Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti |
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Un film di Apichatpong Weerasethakul.
Con Thanapat Saisaymar, Jenjira Pongpas, Sakda Kaewbuadee, Natthakarn Aphaiwonk, Geerasak Kulhong.
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Titolo originale Loong Boonmee Raleuk Chaat.
Commedia,
durata 90 min.
- Spagna, Tailandia, Germania, Gran Bretagna, Francia 2010.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 15 ottobre 2010.
MYMONETRO
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Film per pochissimi
di Linus2kFeedback: 13976 | altri commenti e recensioni di Linus2k |
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giovedì 21 ottobre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Su zio Boonmee ci sarebbe da scrivere tantissimo... anche nel tentativo di riuscire a ricavare, dalla visione di un film così disarmante dal punto di vista estetico e narrativo, il significato più recondito... Zio Boonmee sta per morire di insufficienza renale, in uno sperduto podere della Tailandia, e accanto a lui, ad accompagnarlo nel passaggio nell'aldilà, c'è la famiglia al completo, compresa la moglie, morta 20 anni prima e diventata fantasma, ed il figlio, trasformato in una scimmia fantasma... Nei suoi ultimi momenti di vita terrena zio Boonmee ripercorre la sua vita, cerca, nella completa serenità, una spiegazione filosofica ed antropologica alla sua morte e prova a capire con i viventi e con i defunti cosa lo aspetti, percorrendo le foreste della sua terra, fino ad un'abbraccio finale con la stessa, morendo in una caverna quasi a rappresentare un ritorno in un ancestrale e primordiale utero... Ed ecco che la vita dei protagonisti in tutto il film si fonde totalmente con la natura, in un rapporto quasi erotico con essa, ed è la stessa natura che diventa protagonista, colonna sonora, incipit, mezzo e scopo del film... Guardare questo film non è facile, anzi... è DIFFICILISSIMO! Una continua ed ostinata volontà di voler seguire qualcosa che già dalla prima scena si dimostra complesso e articolato nella sua allarmante semplicità narrativa... Ci troviamo da subito disarmati da una recitazione piatta e spesso inespressiva di attori non protagonisti, in un film girato in 16mm con spesso camera a mano e rendendo reali, quasi macchiettistici (da B movie anni 70) gli effetti speciali: scimmie fantasma rappresentate in maniera semplicistica al limite del naif (e un richiamo ai quadri di Rousseau non credo che sia sbagliato), fantasmi più veri e reali degli stessi viventi... Tutto è disarticolato, smontato, i piani narrativi frammentati, sovrapposti, i tempi di recitazione lenti... Weerasethakul ci presenta un film assolutamente elitario e disponibile per pochissimi eletti, per chi accetta di seguire lo schema narrativo del regista ignorando e non pretendendo di tradurre la visione del film secondo i canoni classici cinematografici...
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