laurence316
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venerdì 4 novembre 2016
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esilarante e dissacrante critica alla religione
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Dissacrante documentario nato dalle menti di Bill Maher, celebre comico TV americano, e Larry Charles, il regista di Borat, Religulous (titolo originale (idiota e senza senso quello italiano) fusione di “religious” e “ridiculous”) è un film esilarante e pieno di battute spesso memorabili, che getta, per l’appunto, nel ridicolo ogni forma di superstizione, credo e pregiudizio, e ne condanna l’assurdità e la dannosità.
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Dissacrante documentario nato dalle menti di Bill Maher, celebre comico TV americano, e Larry Charles, il regista di Borat, Religulous (titolo originale (idiota e senza senso quello italiano) fusione di “religious” e “ridiculous”) è un film esilarante e pieno di battute spesso memorabili, che getta, per l’appunto, nel ridicolo ogni forma di superstizione, credo e pregiudizio, e ne condanna l’assurdità e la dannosità. Rivela, inoltre, la faccia meno nota dell’America, quella della provincia bigotta e fondamentalista, e ne mostra la paurosa vacuità intellettuale (vedi il caso del “parco a tema” Holy Land Experience a Orlando, Florida, o l’intervista al senatore democratico Mark Pryor a cui scappa, del tutto involontariamente, probabilmente una delle migliori e più esilaranti, anche se fondamentalmente sconfortanti, battute del documentario, o ancora il caso del demenziale Creation Museum di Petersburg, Kentucky, in cui vengono affiancati umani e dinosauri (nella realtà separati all’incirca da 64 milioni di anni) con l’intenzione delirante di confutare l’evoluzionismo).
Ma non risparmia neanche altri Paesi e altre religioni, come l’Islam (viene citato il regista Theo Van Gogh, ucciso da un estremista islamico, e vengono intervistati il folle rapper Aki Nawaz, che nei suoi testi inneggia alla guerra santa, l’altrettanto folle, ed estremista, politico Geert Wilders, dalle posizioni nettamente anti-islamiche, i proprietari di un gay bar musulmano ad Amsterdam e, a Gerusalemme, Muhammad Hourani, coordinatore del “Center for Peace and Reconciliation” della Cupola della Roccia).
Esilaranti poi i segmenti dedicati a Scientology (propagandata da un oratore allo Speakers’ Corner di Hyde Park), al mormonismo (a Salt Lake City, a Maher e la troupe viene impedito di accedere al Tempio del suddetto), all’ebraismo (è qui che, per la prima volta, il conduttore definisce la religione un “disturbo neurologico”, e inoltre vengono intervistati il rabbino Weiss, portavoce del gruppo antisionista Neturei Karta, a cui viene rinfacciata la partecipazione alla conferenza negazionista dell’Olocausto del dicembre 2006 a Teheran; e il rabbino Strauss, dell’Institute for Science and Halacha, con cui vengono discusse le rigide restrizioni del sabato e gli assurdi metodi per aggirarle).
E non mancano nemmeno improbabili guru e ridicoli predicatori (vedi i casi del “dottor” Jeremiah Cummings, abile truffatore, o meglio “predicatore”, televisivo; e di José Luis de Jesus Miranda che ha ottenuto oltre 100.000 seguaci nel mondo dichiarando di essere la reincarnazione di Gesù, o meglio “un suo discendente”).
Ma è soprattutto nel trarre le proprie conclusioni, che il documentario raggiunge l’apice, anche se alcuni spunti potevano essere meglio sviluppati (ma, probabilmente, la durata si sarebbe rivelata eccessiva). Certo, si avvicina spesso allo stile polemico, chiassoso, protagonistico e, talvolta, retorico di Michael Moore, ma non è per niente detto che questa sia di per sé una colpa. L’intento di Maher è benemerito e, per quanto a volte approssimativo o eccessivamente sincopato, il suo film è interessante e da vedere.
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ateo
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lunedì 16 febbraio 2009
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stupendo!
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Un documentario esilarante che mette a nudo le assurdità e la pericolosità delle religioni con un'ironia tagliente e accattivante.
In un mondo che ha sempre più bisogno di liberarsi dalle religioni, per poter crescere e maturare una visione adulta delle cose, questo film dovrebbe essere una spinta per interrogarsi a cosa davvero si "crede"...
O muore la religione o moriremo noi.
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pol68
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martedì 10 marzo 2009
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e' nato un nuovo genere...
