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Esiste un modo per ricongiungersi con chi non c'è più? La risposta (forse) in questo film bizzarro e curioso. In concorso al 20° Trieste Science+Fiction Festival
di Lorenzo Ciofani La Rivista del Cinematografo
La morte rende gli uomini vulnerabili, dice il dottor Benedetti, perché si commuovono per la loro condizione di fantasmi: ogni atto compiuto potrebbe essere l'ultimo, ma non c'è volto sul punto di cancellarsi come il volto di un sogno. È una riflessione molto evocativa, probabilmente contorta ma anche no, e che comunque restituisce bene la cifra di Immortal, presentato al 20° Trieste Science+Fiction Festival.
Oggetto bizzarro e curioso, è il quarto lungometraggio di finzione dell'argentino Fernando Spiner (attivissimo in televisione e nel documentario), che debuttò al cinema nel 1998 con La sonámbula, all'epoca un piccolo caso internazionale. [...]
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