fabal
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sabato 13 luglio 2024
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il tema del doppio di nuovo... di nuovo...
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Chloé soffre di dolori al ventre da molti anni, forse di origine psicosmatica. Si rivolge a uno psicanalista, Paul, al quale confida di essere figlia non desiderata di una madre assente. Paziente e terapeuta si innamorano ma le sedute non possono continuare: i due vanno a convivere e le cose funzionano finché Chloé non fruga nel passato di Paul, scoprendo l'esistenza di un fratello gemello...
La riesplorazione del “doppio” cela il grosso rischio di far precipitare L'amant double nella banalità ripetitiva: tanti, troppi predecessori cinematografici hanno già affrontato il tema del “gemello” giocando sul filo di realtà e proiezione.
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Chloé soffre di dolori al ventre da molti anni, forse di origine psicosmatica. Si rivolge a uno psicanalista, Paul, al quale confida di essere figlia non desiderata di una madre assente. Paziente e terapeuta si innamorano ma le sedute non possono continuare: i due vanno a convivere e le cose funzionano finché Chloé non fruga nel passato di Paul, scoprendo l'esistenza di un fratello gemello...
La riesplorazione del “doppio” cela il grosso rischio di far precipitare L'amant double nella banalità ripetitiva: tanti, troppi predecessori cinematografici hanno già affrontato il tema del “gemello” giocando sul filo di realtà e proiezione. Inevitabile, dunque, che Ozon non rinunci alla tentazione di un citazionismo continuo, che passa dai dettagli aurei di De Palma al più scontato riferimento ai fratelli Inseparabili di Cronenberg. Ma aggiungiamo pure l'alter ego al femminile de Il cigno nero e il tema della gravidanza in Rosemary's baby, di cui vediamo persino la culla in una vetrina.
Eppure Doppio amore funziona lo stesso. E funziona perché la messa in scena dei temi cari a Ozon è incredilmente più garbata dei maestri che cita: i suoi personaggi sono ossessionati dalle vite degli altri fino a farle proprie, l'intimità è vissuta come trasformazione continua o come duplicazione, nel caso specifico. L'amant double rimane un film bilanciato, eccessivo al punto giusto, che rinuncia ben presto al realismo in favore della proiezione onirica, senza però perdere – e qui sta la grossa differenza con Cronenberg - definitivamente il contatto con la realtà. A dominare è, chiaramente, più l'estetica che la trama: la ricerca ossessiva di una simmetria registica, l'immagine disgustosa di una Chloé a due teste che fa l'amore con entrambi i gemelli, l'ossessione per certe parti anatomiche, rimangono molto più impresse di un plot con poche chances di originalità. Ma la rinuncia a un vero colpo di scena, che vada oltre alle visionarie proiezioni di Chloé, non sembra affatto un limite e, anzi, forse rende il film ben più hitchcockiano di qualsiasi manierismo di trama alla De Palma.
Ozon condivide con Inseparabili la distorsione dell'anatomia umana al limite del disgusto ma rinuncia alla follia catastrofista di Cronenberg abbastanza in tempo per partorire un finale costruttivo, reale e che, tutto sommato, riesce a dare un senso a tutta la faccenda.
La trasformazione intesa da Ozon non è trasfigurazione violenta e, in questo senso, anche le ottime intepretazoni della Vacth e di Renier sono tali perché non eccessive. Doppio amore ha il grande pregio di mantenere una certa linearità nonostante le sue intenzioni estetiche siano chiare fin da subito e nonostante il citazionismo (forse esagerato) rischi di farne un film bibliografico. Ma se il risultato è di non riuscire a togliere gli occhi dallo schermo, rapiti tanto dallo svolgimento tanto dalle immagini, evidentemente Ozon ha fatto un buon lavoro.
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biscotto51
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martedì 2 marzo 2021
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chi l''ha capito è bravo
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Scusate, ma in un film in cui non si riesce a separare la fantasia dalla realtà, l'incubo dalla vita vera, vissuta, dove c'è una cosa e il suo contrario, si arriva alla fine che non si capisce chi è chi, e si resta come degli allocchi, chiedendosi: boh? Se Jaqueline Bisset è la madre della protagonista o della povera ragazza demente crocifissa ad un letto, per esempio, ragazza che è esistita veramente come testimonia il protagonista maschio. Poi psicanalisti e psicologi potranno rigirarsela come vogliono, rotolare parole nella loro bocca e sulla carta, spendere parole e spiegazioni, ma un filo conduttore e una trama logica e comprensibile in questo film io non l'ho vista.
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Scusate, ma in un film in cui non si riesce a separare la fantasia dalla realtà, l'incubo dalla vita vera, vissuta, dove c'è una cosa e il suo contrario, si arriva alla fine che non si capisce chi è chi, e si resta come degli allocchi, chiedendosi: boh? Se Jaqueline Bisset è la madre della protagonista o della povera ragazza demente crocifissa ad un letto, per esempio, ragazza che è esistita veramente come testimonia il protagonista maschio. Poi psicanalisti e psicologi potranno rigirarsela come vogliono, rotolare parole nella loro bocca e sulla carta, spendere parole e spiegazioni, ma un filo conduttore e una trama logica e comprensibile in questo film io non l'ho vista. Ho visto scene di sesso attizzanti, quelle sì, con la protagonista che oltretutto è sì magra, ma ha una camminata che ferma il traffico. Ma il resto è pura confusione.
