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Moccia conferma grandemente la capacità del suo sguardo registico di appiattire l'essere umano fino a trasformarlo in un burattino svuotato d'ogni impulso vitale, vittima di clichè, luoghi comuni e battute di quart'ordine, cornice d'un disegno comico che si ripete immutato. L'incapacità di sondare l'animo umano in modo originale non sarebbe così grave se il prodotto si presentasse per essere squisitamente e godibilmente comico; così però non è: Tutto il film è anumato dall'imperdonabile pretesa d'essere un compiuto ritratto generazionale, nel quale, spiace dirlo, può veramente riconoscersi solo chi, come lui, si ferma all'apparenza senza sforzarsi di andare oltre.
La forumla è vincente perchè ammicca sonorionamente ad un pubblico di massa che da questa balaità trae esattamente ciò di cui ha bisogno: una qualche risata (che scapperà a chi ride sempre delle stesse cose) e una qualche storiella d'amore inspida, insulsa e comune nella quale proiettare il riconoscimento della propria esperienza.
A proposito, io il film non l'ho visto.
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