Capitol City, distopica capitale del regno di Panem, è costretta a guardarsi allo specchio e confrontarsi con gli orrori sui quali sta costruendo il suo eccessivo benessere. I gesti di Katniss nel corso della precedente edizione degli Hunger Games hanno rotto gli schemi ed ora, tra i distretti sottomessi, c’è chi alza la testa. Il presidente Snow, preoccupato di mantenere saldo e forte il suo regime, non da tregua alla protagonista e la riconduce nell’incubo dell’arena con la speranza che trovi la morte o la disperazione che distrugga sia quell’artificiale e finta immagine di sé che affascina il popolo di Capitol City che quella (più autentica e sconsiderata) di ribelle che ha ispirato le lotte in tutto il paese.
Nel fiorire cinematografico del fantasy di Suzanne Collins, si tocca questa volta un nuovo livello di fiera indipendenza e differenziazione nei confronti delle pellicole teen con le quali la saga è stata prepotentemente confrontata e che fanno delle relazioni sentimentali tra i protagonisti il cuore pulsante della narrazione. Il personaggio di Katniss, ben lungi dall’altalenare tra i vertici di un triangolo amoroso, si posiziona prepotentemente al di fuori di ogni speculazione. In un mondo distrutto da una società al potere vuota, il simbolo della rivolta si dimostra estremamente umana e ferita perlomeno nella capacità di condurre una vita interiore. Ed è proprio il divenire simbolo della resistenza che contrasta con il languido paradosso che chi ha osato affrontare il potere di Capitol City è stata depauperata dell’amore. Sotto il versante emotivo Katniss è, infatti, un personaggio estremamente involuto. La sua impulsività e gli attacchi di panico (ed ira) lo dimostrano di continuo.
La lotta per la sopravvivenza personale e per quella degli affetti sono la sola benzina che fomenta la denuncia sociale del regime, ruolo che la protagonista si ritrova a vestire senza intenzione. Manca, infatti, di una consapevolezza idealistica negli atti che fomentano le rivolte nei distretti. È proprio questa spontaneità che incanta e intriga.
Una riflessione va certamente dedicata a Jennifer Lawrence (reduce dall’oscar per Il Lato Positivo) che è riuscita a calarsi nel personaggio con una recitazione così profonda da meritare pienamente il lungo ed eloquente primo piano dell’ultima scena: il degno finale per il film di una saga che si prepara a una svolta meno televisiva.
Considerando l’opera come preparazione e sviluppo delle pellicole future si riesce a intuire il motivo della ben più lenta nella narrazione rispetto al primo episodio. Vista la scelta (prettamente commerciale) di dividere l’ultima fonte in due parti, si è avvertito il bisogno di prendere per mano lo spettatore per educarlo a considerare il finale della saga con un ritmo meno incalzante.
Riconferme anche per la colonna sonora che, combinata con una fotografia in continuità con il primo episodio, dà una grossa mano a regista ed attori nel creare atmosfere avvolgenti e coinvolgenti.
La Ragazza di Fuoco, insomma, supera l’esame e schiva i pericoli della narrazione insoddisfatta che rischiano sempre di schiantarsi sugli episodi di mezzo delle saghe cinematografiche. Se pur non perfettamente concludente, il film fa il suo dovere: costruisce le basi e crea attesa (come se il filone ne avesse bisogno..). Aspettando i prossimi capitoli, non resta che consigliare la visione a chi, negli ultimi anni, ha invocato con forza la svolta nel cinema teen verso qualcosa di più impegnato e meno morboso.
[+] lascia un commento a michele marconi »
[ - ] lascia un commento a michele marconi »
|
valeguitar
|
giovedì 5 dicembre 2013
|
e ne vedremo delle belle...
|
|
|
|
Ciao, ottima recensione, e se non hai letto la trilogia sei veramente un grande perché hai centrato perfettamente il tema, soprattutto per quanto riguarda la personalità di Katniss (descrizione perfetta). Io aggiungerei soltanto che in questo caso la trasposizione cinematografica è validissima, e sono stato contento di non dover dire "Carino, ma il libro è tutta un'altra cosa...". Stavolta è una bella competizione libro/film! La saga inventata da Suzanne Collins sarà pure adolescenziale (e non sono d'accordo perché è tutt'altro che banale) ma è veramente avvincente, e ci sarà un motivo per cui Stephen King, ormai non più considerato scrittore di serie B, ne è grande fan. Tra l'altro mi sto divertendo da pazzi perché, ovviamente, so benissimo cosa succederà negli episodi successivi, e faccio rosicare gli amici dicendo "Eh, ci saranno altri colpi di scena che non immaginate.
[+]
Ciao, ottima recensione, e se non hai letto la trilogia sei veramente un grande perché hai centrato perfettamente il tema, soprattutto per quanto riguarda la personalità di Katniss (descrizione perfetta). Io aggiungerei soltanto che in questo caso la trasposizione cinematografica è validissima, e sono stato contento di non dover dire "Carino, ma il libro è tutta un'altra cosa...". Stavolta è una bella competizione libro/film! La saga inventata da Suzanne Collins sarà pure adolescenziale (e non sono d'accordo perché è tutt'altro che banale) ma è veramente avvincente, e ci sarà un motivo per cui Stephen King, ormai non più considerato scrittore di serie B, ne è grande fan. Tra l'altro mi sto divertendo da pazzi perché, ovviamente, so benissimo cosa succederà negli episodi successivi, e faccio rosicare gli amici dicendo "Eh, ci saranno altri colpi di scena che non immaginate...", ovviamente non andando oltre perché se dico qualcosa mi picchiano. Non credo che ce la faranno ad arrivare al 2015 e andranno in libreria a comprare "Il canto della rivolta"! :-)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a valeguitar »
[ - ] lascia un commento a valeguitar »
|
|
d'accordo? |
|
|