Nato a Casal di Principe |
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Un film di Bruno Oliviero.
Con Alessio Lapice, Massimiliano Gallo, Donatella Finocchiaro, Lucia Sardo.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 96 min.
- Italia 2017.
- Europictures
uscita mercoledì 25 aprile 2018.
MYMONETRO
Nato a Casal di Principe
valutazione media:
3,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Nessuno parla di Amedeo svanito nel nulla
di Emiliano Morreale La Repubblica
Amedeo Letizia nel 1989 era un aspirante attore di Casal di Principe, poco più che ventenne e in cerca di successo a Roma. Quando suo fratello sparì nel nulla, Amedeo tornò a Casale a cercarlo: davanti al silenzio generalizzato, il sospetto più forte era che i camorristi lo avessero fatto sparire per qualche sgarro. La verità emergerà solo molti anni dopo. Da questa storia vera è stato tratto anni fa un libro scritto insieme a Paola Zanuttini, Nato a Casal di Principe, che con lo stesso titolo arriva sullo schermo, prodotto dallo stesso Letizia con Mariella Li Sacchi. Davanti alla sciatteria dei mille film televisivi su mafia e camorra, ispirati a storie vere o romanzate, santini o rievocazioni d'epoca cialtrone, questo piccolo film è una sorpresa. Bruno Oliviero, noto documentarista al secondo lungometraggio di finzione, si è messo al servizio di un progetto non suo senza annullarsi, ma anche senza voler fare l'autore a tutti i costi. Il film, in effetti, è piuttosto semplice, con una storia lineare: le ricerche, alcuni flashback, i dialoghi coi parenti, gli amici, i vicini, i criminali. Certo, il progetto di partenza imponeva dei limiti, ha qualche caduta, alcuni passaggi sono inevitabilmente didascalici. Ma in fondo, lo si ammira insieme per il risultato e per i rischi che ha evitato. Basterebbe, a marcare la differenza con tanto cinema e tanta tv, la ricostruzione d'ambiente (la stanza del protagonista) o la direzione degli attori e la scelta delle facce, dal protagonista Alessio Lapice a Massimiliano Gallo nel ruolo del padre. (Curiosità: tra le donne che frequentano la casa ci sono le vere sorelle di Amedeo, che all'epoca dei fatti reali erano bambine). La storia è drammatizzata con precisione (soggetto e sceneggiatura sono firmati da Maurizio Braucci e Massimiliano Virgilio), e soprattutto la regia tiene, evita il più possibile le scelte scontate. L'idea centrale è che il vagabondare del protagonista alla ricerca dei colpevoli, più che un giallo diventa un'esplorazione degli spazi insieme a lui, una scoperta di luoghi in certo modo "parlanti", tra città e campagna, mostrati a volte di sbieco, per frammenti. E la volontà di rimanere insieme "dentro" e "fuori" la storia, di non perdere la dimensione riflessiva e non restare schiacciato sull'attualità, viene ribadita dall'inquadratura finale che mostra il dispositivo della macchina-cinema all'opera.
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