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da noi ci ha provato Oddifreddi con il suo "perchè non possiamo dirci cristiani...". Ma un libro resta sempre un libro. Mancavano le immagini per ridicolizzare un mondo fatto di menzogne e ipocrisie che foraggiano le chiese (come istituzioni) e i suoi ministri (la casta di quelle istuzioni). Riti che si propagano da millenni e che a seconda del periodo storico subiscono un restyling per plasmare i cervelli ormai mandati all'ammasso di gente piu' o meno povera.Se penso che la vita di Gesu' è identica a quello del dio Orus (venerato 2000 anni prima di Cristo)..mi vengono i brividi..Un film da vedere e che ovviamente vedrà solo chi non ha bisogno di vederlo. Chi invece dovrebbe aprire gli occhi continuerà a predicare bene e razzolare male
Che Dio ci aiuti :-)
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mimo parlante
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lunedì 16 febbraio 2009
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interessante, la fede nel dubbio
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Penso il documentario sia un mezzo ideale per pensare e nonchè, perchè no, ridere su quanto di più sacro ci sia: la religione.
Il protagonista non fa altro che demolire per tutto il film quanto è stato creato in millenni dagli uomini di fede.
E alla fine non ci resta che chiederci...effettivamente perchè no?!
La filosofia che abbraccia il protagonista, che desidera infondere al pubblico è quella del dubbio.
Ognuno di noi sin da bambino ha accettato quanto i grandi ci hanno offerto, da adulti molti di noi pensano e mettono in discussione, per altri è la fede a spiegare quanto di + assurdo e illogico presenti nella religione.
Consiglio questo docufilm a tutti coloro i quali piace mettere in discussione, non per il gusto dello scetticismo quanto più per il desiderio di un confronto.
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Penso il documentario sia un mezzo ideale per pensare e nonchè, perchè no, ridere su quanto di più sacro ci sia: la religione.
Il protagonista non fa altro che demolire per tutto il film quanto è stato creato in millenni dagli uomini di fede.
E alla fine non ci resta che chiederci...effettivamente perchè no?!
La filosofia che abbraccia il protagonista, che desidera infondere al pubblico è quella del dubbio.
Ognuno di noi sin da bambino ha accettato quanto i grandi ci hanno offerto, da adulti molti di noi pensano e mettono in discussione, per altri è la fede a spiegare quanto di + assurdo e illogico presenti nella religione.
Consiglio questo docufilm a tutti coloro i quali piace mettere in discussione, non per il gusto dello scetticismo quanto più per il desiderio di un confronto.
ciau!
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lunedì 16 febbraio 2009
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pessimo
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Ma quali dubbi pone questo film? Volete scherzare? Perché, prima qualcuno di voi era convinto che la massa di ridicoli idioti intervistati fossero da prendere sul serio e adesso è invece sfiorato dal dubbio? Questo è un film che irride una serie di personaggi grotteschi, e quando non riesce ad esibire il loro ridicolo il conduttore ricorre ai peggiori mezzi della manipolazione da programma tv: impedisce ai suoi interlocutori di parlare, inserisce scritte che contraddicono quello che gli altri affermano, monta immagini che delegittimano l'interlocutore. E' un film che finge di sostenere idee sacrosante, ma che in realtà ha un'ideologia molto forte (totalmente anti-islamica, e capillarmente a sostegno di ogni posizione israeliana) e soprattutto si esprime coi mezzi della televisione più disonesta.
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Ma quali dubbi pone questo film? Volete scherzare? Perché, prima qualcuno di voi era convinto che la massa di ridicoli idioti intervistati fossero da prendere sul serio e adesso è invece sfiorato dal dubbio? Questo è un film che irride una serie di personaggi grotteschi, e quando non riesce ad esibire il loro ridicolo il conduttore ricorre ai peggiori mezzi della manipolazione da programma tv: impedisce ai suoi interlocutori di parlare, inserisce scritte che contraddicono quello che gli altri affermano, monta immagini che delegittimano l'interlocutore. E' un film che finge di sostenere idee sacrosante, ma che in realtà ha un'ideologia molto forte (totalmente anti-islamica, e capillarmente a sostegno di ogni posizione israeliana) e soprattutto si esprime coi mezzi della televisione più disonesta. E' ideologicamente fazioso, moralmente ripugnante (intendo come moralità nell'uso del cinema e nella manipolazione di immagini e discorsi) e scenicamente sciatto. Nemmeno paragonabile alla complessità di un Michael Moore, che pure a manipolazione non scherza, ma che è una persona molto più seria e sa costruire situazioni molto più articolate. Questo è solo un battutista televisivo. E poi, scusate, ma per smontare davvero i fanatismi religiosi bisognerebbe esercitare una critica serrata su quello che dicono e fanno il Papa, i vescovi, i rabbini, gli imam, non le loro parodie: e il materiale sarebbe molto più ricco e veramente drammatico!
