Potevamo aspettarci un film "politico" nella sua accezione più pura? Probabilmente non era il caso. Eppure, un giudizio storico complessivo emerge a chiare note, alla fine del film, nella visione onirica dello sguaiato cabaret che fa satira da caserma sull'uomo politico morente, mentre il padre stesso -alla fine- sembraquasi avallare e divertirsi.
L'universo "Craxi" è un terribile pantano politico che potrebbe far tremare i polsi a chi volesse rimetterci le mani; è una ferita mai sanata della politica italiana, è una macchia che non si deterge, è un sistema di corrotti e corruttori che non smette di fare scuola; eppure, Amelio riesce a rievocarlo scegliendo il momento più "intimista" del uomo/presidente; è il momento del redde rationem, sono le ore che precedono l'estrema unzione, la resa dei conti. Ma anche davanti al momento estremo, l'uomo Craxi non riesce a scindersi dal politico, non c'è ammenda, non c'è la ben che minima, sincera autocritica. Il modus operandi era quello, la giustificazione è bella che pronta: la politica ha un costo, il pil sale, la "Milano da bere" assurge a metafora sistemica di un ingranaggio che sembra perfetto e muove ogni giorno la classifica. La barca va! Questo è -sembra leggersi nel suo pensiero- questo è stato; questo sarà ancora, perchè un "leader" deve essere anche un "lader", se vuole sfondare. La politica non è appannaggio dei poveri, la politica promuove i "bravi" se si allineano, perchè è don Rodrigo che detta legge. Chi non ci sta, chi fa il don Abbondio a mezzo servizio, può fare solo timida, fragile, nostalgica opposizione. O gettarsi da una finestra.
A chi ha trovato la pellicola "lenta" o "scarsamente avvincente" replico, ma è solo un mio giudizio, che il film ha una sua logica andatura senza scosse, senza picchi, come il traffico di Hammamet. Il frastuono c'è e c'è stato altrove; da quel congresso che lo ha portato ai vertici della scena politica, il volume della storia è sempre stato al massimo. Adesso, nella finta pace tunisina, la biglia scorre lenta sul biliardo, ma la buca è a pochi centimetri; giusto il tempo per rivedere appunti, programmare qualche ipotetica intervista, tentare perorazioni di parte, e forse auto-commiserarsi. I problemi fisici e di salute sono per il titolare già una sorta di assoluzione, qualora se ne sentisse la necessità.
Sulla interpretazione di Favino, invece, riesco a spendere solo una parola: stratosferico!
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