lunetta
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lunedì 24 gennaio 2011
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quale futuro?
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Davvero un film sorprendente: due storie parallele, per la stessa persona (come sliding doors), con esordi diversissimi (il tamponamento della macchina della polizia, il successivo pestaggio, la rabbia accumulata e impotente, la denuncia degli stessi poliziotti, per il primo matteo; la frenata in extremis prima della macchina dei poliziotti, il concorso vinto da carabiniere, con l'animo del fioraio, il suo tirocinio come carabiniere subito inviato a affrontare una manifestazione pubblica il 2° matteo). Ma in entrambe le storie, un sentimento comune: RABBIA, insoddisfazione. Non è la vita che ci si aspetta di vivere; non sono i sogni, i principi in cui credi quando da adolescente sogni di fare il lavoro che ti piace, che ti permette di realizzarti, e di trovare sulla tua strada estimatori, sudore e premi.
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Davvero un film sorprendente: due storie parallele, per la stessa persona (come sliding doors), con esordi diversissimi (il tamponamento della macchina della polizia, il successivo pestaggio, la rabbia accumulata e impotente, la denuncia degli stessi poliziotti, per il primo matteo; la frenata in extremis prima della macchina dei poliziotti, il concorso vinto da carabiniere, con l'animo del fioraio, il suo tirocinio come carabiniere subito inviato a affrontare una manifestazione pubblica il 2° matteo). Ma in entrambe le storie, un sentimento comune: RABBIA, insoddisfazione. Non è la vita che ci si aspetta di vivere; non sono i sogni, i principi in cui credi quando da adolescente sogni di fare il lavoro che ti piace, che ti permette di realizzarti, e di trovare sulla tua strada estimatori, sudore e premi...La fine del film, quasi presagita, è il significato che il regista attribuisce alla vita stessa: non c'è via d'uscita.
Lo considero un ottimo film, girato e interpretato bene.
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stefano73
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mercoledì 26 gennaio 2011
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traccia funzionante e attuale
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Funziona in tutto. L'agressione arrogante e deprimente dei poliziotti. Le due vite parallele e così distanti solo per via di una semplice freneta giusta o sbagliata. In entrambi le vicende però predomina insoddisfazione e delusioni. Comunque ben recitato. Cattivo.
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enzo70
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sabato 24 gennaio 2015
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le intermittenze della vita
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Le intermittenze della vita, parafrasando il titolo di un celeberrimo libro di Saramago. Matteo sta portando Sandro al pronto soccorso per curare una banale ferita alla mano. Ma nella foga non frena per tempo e tampona una macchina; alla guida di questa ci sono due poliziotti che mostrano il lato peggiore delle forze dell’ordine. Da questo momento si sdoppiano le due storie, quella reale, con Sandro che assume un atteggiamento critico nei confronti delle istituzioni e quella teorica, dove Sandro, stessa famiglia e stessa cultura, si arruola nei carabinieri per superare la precarietà, secondo lo slogan urlato dalle piazze “la disoccupazione ti ha dato un bel mestiere……”.
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Le intermittenze della vita, parafrasando il titolo di un celeberrimo libro di Saramago. Matteo sta portando Sandro al pronto soccorso per curare una banale ferita alla mano. Ma nella foga non frena per tempo e tampona una macchina; alla guida di questa ci sono due poliziotti che mostrano il lato peggiore delle forze dell’ordine. Da questo momento si sdoppiano le due storie, quella reale, con Sandro che assume un atteggiamento critico nei confronti delle istituzioni e quella teorica, dove Sandro, stessa famiglia e stessa cultura, si arruola nei carabinieri per superare la precarietà, secondo lo slogan urlato dalle piazze “la disoccupazione ti ha dato un bel mestiere……”. E le due vite, diverse, si incroceranno alla fine in un tragico epilogo. Questa è l’idea del film di Aronadio che però alla fine si perde dietro una serie continua di luoghi comuni e banalità, facendo perdere di credibilità ad un film che in realtà era ben pensato.