Ah! dimenticavo. Film per maggiori di 13 anni, come dice la presentazione in alto? Se la sodomizzazione di un uomo da parte della partner è adatta ai 13enni, non ho altro da agiungere, vostro onore.
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matteo
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martedì 16 giugno 2020
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gatti, gemelli e psicoanalisi
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Spiace dare un voto basso a un film di Ozon che è un regista che di certo non banale, ma questa volta direi che l'eccesso di sofisticazione della trama pare davvero troppo forzato. Intendiamoci il film è girato in modo impeccabile, nel suo stile ma è la trama che non convice. L'uso della psicanalisi è il pilastro portante della narrazione e le proiezioni della protagonista non aggiungono niente di nuovo ai clichè sull'inconscio. Sofisticazioni fini a se stesse riferimenti nemmeno troppo velati a Polansky di Rosmary's baby e dell'Inquilino del Terzo piano. Insomma da Ozon mi aspetto un'indagine sull'altro di altro spessore e originalità.
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gianleo67
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giovedì 29 novembre 2018
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la rimozione del senso di colpa genera mostri
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Le sedute psicologiche con cui la bella Chloè tenta di risolvere un misterioso disturbo psicosomatico si interrompono improvvisamente quando si innamora del suo terapeuta ed inizia con con lui una appagante convivenza. La scoperta di un gemello dell'uomo, anche lui psichiatra ma dal carattere assai meno remissivo, la spinge ad indagare sull'oscuro passato dei due fratelli, facendo emergere un vissuto conflittuale e violento che la accomuna misteriosamente ai due uomini. Secondo adattamente per il cinema (dopo Lies of the Twins di Tim Hunter con una bellissima Isabella Rossellini) del romanzo Lives of the Twins della scrittrice americana Joyce Carol Oates, sembra un soggetto non originale singolarmente nelle corde del regista francese avvezzo alle metafore psicanalitiche come Ozon, ma anche una stratificata contaminazione tra diversi registri narrativi (il thriller psicologico, il giallo, il dramma sentimentale) che rispondono perfettamente ad una idea di racconto che fa dell'ambiguità e delle interferenze dell'inconscio una delle peculiarità principali della sua poetica tutta votata ad una manipolazione onirica e trasfigurante degli elementi del reale (Swimming Pool).
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Le sedute psicologiche con cui la bella Chloè tenta di risolvere un misterioso disturbo psicosomatico si interrompono improvvisamente quando si innamora del suo terapeuta ed inizia con con lui una appagante convivenza. La scoperta di un gemello dell'uomo, anche lui psichiatra ma dal carattere assai meno remissivo, la spinge ad indagare sull'oscuro passato dei due fratelli, facendo emergere un vissuto conflittuale e violento che la accomuna misteriosamente ai due uomini. Secondo adattamente per il cinema (dopo Lies of the Twins di Tim Hunter con una bellissima Isabella Rossellini) del romanzo Lives of the Twins della scrittrice americana Joyce Carol Oates, sembra un soggetto non originale singolarmente nelle corde del regista francese avvezzo alle metafore psicanalitiche come Ozon, ma anche una stratificata contaminazione tra diversi registri narrativi (il thriller psicologico, il giallo, il dramma sentimentale) che rispondono perfettamente ad una idea di racconto che fa dell'ambiguità e delle interferenze dell'inconscio una delle peculiarità principali della sua poetica tutta votata ad una manipolazione onirica e trasfigurante degli elementi del reale (Swimming Pool). Se i sintomi non diagnosticati di una dolorosa endometriosi sono l'allarmante manifestazione del doppio che si cela nelle irrisolte conflittualità della protagonista, lo è altrettanto l'ambivalenza di un comportamento sessuale che passa con disinvoltura da una strategia seduttiva di studiata remissività, alla brutalità di una relazione carnale fondata sulla smaccata imposizione dei ruoli: una sperimentazione del doppio maschile (quello più femminile dell'uno e quello più mascolino dell'altro) che faccia emergere il doppio femminile di cui la stessa si fa portatrice (quello della seduttrice e quello della sedotta); in una continua spola tra la ricerca di una irrisolta serenità familiare ed una appagante dominazione dei sensi. Va da sè che ad uscirne a pezzi è la solita morale borghese fondata sulle bugie impunemente confessate ("mia madre è morta") e quelle di una inconfessabile verità frammentata dalla pluralità dei punti di vista (il tentato suicidio di Sandra), in un gioco di specchi che ricerca anche visivamente il riflesso di un controcampo che cela alla vista la reale natura dei suoi interlocutori. Con un gusto dell'orrido che qualcuno ha giustamente accostato a Cronenberg, le manifestazioni somatiche di queste perversioni si giocano tutte su soluzioni visive disturbanti, tra una vagina (dentata?) ululante che grida al mondo la sua rabbia, il chiralismo dei gemelli a specchio, le suggestioni di ancestrali pratiche di soppressione nei parti doppi, l'eccentricità genetica della trisomia cromosomica sessuale di gatti tartaruga che producono chimere mostruose e affascinanti, per finire con una finta gravidanza che principia con lo squarcio addominale di uno xenomorfo e finisce con il cesareo di una rimozione del senso di colpa che sembra saldare i conti con il passato (la madre di Sandra è...la madre di Chloe) e rappacificare le relazioni; almeno fino alla prossima volta che non ci si guarderà allo specchio. Marine Vacth è una conturbante dea egizia dai capelli a caschetto e dalla bellezza felina. Presentato in concorso per la Palma d'oro al Festival di Cannes 2017, ha riscosso una accoglienza critica immeritatamente tiepida.
