresi e tutti capaci di pensiero politico. Lo stesso principio falsamente democratico e orizzontale applicato dai 5 Stelle italiani, se ci pensiamo. Tra gli intervistati vi è l'avvocato civilista George Conway, marito di Kellyanne Conway portavoce nella campagna elettorale di Donald Trump e sua consulente durante il mandato. Kellyanne si è dimessa improvvisamente dalla carica presso la Casa Bianca a fine agosto 2020. George Conway, cresciuto in America con una madre di origine filippina, repubblicano dal 1980, arriva a definire Donald Trump "uno scherzo che è sfuggito di mano". Un "narcisista maligno" è esattamente questa la definizione che ne dà John Gartner psicologo docente di psichiatria presso la facoltà di John Hopkins da 28 anni e fondatore dell'associazione Duty do warn un'associazione di psicologi che si occupa di salute mentale e che pensa che Trump dovrebbe essere destituito perché psicopatologico. Insieme a lui altri colleghi ed esperti, come Lance Dodes, Justin Frank ex docente ad Harvard, unanimi nel considerare Trump un sadico, un truffatore, un sociopatico, un razzista, un misogino e un sessista in generale. Tutti elementi incompatibili con la carica che ricopre. Fin dai suoi esordi da giovane uomo d'affari, Donald Trump cresciuto all'ombra della feroce ambizione del padre Fred, si è costruito l'immagine di geniale e "generoso" benefattore della comunità, cominciando dalla ristrutturazione del vecchio Commodore Hotel di New York, era l'inizio degli anni '80, un periodo nel quale la città affogava nel disagio, nella disoccupazione e nella paura. Donald propose all'allora sindaco di New York, la ristrutturazione dell'intero stabile ottenendo in cambio un'esenzione dalle tasse per 40 anni. Speculazione che diventò il suo principio guida in tutta la sua carriera, compresa quella politica. I tre principali esperti intervistati dal regista non si limitano ad analizzare la personalità di Donald Trump, nei loro studi sono presenti anche Abramo Lincoln che soffriva di depressione e Bill Clinton e la sua ipomania. Non è stigmatizzato il disturbo mentale come un impedimento escludente la possibilità di ricoprire cariche politiche, perché in alcuni casi, come negli esempi riportati, quel piccolo neo si è dimostrato funzionale al loro percorso, ovvero si è tradotto nella resilienza di Lincoln, durante gli anni della guerra civile, alla sofferenza mentale da cui era affetto e nella creatività di Clinton a imprimere ottimismo nel suo percorso politico, anche se con qualche eccesso nella propria vita privata. Ma Trump è sempre stato un politico dal piglio arrogante e senza scrupoli, in diverse interviste ha più volte dichiarato di credere fermamente nell'uso della vendetta come forma di riscatto. Il narcisismo maligno di cui viene tacciato ha quattro elementi costitutivi: il narcisismo appunto, la paranoia, il disturbo antisociale di personalità e il sadismo. In ogni sua esternazione politica che si trattasse dell'Isis o della disoccupazione si è sempre autocelebrato come l'unico vero esperto del problema dopo Dio. In molti suoi tweet manifesta teorie complottistiche che lo rendono vittima di un sistema che lui sta cercando di combattere, ogni suo avversario politico è demonizzato. Trump è una vera e propria fabbrica di menzogne e affermazioni infondate: ricordate quando suggerì di curarsi dal Corona Virus con l'idrossiclorochina? Nonostante dopo queste dichiarazioni si sia realmente ammalato di covid-19 non ha mai smentito, ritrattato o esternato alcun rimorso per aver invitato gli americani sotto pandemia ad assumere un farmaco, in via preventiva, con importanti controindicazioni sulla salute. Le conseguenze di un'operazione mistificatrice della realtà da parte del presidente di una delle più importanti potenze economiche al mondo, risiedono nel sedimentare una graduale sfiducia dei cittadini nelle istituzioni, perché se chi ricopre la più alta carica di Stato non rispetta la legge, abusa del suo potere, mente su tasse e tributi, discrimina, fabbrica fake-news, alimenta il razzismo, legittima l'uso della forza da parte della polizia federale, invertendo così tutti i parametri sociali di riferimento, poi perché il singolo cittadino non dovrebbe comportarsi, se volesse, come un anarchico ribelle?
Da L'Espresso, 24 ottobre 2020


di Manuela Caserta, 24 ottobre 2020

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