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werner
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lunedì 27 settembre 2010
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disonesto e superficiale
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fa davvero male al cuore e genera un grande senso di impotenza vedere questo film. Siamo proprio figli di una cultura della violenza e della presunzione se proprio chi si dice laico, democratico, libertario guarda con così tanta superficiale, ignorante e intellettualmente aggressiva altezzosità a un fenomeno come la religione - cui andrebbe perlomeno riconosciuta una certa complessità - senza nemmeno mettersi nello stato d'animo che richiede il fare un'inchiesta: ossia prima di tutto il disporsi veramente all'ascolto e alla comprensione delle ragioni degli altri.il documentario è soltanto una sfilza di situazioni limite, che nulla hanno a che fare con il 98 per cento dei fedeli e delle comunità ecclesiali.
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fa davvero male al cuore e genera un grande senso di impotenza vedere questo film. Siamo proprio figli di una cultura della violenza e della presunzione se proprio chi si dice laico, democratico, libertario guarda con così tanta superficiale, ignorante e intellettualmente aggressiva altezzosità a un fenomeno come la religione - cui andrebbe perlomeno riconosciuta una certa complessità - senza nemmeno mettersi nello stato d'animo che richiede il fare un'inchiesta: ossia prima di tutto il disporsi veramente all'ascolto e alla comprensione delle ragioni degli altri.il documentario è soltanto una sfilza di situazioni limite, che nulla hanno a che fare con il 98 per cento dei fedeli e delle comunità ecclesiali.Certo che al regista piace vincere facile! (perchè è di questo che si tratta purtroppo: una battaglia, e della peggior specie - quella tra sordi; proprio perchè di battaglia si tratta e soprattutto il gioco lo fa lui, meglio scegliersi bene gli avversari no? di qui il teatrino dei freaks, della serie: spariamo sulla croce rossa). Ma perchè il simpaticone non è andato a intervistare un teologo o un missionario serio, o delle persone che vivono la loro fede nella gioia, nella saggezza, nell'umiltà, nella continua e spesso dolorosa ricerca spirituale? Ma soprattutto a me spaventa (per deformazione professionale, visto che mi occupo di storia del cristianesimo per lavoro) l'estrema, abissale IGNORANZA di questi detrattori della religione. Questo qui poi era così ignorante, così anacronisticamente e ingenuamente positivista, così semplificatorio da farmi rimpiangere odifreddi o augias - ed è tutto dire!! Della montagna di critiche che potrebbero essere fatte a questo signore totalmente privo di conoscenze bibliche e teologiche (e fortuna che è pure andato a catechismo!), solo una nota di carattere metodologico, che mi sembra altamente rivelatoria della sua stupidità. Giustamente lui attacca i creazionisti (dei rincoglioniti che qualsiasi cristiano dotato di senno sconfessa, tra cui ovviamente il papa) secondo l'idea già galileiana che la bibbia non ci dice come è fatto il mondo ma perché esiste. Tradotto: scienza e fede sono incomparabili perché hanno non solo statuti di verità diversi, ma anche scopi e scritture che non hanno esattamente gli stessi parametri: ergo, la dicotomia creazione/evoluzione è un falso problema e i creazionisti sono degli stupidi a pensare che l'evoluzione sia una minaccia per la loro fede. Ma poi il nostro Inquisitore di Santa Laica Scienza critica l'evento cristologico con la stessa ottica “scientifica”: come mai il vangelo non racconta molti anni della vita di gesù? Come mai ci sono delle incongruenze tra i vangeli? Come se i vangeli fossero una equazione matematica sbagliata! Mai sentito parlare di ermeneutica e di interprtazione dei testi, di generi letterari, di statuto di verità del racconto, di eccedenza di verità del simbolo? Mai letto Gadamer, Maritain, Penna, von Balthasar?Come scrisse giorgio iossa, esimio studioso del cristianesimo primitivo, si registra ultimamente un curioso sconfinamento di campi, sempre e solo unilaterale: “mentre nessuno studioso serio della bibbia si metterebbe a discutere di giornalismo, di filosofia e di matematica, questi signori ritengono di poter parlare tranquillamente di Antico e Nuovo Testamento”.
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