«Giù, giù all'inferno! E dì che ti ci ho mandato io! Sono venuto al mondo con le gambe per prime...E la donna gridò:"E' nato con i denti!"
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astromelia
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domenica 18 novembre 2018
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ci si perde
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credo che la trama sia tutta nella testa della protagonista,un film onirico ma dal quale lo spettatore perde il contesto e ne esce disorientato,quale la finzione e quale la realtà?e le considerazioni sui gemelli veramente al limite dell'horror sebbene esistano descrizioni psicanalitiche sull'argomento....mah
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robvillari
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mercoledì 22 agosto 2018
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bel risvolto finale.
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Bel risvolto finale.Bel simbolismo. A tratti un po' lento
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ralphscott
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sabato 23 giugno 2018
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tra sogno e realtà
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Ambizioso,come il suo regista che,non è la prima volta,non prescinde dalla qualità,ma annaspa in un esito finale macchinoso e di fatto un po' noioso. Ben venga lo sconfinamento tra vero ed immaginario,ma il rischio di seminare per strada il coinvolgimento dello spettatore andrebbe evitato.
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didino
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venerdì 25 maggio 2018
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ottimo film, ma alla fine come va a finire????
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Ottimo film, ma gradirei che i signori super esperti che mi hanno preceduto nei commenti... ci spiegassero come alla fine sia andata a finire!! Grazie.
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no_data
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mercoledì 2 maggio 2018
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il modulo per il rimborso del biglietto?
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Una stella. Film mediocre? Io non lo considero un film. Vorrei ma non posso? No.Voglio e lo so fare. Siete voi che non capite. Si. Io mi sono sentito stupido. Poi ho scelto di lasciarmi andare.....Si. Davvero quello che hai sentito e' davvero un dialogo, volgare, inutile. Si non stai capendo nulla perche c'e' confusione. Incongruenza. Ridicola ironia. Sempre piu' nervosamente perche' inutilmente propenso all'ottimismo mi arrendo verso la fine e rido di me edei commenti che leggo.
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francesco
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mercoledì 2 maggio 2018
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un film a diversi strati
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Ho visto un film complesso nel quale spicca a mio giudizio una feroce critica al mondo della psicanalisi che ho notato in almeno 3 episodi:
un terapeuta ( Paul) che non gestisce un tranfert con una bella paziente chiude correttamente una terapia, ma non accompagna la paziente in un nuovo percorso con altro professionista, ma addirittura inizia una relazione con lei ancora irrisolta decidendo di andarci a convivere.
Terapie che si svolgono in luoghi di grande lusso che costano molti danari nonostante possano durare pochi minuti e con un rapporto terapeuta - paziente assolutamente sbilaciato.
Terapeuti che al party offerto da una di loro parlano dei loro pazienti come se fossero degli strani animali, dimetichi che il loro lavoro si occupa di anime.
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Ho visto un film complesso nel quale spicca a mio giudizio una feroce critica al mondo della psicanalisi che ho notato in almeno 3 episodi:
un terapeuta ( Paul) che non gestisce un tranfert con una bella paziente chiude correttamente una terapia, ma non accompagna la paziente in un nuovo percorso con altro professionista, ma addirittura inizia una relazione con lei ancora irrisolta decidendo di andarci a convivere.
Terapie che si svolgono in luoghi di grande lusso che costano molti danari nonostante possano durare pochi minuti e con un rapporto terapeuta - paziente assolutamente sbilaciato.
Terapeuti che al party offerto da una di loro parlano dei loro pazienti come se fossero degli strani animali, dimetichi che il loro lavoro si occupa di anime.
Sono anche convinto che i gemelli sono nella mente di Cloè, mente disturbata che vede nella vita situazioni che sempre la riportano alla sua triste infanzia causa regina del suo stato emotivo attuale.
E' un film intenso, forse pieno di argomenti non sempre trattati e approfonditi a dovere, con tante citazioni cinematografiche e psicologiche ( le scale a chicciola, la vagina mutante delle immagini iniziali solo per segnalarne alcune ) con una bella fotografia e due bravi attori.
Penso che sia uno di quei film che alla seconda visione danno il meglio di loro stessi.
francesco
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