ginger snaps
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domenica 13 novembre 2011
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sconcertante
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vedere quanto la disumanità sia stata crudele con i popoli africani. Seppur curiosa di vedere questo film a un certo punto stavo rinunciando. E' vergognoso che siamo stati capaci di simili scempi verso queste etnie. Nessun uomo dovrebbe essere costretto a subire tante umiliazioni. Resto indignata da tanta ferocia ma merita un applauso il regista e la protagonista.
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spike
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giovedì 28 luglio 2011
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un film civile
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Toccante, intenso... certo non un film per tutti. A tratti insostenibile. Da meditare.
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doni64
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lunedì 25 luglio 2011
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film ..insulso
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Film inutile,insensato..mal recitato con una trama addirpoco scialba ed insapure.Voto 4
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herry
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mercoledì 6 luglio 2011
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troppo lungo
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Il tema trattato è importante. Ma è trattato male. Il regista ha diritto alle sue scelte artistiche ma io come spettatore ho il diritto di non condividerle. Usare strettissimi primi piani dall'inizio alla fine, sia sui volti che sugli oggetti, è disturbante, ha fatica si riesce a capire l'ambiente circostante.
Il film è troppo ripetitivo, se durava un'ora e trenta minuti era più che sufficiente.
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angelo umana
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martedì 5 luglio 2011
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lento cammino d. umanità verso un mondo più giusto
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“La venere nera” è arrivata per i nostri occhi sugli schermi, a 10 mesi dalla presentazione al Festival di Venezia del 2010. La donna ottentotta venne esibita come un “mostro” dalle dimensioni inaudite per l’ignoranza dei popoli inglese e francese di allora, all’inizio del 1800, e come un essere più vicino alle scimmie secondo gli “scienziati” del tempo. Sarah Baartman (Saartjie) fu prelevata in Sud Africa e portata da un avventuriero afrikaner a Londra – la perfidia e la smania di guadagno dei conquistadores del mondo sviluppato non conosce(va) limiti – per essere mostrata come un essere sottosviluppato, prima in spettacoli sordidi da fiere, ingabbiata, poi in spettacolini privés a Parigi, per trovare infine impiego in un postribolo dove si ammala e muore.
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“La venere nera” è arrivata per i nostri occhi sugli schermi, a 10 mesi dalla presentazione al Festival di Venezia del 2010. La donna ottentotta venne esibita come un “mostro” dalle dimensioni inaudite per l’ignoranza dei popoli inglese e francese di allora, all’inizio del 1800, e come un essere più vicino alle scimmie secondo gli “scienziati” del tempo. Sarah Baartman (Saartjie) fu prelevata in Sud Africa e portata da un avventuriero afrikaner a Londra – la perfidia e la smania di guadagno dei conquistadores del mondo sviluppato non conosce(va) limiti – per essere mostrata come un essere sottosviluppato, prima in spettacoli sordidi da fiere, ingabbiata, poi in spettacolini privés a Parigi, per trovare infine impiego in un postribolo dove si ammala e muore. Gli scienziati ricavarono una statua dal suo corpo per lezioni anatomiche sulla diversità, l’apparato genitale fuori dal comune fu conservato in provetta e mostrato in un museo di anatomia a Parigi fino al 1975: una vergogna durata 200 anni e un monito per chiunque abbia il minimo ardire – o la stupidità - di considerare una razza inferiore a un’altra (di questa ragazza parlò Gian Antonio Stella nel libro “Negri Froci Giudei”). I funerali che le erano dovuti si celebrarono in Sud Africa nel 2002.
L’attrice Yahima Torrés è sì un mostro, ma di bravura; ci rende l’immagine delicata di una ragazza piena di pudore e con un passato di sofferenza, che la venuta in Europa non lenì, riservandole invece un calvario di frustrazioni. A dispetto di immagini più che truculente è evidente l’”ordine” del regista Abdel Kechiche nel mettere insieme tutte le fasi europee della vita di Sara, ordine ed onestà riscontrabili anche nel suo film Cous Cous. Duro ma da vedere, il cammino dell’umanità verso un mondo più giusto è incredibilmente lento.
