peer gynt
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sabato 26 novembre 2016
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piccolo et torna a casa
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Deludente film di fantascienza che si affida a silenzi, pause che vorrebbero sollecitare la suspence (e invece conciliano il sonno) e cose non dette per incutere apprensione e contrabbandare il mistero. E invece si tratta dell'ennesimo film che tratta il tema della vita extraterrestre senza avere nulla da dire e senza apportare alcuna idea nuova. Non si racconta nulla del prima, nulla degli alieni, nulla dei superpoteri del ragazzino: tutto è lasciato al non detto, più per mancanza di idee che per eccitare il nostro senso del mistero. La storia è non solo semplice, ma sostanzialmente già vista, e il pensiero va ovviamente ad "ET". Con la differenza che il ragazzino di questo film, che si capisce molto presto essere un alieno, non riesce mai a diventare un personaggio: ragazzino serio, silenzioso, che vive come una sorta di malattia i suoi strani superpoteri, fino a capire all'improvviso chi è e dove deve andare.
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Deludente film di fantascienza che si affida a silenzi, pause che vorrebbero sollecitare la suspence (e invece conciliano il sonno) e cose non dette per incutere apprensione e contrabbandare il mistero. E invece si tratta dell'ennesimo film che tratta il tema della vita extraterrestre senza avere nulla da dire e senza apportare alcuna idea nuova. Non si racconta nulla del prima, nulla degli alieni, nulla dei superpoteri del ragazzino: tutto è lasciato al non detto, più per mancanza di idee che per eccitare il nostro senso del mistero. La storia è non solo semplice, ma sostanzialmente già vista, e il pensiero va ovviamente ad "ET". Con la differenza che il ragazzino di questo film, che si capisce molto presto essere un alieno, non riesce mai a diventare un personaggio: ragazzino serio, silenzioso, che vive come una sorta di malattia i suoi strani superpoteri, fino a capire all'improvviso chi è e dove deve andare. Al suo fianco una madre che, come personaggio, è piatta come una sogliola (la povera Kirsten Dunst ha fatto del suo meglio, ma la sceneggiatura che la riguarda le concede poche battute e nessun approfondimento psicologico) e un padre che ha come unico obiettivo di difendere il figlio che ama: non capisce cosa stia succedendo, ma va avanti a testa bassa a difenderlo da tutto e tutti (e l'attore che lo interpreta, inutile negarlo, per tutto il film mantiene sempre la stessa espressione di testardaggine ottusa e depressa). Altra figura di contorno l'amico poliziotto, che aiuta il povero padre a portare il figlio con superpoteri all'appuntamento con gli alieni. Alla selva di notazioni psicologiche su tutti i personaggi che mostrava lo spielberghiano "ET" risponde la piattezza silente di questa vicenda, che nemmeno nella finale apparizione degli alieni fatti di luce riesce a risollevarsi. Peccato, ma da una storia così tanto "già vista" solo un gran regista avrebbe saputo tirar fuori un gran film.
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felicity
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mercoledì 24 febbraio 2021
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fantascienza con sentimenti e profonde riflessioni
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In Midnight Special – Fuga nella notte lo spettatore viene gettato proprio nel mezzo della sequenza finale che sta portando la storia verso la sua risoluzione.
Non esiste una ‘preparazione’ a questo momento qui, perché non ne abbiamo bisogno: abbiamo visto già abbastanza vicende simili a questa da riuscire a indovinarne almeno il profilo approssimativo, e lo sceneggiatore e regista non ha alcun interesse a visitare un terreno già esplorato o a perdere tempo con dettagli superflui.
Midnight Special - Fuga nella notte non è un film che punta sulla trama, invece, questa è una storia sulle emozioni che troppo spesso vengono ignorate in quei thriller di fantascienza a cui Midnight Special – Fuga nella notte si può accostare.
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In Midnight Special – Fuga nella notte lo spettatore viene gettato proprio nel mezzo della sequenza finale che sta portando la storia verso la sua risoluzione.
Non esiste una ‘preparazione’ a questo momento qui, perché non ne abbiamo bisogno: abbiamo visto già abbastanza vicende simili a questa da riuscire a indovinarne almeno il profilo approssimativo, e lo sceneggiatore e regista non ha alcun interesse a visitare un terreno già esplorato o a perdere tempo con dettagli superflui.
Midnight Special - Fuga nella notte non è un film che punta sulla trama, invece, questa è una storia sulle emozioni che troppo spesso vengono ignorate in quei thriller di fantascienza a cui Midnight Special – Fuga nella notte si può accostare.
Sono le emozioni non solo dei personaggi sullo schermo, ma anche di noi che stiamo guardando.
Il risultato è così un dramma intensamente avvincente – pieno di colpi di scena intelligenti, riflessivi e personali su alcuni dei cliché familiari del cinema di fantascienza – sulle forze motrici della paranoia e dell’autoconservazione, ma anche sul potere dell’amore e della speranza.
