Blood Story |
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Un film di Matt Reeves.
Con Chloë Grace Moretz, Kodi Smit-McPhee, Richard Jenkins, Elias Koteas, Cara Buono.
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Titolo originale Let me In.
Horror,
Ratings: Kids+16,
durata 115 min.
- USA, Gran Bretagna 2010.
- Filmauro
uscita venerdì 30 settembre 2011.
- VM 14 -
MYMONETRO
Blood Story
valutazione media:
3,21
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sorprendente remake!di rabagascoigneFeedback: 9 | altri commenti e recensioni di rabagascoigne |
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martedì 4 ottobre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Confesso che non credevo davvero che avrei condiviso il giudizio di Stephen King, ma in effetti siamo davanti al miglior horror americano degli ultimi 20 anni. Bella forza, certo, non si tratta sicuramente della golden age per questo genere cinematografico, ma comunque è un ottimo risultato che mai più avrei pensato potesse essere raggiunto da un remake. Già, un remake. Non ero d'accordo prima e meno che mai lo sono ora con chi, trasudante prevenzione da tutti i pori, riteneva questo rifacimento americano prematuro ed inutile. E' invece un autentico capolavoro. La storia, alla quale sono molto affezionato, qui ricalca molto fedelmente il romanzo svedese, ancor più della già fedele prima trasposizione cinematografica, svedese e molto carina anch'essa, ma che un po' si fa da parte di fronte a Blood Story (o forse è più bello chiamarlo con il titolo originale, Let me in). Se in quest'ultimo perdiamo l'esotismo di trovarci a Stoccolma anzichè negli States, in compenso in questo film abbiamo elementi fortissimi: oltre ai numerosi spunti letterari del romanzo (ci sono più "cose" del libro in questo film rispetto a quello svedese), abbiamo effetti speciali estremamente equilibrati e funzionalissimi alla vicenda (ed è questo per me il ruolo perfetto che devono ricoprire gli effetti speciali in un film) e, più che tutto, il vero valore aggiunto, troviamo una prestazione davvero superlativa dei due ragazzi, che mi auguro, ed auguro loro, abbiano una luminosissima carriera davanti. Questa storia, mi ricordo, all'epoca fu taggata con uno slogan: "la risposta svedese a Twilight". Detto con più argomentazioni, posso ben affermare che questo film, diretto ed interpretato in questo superbo (ma tutto sommato semplice) modo, dimostra come sia possibile infilare una tenerissima vicenda sentimentale dentro un film dell'orrore senza per questo precipitare nel ridicolo ed al contempo patetico "diabetismo twilightiano'. Insomma, viva Abby ed abbasso quel carciofone di Bella
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