Bobby Fischer Against the World |
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Un film di Liz Garbus.
Con Bobby Fischer, Boris Vasil'evic Spasskij, Henry Kissinger, Garry Kasparov
Titolo originale Bobby Fischer Against the World.
Documentario,
Ratings: Kids+16,
durata 90 min.
- USA, Gran Bretagna, Islanda 2011.
- MYMOVIESLIVE!
uscita lunedì 23 gennaio 2012.
MYMONETRO
Bobby Fischer Against the World
valutazione media:
3,28
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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niente è più curativo di un gesto umanodi angelo umanaFeedback: 110715 | altri commenti e recensioni di angelo umana |
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giovedì 26 gennaio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quello che nel 1972 ci sembrò un “normale” campionato mondiale di scacchi fu il punto di arrivo e la ripartenza per una vita un po’ disordinata di quel ragazzone 29enne dall’andatura sgraziata. Anche in questo sta il merito del regista del documentario “Bobby Fischer against the world”: nell’averci fatto conoscere l’uomo che stava dentro il campione. I drammi vissuti da bambino, un “upset child” come è definito nel film, il difficile rapporto con la madre, l’adulto suo amico che scopre essere suo padre quando questo muore e il bambino ha solo 9 anni. Già a 6 anni divorava libri di scacchi e a 7 aveva cominciato a “fare sul serio”. Alla morte del padre gli scacchi diventarono il suo unico rifugio, un isolamento da persona “extremely talented” e “goal directed” ma con problemi psicologici, che non condivideva nulla con nessuno, nemmeno coi suoi coetanei. Abbiamo scoperto che la sfida vinta a Boris Spassky – che gli valse l’applauso dallo stesso avversario (“niente è più curativo di un gesto umano”, disse poi) - rappresentò il massimo del suo talento, la conquista a cui aveva ambito per tutta la vita fino ad allora. Dopo si scoprì fragile e instabile, lo scopo raggiunto tolse il telo sopra una vita vuota, la fama mondiale fu come gli avessero tolto qualcosa. Non aveva altro al mondo, aderì a una setta religiosa, ebbe paura di tornare a sedersi davanti alla scacchiera: così perse il titolo a favore del giovane Anatolij Karpov. Lui così schivo e solitario era diventato già 15enne il simbolo di una supremazia che gli americani (si era ai tempi di Nixon e Breznev) volevano strappare ai russi. Ormai conosciuto fuggiva dai reporters e dalla gente, l’”Against the world” sembra essere una battaglia, più che contro gli altri, contro sé stesso, le sue fobie, il suo isolamento. Morì a 65 anni nel 2008 in Islanda, la nazione che aveva ospitato la sfida del ‘72 e che gli aveva dato la nazionalità dopo che gli USA lo avevano dichiarato fuori legge perché risiedeva in Jugoslavia durante la guerra dei primi anni ’90. Difficile ritrovare nel “vecchio” dai discorsi ossessivi quel ragazzo affascinante e geniale che aveva voluto raggiungere il titolo. La scena che mostra il suo viso intelligente e aperto nella campagna islandese, nei giorni dopo la conquista del titolo, accarezzare i cavalli, fa pensare a quanto gli siano mancate le carezze degli uomini e come in realtà le abbia cercate negli animali.
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