Wajib - Invito al Matrimonio |
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Un film di Annemarie Jacir.
Con Mohammad Bakri, Saleh Bakri, Maria Zreik, Tarik Kopty.
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Titolo originale Wajib.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 96 min.
- Palestina 2017.
- Satine Film
uscita martedì 24 aprile 2018.
MYMONETRO
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Un posto per tutti?
di cardclauFeedback: 14682 | altri commenti e recensioni di cardclau |
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giovedì 10 maggio 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film di Annemarie Jacir, Wajib - Invito al Matrimonio, narra una storia apparentemente semplice: due palestinesi, padre e figlio, attraversano la città di Nazareth, sotto il dominio israeliano, per andare personalmente a consegnare gli inviti del matrimonio della figlia. L'ordito, apparentemente senza particolari problemi, del tessuto del racconto narrato, si complica rapidamente in una trama complessa e variegata. Gli israeliani, presenti fisicamente solo una sera dove possono gustare delle prelbatezze della cucina palestinese, sono una presenza perenne e minacciosa, dalle continue notizie alla radio, nel covato odio verso di loro dei palestinesi, nella drammatica loro sensazione (dei palentinesi) che quella terra non sia pIù la loro, che lì per loro non ci sia un futuro dignitoso; dove l'unica via di scampo consisterebbe dell'abbandono, se possibile, di quella terra, per cercare fortuna altrove, in un alto paese. A complicare questa storia già non semplice, si mettono in mezzo problematiche familiari e difficoltà culturali. La madre ha abbandonato il marito, il figlio e la figlia, per emigrare negli Stati Uniti e vivere con un altro uomo. Il padre ha dovuto tirar su da solo il figlio e la figlia, ovviamente rimanendo fermo là, a Nazareth, facendo i conti col potere, lui professore di scuola pubblica, ingoiando all'uopo anche dei rospi particolarmente indigesti. Il figlio vive in Italia, sta con una ragazza palestinese (sempre in Italia, dove si è laureato in architettura), ha un profondo risentimento contro gli israeliani, contro suo padre che ha dovuto accettare di fare dei patti onerosi col sistema, dove i delatori abbondano. Il figlio e la figlia, nell'abbandono inelaborabile della madre, rimproverano il padre di non essere stato all'altezza, come marito. E la gente, i parenti, cosa ne hanno pensato, a parte l'iniziale affabilità di facciata? La gente palestinese appare inoltre particolarmente abbarbicata alle tradizioni culturali, dove l'uomo e la donna non possono allontanarsi da un rigidissimo cliché, in parte come unica difesa all'oppressione. Un film asciutto, puntuale, essenzialmente drammatico, con bravi attori, che nutre la nostra consapevolezza e potrebbe ridure la nostra tendenza a vedere il mondo in modo semplicistico e dicotomico.
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