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In Sotto il cielo delle Hawaii l'impressione è di avere a che fare col classico "film cartolina", ciò è confermato dallo sguardo paesaggistico e superficiale rivolto in fase di sceneggiatura al folklore locale, con la presenza dei nativi quali figure di supporto, ad un passaggio chiave alla trama principale e quel sapore esotico ed idilliaco che le Hawaii sembrano qui garantire, non instillando mai un dubbio sul fatto che le cose possano andare storte nella nascente love-story tra i due personaggi principali.
Una colonna sonora ad hoc, comprendente anche pezzi dei Rolling Stones, villain dallo sguardo sornione e rassicurante (in questo caso quello di un Bill Murray sottotono) e un menage a trois platonico che non decolla mai in scenate di gelosia o passione, rendono il procedere degli eventi di una piattezza disarmante, tra feste e balli sfrenati dove l'amore e i buoni sentimenti sono destinati sempre e comunque a trionfare.
L'ultima parte tenta una sortita dalla sfumature vagamente tensive/avventurose, ma è troppo poco per rivitalizzare l'inerzia narrativa generata in precedenza e l'alchimia tra i "belli e impossibili" Bradley Cooper - Emma Stone - Rachel McAdams non risulta mai convincente, tanto che la scena più riuscita è quella che vede il protagonista alle prese con il personaggio di John Krasinski, tutta giocata su un'ironica comprensione mentale.
Il film convince sporadicamente solo quando guarda ad un tipo di cinema d'altri tempi, dolce e garbato, ma la messa in scena da cartolina e situazioni via via più rocambolesche ed improbabili fanno ben presto perdere interesse ad una vicenda che entra da un orecchio ed esce dall'altro, senza lasciare traccia.
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