Perdona e dimentica

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Un film di Todd Solondz. Con Shirley Henderson, Ciarán Hinds, Allison Janney, Michael Lerner, Chris Marquette.
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Titolo originale Life During Wartime. Commedia, durata 98 min. - USA 2009. - Archibald Enterprise Film uscita venerdì 16 aprile 2010. - VM 14 - MYMONETRO Perdona e dimentica * * * 1/2 - valutazione media: 3,55 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

L' America senza Sogni

di Natalia Aspesi La Repubblica

Puoi perdonare il padre affettuoso che pareva perfetto ed è finito in prigione per pedofilia? Puoi perdonare la ragazza timida e dolce che non ti ha voluto spingendoti al suicidio? Puoi perdonare il marito innamorato e pentito che però non riesce a smettere di essere: alcolizzato, ladro, informatore di gang, spacciatore di droga, drogato e violentatore di donne, compresa la cameriera che lo riconosce e gli sputa in faccia? Ce lo chiede l' appassionante, crudele, intelligente film dell' americano Todd Solondz, se lo chiedono nel film i personaggi, se lo chiede e lo chiede soprattutto il lentigginoso adolescente Timmy, che tiene in camera la fotografia dell' aereo con cui i terroristi hanno fatto cadere le torri gemelle perché «se l' han fatto avevano le loro ragioni». Perdonare e non dimenticare, oppure dimenticare e non perdonare, o non dimenticare, non perdonare? Life during wartime, la vita in tempo di guerra (girato in digitale, in concorso), è uno di quei film che trasformano il pozzo delle nostre silenziose disperazioni in commedia, che ci fanno ridere dello specchio in cui non vogliamo guardarci, perché riflette segrete inadeguatezze, sconfitte, sensi di colpa, ossessioni di tanti. La guerra di cui Solondz parla non è quella in Iraq, in Afghanistan che, dice, «non hanno scalfito la vita delle agiate comunità americane, tanto nessuno dei loro componenti, se non qualche fanatico, ci va». È la guerra dei sentimenti che si corrompono, dei rapporti che non si realizzano, del proprio senso di estraneitàe incompletezza. «Il cinema affronta certi temi sconvolgenti demonizzandoli, in modo consolatorio, perché alla fine lo spettatore si senta bene, dalla parte giusta, intaccabile dall' errore e dal peccato. Io penso invece che il male, o l' infelicità nascosta, ci riguardino tutti». Pubblicoe critica lo hanno attaccato per un suo film angoscioso e scandaloso che ci costringe a ridere, Happiness, in cui la pedofilia viene raccontata quietamente, addirittura da un padre pluriviolentatore di bambini al figlio dodicenne che lo ama e piange. «Anche il pedofilo è una persona, considerarlo un mostro serve solo a sentirsi in salvo, diversi. Invece si tratta di un essere umano, che conosce solitudine e desiderio, che vive la tragedia dell' alienazione, della sconnessione tra la quotidianità, la normalità, gli affetti e la natura nemica, incontrollabile, che conoscerà la giusta punizione». Life during wartime è, dieci anni dopo, il seguito di Happiness, con gli stessi personaggi ma attori diversi. La sfigata, dimessa Joy lavora con gli ex carcerati, ama il marito nero, dolcissimo e criminale incallito; la sorella Trish, un tempo felice casalinga moglie di psichiatra, ha detto ai tre figli che il papà è morto ed invece, condannato per pedofilia, sta per uscire di galera. L' altra sorella Helen è nevrotizzata dal successo di scrittrice e umilia Joy per le sue scelte sbagliate. Per tutti la vita, nella sua tranquillità, è insopportabile, e nel film ogni vicenda si snoda a dialoghi in cui le parole deviano impedendo comprensione e consolazione. Bill e una devastata signora incontrata al bar (Charlotte Rampling, l' unica attrice nota) dialogano di solitudine, crudeltà e vecchiaia, finendo a letto, il ragazzino Timmy vuole sapere da sua madre Trish cosa fanno i pedofili ai bambini, Trish racconta a Timmy come si sia bagnata (e asciugata) al tocco sul gomito del brutto vecchio divorziato Harvey che ha votato McCain. Bill va a trovare il figlio grande Billy che lo credeva morto e che gli dice che era meglio se lo era. Nessuno ascolta Joy,e allora lei conversa coi fantasmi: quello del noioso giovanotto che non ha voluto e che la insulta, quello del marito che si è ammazzato, e che le chiede di dimostrare il suo amore sparandosi in bocca. Nulla cambia nella vita di ognuno, perché la vita cambia raramente, e tutti tornano a essere soli, come se ogni incontro e tutto quel fluire di parole fosse stato inutile. Non si può dimenticare, non si può perdonare. Ma Timmy, quello che crede che anche i terroristi abbiano un' anima, invece vuole dimenticare e perdonare: «Mio papà non era un pedofilo», dice il giorno del suo Bar-mitzvah, «adesso sono grande, sono un vero uomo: e so che è mio padre che voglio». Dice Solondz: «Immagino che questo finale susciterà scandalo: mi piacerebbe invece che la gente lo accogliesse con turbamento e il bisogno di riflettere sulla natura dei sentimenti più profondi anche dove li si vuole negare».
Da La Repubblica, 4 settembre 2009


di Natalia Aspesi, 4 settembre 2009

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