donni romani
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domenica 9 settembre 2012
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un deniro dolente ma mai domo
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Conoscendo la bulimia cinematografica che ha assalito Robert De Niro negli ultimi anni e che lo ha portato ad interpretare in modo svogliato pellicole al limite dell'imbarazzante è con un certo scetticismo che si approcciano i nuovi titoli che lo riguardano. Being Flynn però ha uno spessore toccante e dolente che gli permette di aderire alla sceneggiatura con maggiore credibilità. Il personaggio di De Niro, Jonathan Flynn è un taxista newyorkese rancoroso verso tutto e tutti - impossibile non pensare a Travis Bickle in alcune scene in cui guarda con disgusto i suoi passeggeri - che per tutta la vita ha ostinatamente scritto il "romanzo dei romanzi", il capolavoro della letteratura americana che solo per la miopia delle case editrici ancora non è diventato un best seller.
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Conoscendo la bulimia cinematografica che ha assalito Robert De Niro negli ultimi anni e che lo ha portato ad interpretare in modo svogliato pellicole al limite dell'imbarazzante è con un certo scetticismo che si approcciano i nuovi titoli che lo riguardano. Being Flynn però ha uno spessore toccante e dolente che gli permette di aderire alla sceneggiatura con maggiore credibilità. Il personaggio di De Niro, Jonathan Flynn è un taxista newyorkese rancoroso verso tutto e tutti - impossibile non pensare a Travis Bickle in alcune scene in cui guarda con disgusto i suoi passeggeri - che per tutta la vita ha ostinatamente scritto il "romanzo dei romanzi", il capolavoro della letteratura americana che solo per la miopia delle case editrici ancora non è diventato un best seller. Un passato in carcere e un presente senza casa e senza futuro costringono Jonathan a ricontattare il figlio Nick, abbandonato insieme alla moglie anni prima, cresciuto insicuro e segnato dal suicidio della madre, che lavora come volontario in un rifugio per homeless. Ed è lì che saltuariamente Nick e Jonathan si incontrano, e si scontrano, la personalità debordante e quasi maniacale di Jonathan ad aggredire, a ferire, e quella mite e inquieta di Nick a subire, a resistere. La mania di grandezza di Jonathan è però compensata da una immensa dignità e da un'ostinazione a vivere con fierezza che lo fa vagare per le strade al gelo senza arrendersi, e che fa sopportare a Nick i suoi eccessi, le intemperanze e le assenze. Dovranno allontanarsi per ritrovare ognuno il proprio equilibrio e la scena finale in una libreria, dove Nick legge brani del libro che ha scritto - e lui sì, al contrario del padre pubblicato - ha un tasso di tensione emotiva di altissimo livello e l'ultima battuta di De Niro e il suo ultimo sguardo ci restituiscono l'attore che conosciamo e amiamo. Un film dolente, con due protagonisti provati dalla vita, che si piegano, e si spezzano - Nick dopo aver rincontrato il padre inizia una china autodistruttiva pericolosa e quasi auto indulgente da cui uscirà solo dopo aver toccato il fondo della dipendenza da alcool e droga - ma che scava nel fallimento personale con coraggio e onestà consegnandoci uno spaccato del mondo degli emarginati mai edulcorato e mai pietistico. Il film è tratto dal libro autobiografico di Nick Flynn "Another Bullshit Night in Suck City" e le dinamiche padre figlio sono per questo sincere e scarnificate, dando alla malinconia e alla rabbia dei protagonisti un emozionante terreno in cui crescere. In più De Niro si concede una scena gigionesca in cui, in uno dei suoi deliri razziali, dichiara con furore che odia le nere e che non riuscirebbe neanche a baciarne una. Farà sorridere chiunque conosca la sua vita privata.
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elgatoloco
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giovedì 21 maggio 2020
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pseudoscrittore e figlio in bilico
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"Being Flynn"(Paul Weisz, anche sceneggiatura dal libro autobiografico di Nick Flynn, 2012)è un film problematico ma intelligente, che ci mette di fronte a una realtà dolente, altrimenti"olvidada"-"forgotten"-forclusa non a caso. IL padre, Johnthan Flynn, si crede un grande scrittore, degno se non migliore di Salinger, mentre è un tassista fallito, con grandi problemi di sopravvienza, che dopo anni ritrova il figlio , che lavora in un centro per senzatetto, di cui il padre, sempre più derelitto, diviene ospire fisso, finché ne viene espulso per schiamazzi e insulti vari(tra l'altro è razzista e omofobo), mentre il figlio, che nella sua vita è stato sommerso da lettere paterne, non l'ha mai conosciuto(la madre, che lavorava regolarmenete, ha avuto vari amanti, ma alla fine si era suicidata): La"dark America", il volto nascosto della Big Apple, in questo film che ci dà un ritratto impietoso di quanto volutamente è sommerso-"messo fra parentesi", con sequenze, soprattutto notturene ma non solo, che"illuminano"(lo dico ossimoricamente)uan realtà terribile, quella degli esclusi, nella quale si"annida"qualcuno che questi stessi ospiti li vorrebbe forse sopprimere o far morire di stenti.
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"Being Flynn"(Paul Weisz, anche sceneggiatura dal libro autobiografico di Nick Flynn, 2012)è un film problematico ma intelligente, che ci mette di fronte a una realtà dolente, altrimenti"olvidada"-"forgotten"-forclusa non a caso. IL padre, Johnthan Flynn, si crede un grande scrittore, degno se non migliore di Salinger, mentre è un tassista fallito, con grandi problemi di sopravvienza, che dopo anni ritrova il figlio , che lavora in un centro per senzatetto, di cui il padre, sempre più derelitto, diviene ospire fisso, finché ne viene espulso per schiamazzi e insulti vari(tra l'altro è razzista e omofobo), mentre il figlio, che nella sua vita è stato sommerso da lettere paterne, non l'ha mai conosciuto(la madre, che lavorava regolarmenete, ha avuto vari amanti, ma alla fine si era suicidata): La"dark America", il volto nascosto della Big Apple, in questo film che ci dà un ritratto impietoso di quanto volutamente è sommerso-"messo fra parentesi", con sequenze, soprattutto notturene ma non solo, che"illuminano"(lo dico ossimoricamente)uan realtà terribile, quella degli esclusi, nella quale si"annida"qualcuno che questi stessi ospiti li vorrebbe forse sopprimere o far morire di stenti. "Si viene al mondo per aiutare gli altri", ripete in continuazione Jonathan....dove chi ha maggiormente bisogno d'aiuto, in realtà, è lui stesso,Paradosso nel paradosso, Nick Flynn, che era divenuto quasi un tossicomane, nel 2000 esordiva, dopo essersi"rimesso in carregiata"con un libro di poesie pluripremiato, dove il padre, che si crede un genio della poesia e della letteratura, crede di riconoscere la vena ereditaria da lui lasciata... Dolente Robert De Niro, che con questo film ha dato certamente una delle migliori interrpretazioni in età, diciamo così, "adulta", ma il figlio reso da Paul Dano, non è meno bravo, mentre Julianne Moore, nella parte della madre fornisce a sua volta un ritratto denso e malinconico di ciò che si definisce, generalmente e spesso molto genericamente"depressione", sneza in relatò riuscire a identificare la cosa, l'"oggetto della cosa", come ben noto. Olivia Thirlby, dal canto suo è la fidanzata di Nick, che con lo stesso viene ad aver un rapporto ovviamente difficile. Esempio di film veramente"problematico", ma che non concede nulla né al larmoyant né a quanto è corrivo e retorico-consolatorio. El Gato
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