Midnight Special – Fuga nella notte cattura magnificamente, sottilmente ma profondamente, la spiritualità non religiosa della fantascienza, quell’ottimismo che brama i suggerimenti di qualcosa di più di questo nostro piccolo mondo, ma qualcosa di più che non richiede necessariamente il soprannaturale.
Non vogliamo una fantasia, vogliamo solamente una realtà più grande e migliore.
Midnight Special – Fuga nella notte bisbiglia speranzoso che un mondo migliore sia alla nostra portata. Una sensazione che manca alla fantascienza sul grande schermo da molto tempo.
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gianleo67
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venerdì 21 aprile 2017
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torna, sta' casa aspetta a te...
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Sottratto dal padre, grazie all'aiuto di un suo amico poliziotto, da una comunità religiosa che gli attribuisce poteri sovrannaturali, il giovane Alton è ricercato dagli emissari di quest'ultima e dal governo federale mobilitatosi in massa per l'occasione. Raggiunta la madre biologica del ragazzo, il gruppo si mette in viaggio verso una destinazione segreta che, in un giorno prestabilito, sembra essere il luogo predestinato per una misteriosa rivelazione apocalittica.
Se il luogo prediletto del cinema di Jeff Nichols sembra da sempre essere una provincia americana di rancori e ossessioni ataviche dove i panni sporchi si lavano in famiglia, il luogo comune di questo supernatural movie è invece quello dichiaratamente mainstream della sua prima opera non indipendente (targata Warner) che si ispira ai modelli politicamente corretti (e riveduti) di un rendez-vous interplanetario di spielberghiana memoria (Incontri ravvicinati del Terzo Tipo).
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Sottratto dal padre, grazie all'aiuto di un suo amico poliziotto, da una comunità religiosa che gli attribuisce poteri sovrannaturali, il giovane Alton è ricercato dagli emissari di quest'ultima e dal governo federale mobilitatosi in massa per l'occasione. Raggiunta la madre biologica del ragazzo, il gruppo si mette in viaggio verso una destinazione segreta che, in un giorno prestabilito, sembra essere il luogo predestinato per una misteriosa rivelazione apocalittica.
Se il luogo prediletto del cinema di Jeff Nichols sembra da sempre essere una provincia americana di rancori e ossessioni ataviche dove i panni sporchi si lavano in famiglia, il luogo comune di questo supernatural movie è invece quello dichiaratamente mainstream della sua prima opera non indipendente (targata Warner) che si ispira ai modelli politicamente corretti (e riveduti) di un rendez-vous interplanetario di spielberghiana memoria (Incontri ravvicinati del Terzo Tipo). Poco male, tanto più che il road movie a conduzione familiare si presta bene ad assecondare il dinamismo di una caccia all'uomo dove la commistione tra buoni sentimenti e sanguinose rese dei conti sono le costanti di un cinema riflessivo e spettacolare che sembra soddisfare le esigenze tanto del pubblico generalista che della solite kermesse autoriali a cui il nostro non manca mai. La quadratura del cerchio, come sempre nel caso di un'opera tutto sommato convenzionale, sta' proprio nell'originalità della storia e nello spessore di caratteri che dovrebbero sopperire con credibilità e coerenza, ai voli pindarici di un plot che sappiamo benissimo dove andrà a parare. Costruito sul doppio, a tratti triplo, binario di una convergenza di interessi egoistici (familistici, millenaristici, nazionalistici) centrati sulla figura messianica di un piccolo supereroe fotofobico con occhialetti da sub e cuffie antirumore, il film di Nichols prende subito una strada piuttosto confusa (soprattutto in fase di editing) che ci porta dalla fuga col pupo lastricata di buone intenzioni e troppi morti (A Perfect World, Arizona Junior), alla feroce rivalsa di fanatici religiosi sul piede di guerra (Martha Marcy May Marlene) fino alla manipolazione governativa di una realtà multidimensionale che sfugge inevitabilmente al controllo dei suoi sprovveduti emissari (The Signal, Beyond: Two Souls), per concludersi con una spettacolosa e dispendiosa operazione di recupero aliena (ma 'o guaglione è figlio a chi?) che sa di proselitismo pacifista interstellare (senza codici di comunicazione multitonali e con Adam Driver al posto di Truffaut, sic!) e smodato esibizionismo tecnologico centrato sul Golfo del Messico. Insomma tutto abbastanza derivativo e sensazionalistico per un film che non riesce a bilanciare l'attenzione per i dettagli del racconto cinematografico col più ampio respiro della sua vocazione alla parabola morale e con un finale che si allunga oltre il dovuto. A parte una contrita e scolorita Kirsten Dunst (madre coraggio di un figlio fatto di luce), gli altri se la cavano abbastanza bene: compreso il S.Giuseppe putativo del 'feticcio' Shannon e la generosità fraterna dello squadrato Edgerton. Bellissima la fotografia di Adam Stone. Candidatura per l'Orso d'oro al Festival di Berlino 2016.
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