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gianleo67
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martedì 9 luglio 2013
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'sliding doors' con tamponamento
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Matteo Carli,giovane di bell'aspetto e belle speranze impiegato in un vivaio, sta accompagnando in ospedale il suo amico feritosi ad un dito quando la sua auto tampona accidentalmente quella civetta di poliziotti in borghese. Ne discendono i due agenti che li malmenano,li conducono in questura e li denunciano per lesioni e resistenza. Matteo rimane profondamente segnato da questa ingiustizia anche quando le ferite del corpo saranno guarite, decidendo di non rispondere alla chiamata in servizio per un concorso vinto nell'Arma. Rewind... Matteo riesce a frenare appena prima di tamponare l'auto civetta e la sua vita procede secondo una direzione diametralmente opposta arruolandosi nei Carabinieri.
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Matteo Carli,giovane di bell'aspetto e belle speranze impiegato in un vivaio, sta accompagnando in ospedale il suo amico feritosi ad un dito quando la sua auto tampona accidentalmente quella civetta di poliziotti in borghese. Ne discendono i due agenti che li malmenano,li conducono in questura e li denunciano per lesioni e resistenza. Matteo rimane profondamente segnato da questa ingiustizia anche quando le ferite del corpo saranno guarite, decidendo di non rispondere alla chiamata in servizio per un concorso vinto nell'Arma. Rewind... Matteo riesce a frenare appena prima di tamponare l'auto civetta e la sua vita procede secondo una direzione diametralmente opposta arruolandosi nei Carabinieri...
Commedia delle possibilità dai toni oscuri e dal retrogusto amaro che prova a disegnare un linea di demarcazione etica tra destini paralleli generati dall'imprevedibile intervento del caso, dove l'adesione ad uno schema sociale fondato sull'ordine e la disciplina piuttosto che ai principi libertari improntati alla giustizia civile ed all'antagonismo di sinistra sembrano la naturale conseguenza del vissuto traumatico di un ragazzo qualunque o di un utile sbocco professionale in tempi di crisi occupazionale. A parte la banalizzazione di questi aspetti ideologici (pecca annosa di un cinema italiano recente dai buoni intenti ma dalla scrittura approssimativa) e dal didascalismo di seconda mano che introduce gli elementi del fantastico o di un astruso simbolismo (un mefistofelico istigatore slavo,la clessidra magica di un ineluttabile appuntamento del destino, la morte del protagonista per mano dell'altro se stesso) il film cerca volenterosamente di creare una dialettica dell'incomunicabilità attraverso gli accorgimenti di una regia elusiva, votata al dettaglio sferzante, all'uso parsimonioso del controcampo, insistendo sulle oscure inquietudini di un destino che sembra sfuggire di mano al giovane protagonista ed al contempo sfiorando le corde di una soave armonia floreale nel richiamo alla dolce sensualità di giovani concupiscenti (la solarità energica della Ragonese e la morbida tenerezza della Felberbaum).Film dai toni chiaroscuri che riesce a bilanciare gli aspetti più caustici con un registro di surreale leggerezza anche grazie al riuscito disegno dei personaggi ed alle astuzie di un montaggio ad incastro con conto alla rovescia finale (da una piovosa Primavera al classico Autunno caldo?). Meno riuscito forse, il tentativo un pò pretenzioso di una citazione dalla scena finale dei 'Quattrocento colpi' di Truffaut che vorrebbe chiudere il cerchio teorizzando una sorta di paradigma bechtiano sulla impossibilità di un giudizio etico sulla storia e sulle motivazioni (quelle possibili e quelle probabili) di un protagonista che gli eventi portano sui lati opposti della stessa barricata nel finale dove un destino ed una vita escludono drammaticamente l'altra. 'Sliding doors' con tamponamento.
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