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[+] un mondo più giusto
(di discanto55)
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astromelia
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mercoledì 29 giugno 2011
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sulla protagonista
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a volte mi chiedo come alcuni attori ma principalmente attrici,possano accettare di fare certi ruoli, vabbè che per il successo ( E I SOLDI) si butta al vento anche il pudore,ma sicuramente se avessi il fisico di quella ragazza che ha interpretato il film sicuramente non mi metterei nuda davanti ad una troupe e poi al vasto pubblico dei cinema, bisogna essere dei narcisisti nati,e poi si dà contro a quelli che fanno i pornofilm...mah....contenti loro, che coraggio......
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astromelia
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mercoledì 29 giugno 2011
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francamente
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e con tutto il rispetto per questa donna , se avessi potuto scegliere conoscendo la trama,questo film non l'avrei visto,considerando la vicenda accaduta 200 anni fa,che ha trovato la sua giusta fine nel 2002,e il riportare il dramma sullo schermo come (si pensa) realmente accaduto,la pellicola è forte, lascia alquanto perplessi e anche disgustati da alcune scene di lascivia e libertinaggio alla francese,come pure il finale autoptico, l'inizio si sofferma forse un pò troppo sul teatrino poco edificante al quale la ragazza era soggettata,poi si capisce la storia , ma sarebbe meglio informarsi sulla trama e su queste terribili storie prima di accingersi a vedere certi film.
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e con tutto il rispetto per questa donna , se avessi potuto scegliere conoscendo la trama,questo film non l'avrei visto,considerando la vicenda accaduta 200 anni fa,che ha trovato la sua giusta fine nel 2002,e il riportare il dramma sullo schermo come (si pensa) realmente accaduto,la pellicola è forte, lascia alquanto perplessi e anche disgustati da alcune scene di lascivia e libertinaggio alla francese,come pure il finale autoptico, l'inizio si sofferma forse un pò troppo sul teatrino poco edificante al quale la ragazza era soggettata,poi si capisce la storia , ma sarebbe meglio informarsi sulla trama e su queste terribili storie prima di accingersi a vedere certi film......forse
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nalipa
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lunedì 27 giugno 2011
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...........
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Pur avendo apprezzato molto la regia e gli interpreti, tutti bravissimi, ho trovato il film estremamente pesante.
La storia la conoscevo e forse, pensandoci bene, non poteva che essere resa se non in modo tanto 'brutale'.
Ai primi dell'800 una giovane boscimane viene strappata all'Africa del Sud e condotta nei freak show di Londra e Parigi. Esibita come una belva in catene, costretta a prostituirsi ed infine dopo la morte fatta a pezzi dai "medici" .
Una vicenda che a dirla tutta non mi sembra tanto lontana dall'attualità - purtroppo!!
L'attrice che interpreta Saartijie Baartman, la schiava, é un' attrice esordiente ma pur avendo poche battute, é eccezionale e recitando con lo sguardo, il capo e la postura del corpo, rende strepitosamente.
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august
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lunedì 27 giugno 2011
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film sulla diversitá
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Il film di Abdel Kechiche è un film che purtroppo tratta di una storia vera quella di Saartjie molto ben interpretata da Yahima Torrès una donna ottentotta con un anomalia fisica che si esibisce con il tenebroso cezar (Andre Jacobsin spettacoli semi erotici e di gusto razzista. Bellissima la fotografai e la ricreazione dell’ambiente da parte di Lubomir Bakchev, che continua il lavoro intrapreso da Stanley Kubrick in “barry Lundon” di rendere ogni fotograma il più possibile simile quadri d’epoca veri . Ma l’Inghieltera di quel periodo oltre al retaggio puritano era la nazione che piú di ogni altra s’era battuta contra la schiavitù e anche una venatta di razzismo per Cesar colpevole di essere un boero porta a una chiusura dell’attivitá che passa in mano ad un terribile e libidinoso domatore di bestie inteprettao in maniera magistrae da Olivier Gourmet che porta la povera ottentotta in Francia.
