Dolor y Gloria

Almodovar si dimostra, ancora una volta, un vero affabulatore, in grado di coinvolgere il pubblico sempre più intensamente, fotogramma dopo fotogramma, fino a portarlo alla “ suspension of  desbelief”, quando la storia narrata sullo schermo risulta essere più vera della realtà.
In questo film il regista mette in luce il potere salvifico dell’opera d’arte; il dipinto di lui bambino che legge nella grotta ha consentito al protagonista di dare un senso alla confusione in cui viveva, come il quadro di Lilie Briscoe in “Gita al faro “ di Virginia Woolf. La realtá in cui viviamo é caos, troppe pulsioni tutte insieme ci confondono fino al punto di svenire per difenderci, come é successo al bambino nel film. L’opera pittorica fissa sulla tela un inizio e una fine, creando l’ordine di cui l’uomo ha bisogno. Proprio questo serviva al protagonista/regista: trovare l’ordine che gli consentisse di scrivere ancora e di essere il protagonista della sua vita. 
Tutti gli attori corrispondono all’unisono alle esigenze del creatore del film, dando all’opera il ritmo di una sinfonia.