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Avevo già ottime aspettative prima di entrare in sala per questo film, sapendo che il regita aveva esordito col molto interessante “moon”.
Dal mio punto di vista il risultato che ha prodotto Dancan Jones è un film sopra la media:la regia, gli attori, la fotografia, e la sceneggiatura sono piuttosto convincenti.
I temi trattati, alcuni dei quali il regista aveva già introdotto in ” moon”, non sono affatto banali: il tema del doppio,l’uomo visto come un strumento da utilizzare per secondi fini,l’eutanasia, il confine tra scienza e umanesimo,il carpediem.
il film scade un po’ nel finale: avrei sicuramente valutato meglio la pellicola se i titoli di coda fossero partiti nel bellissimo ferma immagine una volta staccata la spina del mantenimento vitale del protagonista, anzichè protrarre il film ipotizzando una nuova realtà alternativa parallela, soluzione che trovo abbastanza consolatoria e commerciale, cosa che non mi piace accettare da un bravo e originale regista quale Duncan Jones.( probabilmente il finale consolatorio, nel quale i buoni riescono a vivere tutti felici e contenti, sarà stato imposto dalla produzione per risultare più gradevole al pubblico di massa)