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Il film di Abdel Kechiche è un film che purtroppo tratta di una storia vera quella di Saartjie molto ben interpretata da Yahima Torrès una donna ottentotta con un anomalia fisica che si esibisce con il tenebroso cezar (Andre Jacobsin spettacoli semi erotici e di gusto razzista. Bellissima la fotografai e la ricreazione dell’ambiente da parte di Lubomir Bakchev, che continua il lavoro intrapreso da Stanley Kubrick in “barry Lundon” di rendere ogni fotograma il più possibile simile quadri d’epoca veri . Ma l’Inghieltera di quel periodo oltre al retaggio puritano era la nazione che piú di ogni altra s’era battuta contra la schiavitù e anche una venatta di razzismo per Cesar colpevole di essere un boero porta a una chiusura dell’attivitá che passa in mano ad un terribile e libidinoso domatore di bestie inteprettao in maniera magistrae da Olivier Gourmet che porta la povera ottentotta in Francia. Preoccupato apparentemente dell’anima della donna alla quale viene imposto per convenienza il battesimo la portiera in un martirio fino alla prostituzione. Un film duro visto con uan severitá e
un ‘austerità che ricorda i dipinti di jean Louis david solo attraverso gli occhi di Saartjie in un crescendo di bestialità. Questo rende il film bellissimo forte e molto difficile qausi un pugno nello stomaco. Purtroppo non è privo di difetti come un eccessivo calligrafismo ed il fatto che manchi una parte importantissima della storia come le guerre napoleoniche e un inizio , troppo simile alla fine. Comunque un film da vedere che doveva essere visionato dagli studenti del liceo contro il problema terribile oggi come allora del razzismo e della non accentazione della diversità
Robert Fogelberg Rota
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filippo catani
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lunedì 20 giugno 2011
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la venere in catene
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All'inizio degli anni '10 dell'ottocento, Londra e Parigi assistono al cosiddetto spettacolo della Venere Ottentotta. La Venere altri non è che una povera ragazza di colore sudafricana che viene costretta ad esibirsi per sfamare la brama di "diversità" del pubblico popolare ed aristocratico. Il successo è tale che perfino l'Accademia delle scienze di Parigi chiede di poter analizzare scientificamente la ragazza per cercare di dimostrare, attraverso metodi e misure rigorosamente scientifiche, l'inferiorità dei neri e la loro assoluta vicinanza con le scimmie. Tratto da una storia vera.
Questo film è a dir poco stupendo e dispiace che in Italia esca in un periodo in cui la gente tende a non andare al cinema.
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All'inizio degli anni '10 dell'ottocento, Londra e Parigi assistono al cosiddetto spettacolo della Venere Ottentotta. La Venere altri non è che una povera ragazza di colore sudafricana che viene costretta ad esibirsi per sfamare la brama di "diversità" del pubblico popolare ed aristocratico. Il successo è tale che perfino l'Accademia delle scienze di Parigi chiede di poter analizzare scientificamente la ragazza per cercare di dimostrare, attraverso metodi e misure rigorosamente scientifiche, l'inferiorità dei neri e la loro assoluta vicinanza con le scimmie. Tratto da una storia vera.
Questo film è a dir poco stupendo e dispiace che in Italia esca in un periodo in cui la gente tende a non andare al cinema. Mette davvero i brividi vedere una povera ragazza esibirsi con tanto di catena per ogni genere di pubblico che, per l'occasione, può pure toccarla nelle parti intime. L'Europa che si avviava verso il tramonto dell'età napoleonica mostrava tutto il suo razzismo e la'nticipo di quello che sarebbe stato ribattezzato come il fardello dell'uomo bianco e cioè cercare di civilizzare i selvaggi d'Africa. Purtroppo per la ragazza, una volta terminata la "fama" non resta per sopravvivere che la via della prostituzione; l'ennesimo dramma per una giovane ragazza strappata alla sua comunità. Fa impressione sapere che i resti della povera ragazza rimasero esposti a Parigi fino agli anni Settanta e furono restituiti al Sud Africa negli anni Duemila. Magistrali la regia e gli interpreti e la lunga durata non appesantisce in nessun modo la visione dell'opera.
Purtroppo, certo non con quegli estremi, ma ancora oggi l'approccio con il diverso è visto troppe volte con diffidenza, ostilità e una malcelata vena razzista.
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