ashtray_bliss
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lunedì 5 novembre 2012
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una societa' cieca che forse non merita salvezza.
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La ciecita' di cui tratta il film e' una ciecita' metaforica. La stessa societa' che viene colpita da questa misteriosa malattia che rende il mondo progressivamente cieco e' una societa' senza nome, che non vive un'epoca precisa ma che rappresenta metaforcamente la nostra. Il film e' dunque una parabola, certamente di quelle amare, ma che dipinge perfettamente le persone che vivono nella societa' di oggi, del 21o secolo.
Siamo ciechi perche' siamo accecati dai sentimenti dell'egoismo, della rabbia, dell'invidia. Gli stessi sentimenti che dominano la socita' del film, motivo per cui verra' messa ad una dura prova: verra' calata nel mondo dei ciechi ma non del buio, i cieci vedranno una luce fortissima nella quale probabilmente saranno costretti a vivere il resto della loro vita, e forse in questo modo riscopriranno se stessi e i valori della vita, un modo per espiarsi.
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La ciecita' di cui tratta il film e' una ciecita' metaforica. La stessa societa' che viene colpita da questa misteriosa malattia che rende il mondo progressivamente cieco e' una societa' senza nome, che non vive un'epoca precisa ma che rappresenta metaforcamente la nostra. Il film e' dunque una parabola, certamente di quelle amare, ma che dipinge perfettamente le persone che vivono nella societa' di oggi, del 21o secolo.
Siamo ciechi perche' siamo accecati dai sentimenti dell'egoismo, della rabbia, dell'invidia. Gli stessi sentimenti che dominano la socita' del film, motivo per cui verra' messa ad una dura prova: verra' calata nel mondo dei ciechi ma non del buio, i cieci vedranno una luce fortissima nella quale probabilmente saranno costretti a vivere il resto della loro vita, e forse in questo modo riscopriranno se stessi e i valori della vita, un modo per espiarsi.
Perche' la ciecita' mette a dura prova anche la morale e l'etica di queste persone. Tutti i protagonisti del film, perdono ogni senso etico e morale sprofondando nel lato piu' oscuro e facendosi sempre piu' dominare dagli istinti piu' bassi e primordiali che l'uomo aveva dimenticato. Torneranno quindi ad uno stato di vita primordiale, convivendo per forza all'interno di un vecchio manicomio, in condizioni di igiene inesistenti.
Tra queste persone che si sentono perse e smarrite nell'oceano di luce che li ha avvolti, c'e' una sola donna, l'unica a non aver perso la vista, ed e' l'unica che puo' guidarli, come una sorta di luce-guida, e illuminera' le vite di un piccolo gruppo di persone che si legeranno a lei. Ovviamente nessun personaggio ha un nome preciso, solo dei volti anonimi di una societa' anonima. Ma la donna (Moore) rappresenta comunque un Messia, che decide di sopportare sulle sue spalle il fardello di una convivenza forzata sempre piu' numerosa e che cerca di tenere unito il gruppo. Ma e' anche una persona amorevole e misericordiosa, pronta a perdonare il marito che la tradisce ed accogliere ''la peccatrice'' in casa sua.
Ma nel film non mancano le rappresentazioni del Male, che si incarna nel volto di Gael Garcia Bernal. Uomo senza scrupoli che s'impone su tutti gli altri, esprimendo tutta la sua cattiveria, il suo egoismo e imponendosi con la minaccia della violenza psico-somatica. Bernal, e' la metafora che in un mondo cieco solo la violenza e la crudelta' possono prendere il sopravvento, eliminando ogni traccia di umanita'.
Mentre l'accettazione, il perdono, la forza di volonta rappresentate dal personaggio della Moore, sono sempre piu' rare e per pochi (la piccola cerchia di persone che legano a lei) e vengono costantemente combattute dagli altri.
Alla fine, la pellicola lascia aperto uno spiraglio di speranza: il primo uomo a diventare cieco riacquista la vista. Tutti allora lo festeggiano e gioiscono, ma come dice il vecchio saggio, non e' una gioia rvolta a lui, ma una gioia egoista per la speranza che anche loro, uno dopo l'altro, la riacquisteranno. E mentre il mondo resta in attesa, con la speranza di riacquistare una parte fondamentale di loro stessi, sara' la protagonista a diventare cieca. Lei che per tutto il tempo ha rappresentato la luce e che ha guidato un piccolo gruppo di persone fuori dalla condizione -anche metaforica- di ciecita', ora e' pronta a sacrificarsi (come Gesu').
Perche' ciecita' e' vivere in un mondo dove non esiste piu' la dignita' umana, l'etica per le cose, i sentimenti buoni. Una societa' cieca forse non merita di essere salvata.
Un ottimo lavoro di Mereilles, un piccolo must del cinema con una sempre bravissima Moore.
Un film sicuramente non per tutti, ma solo per chi non si lascia acciecare dalla trama in superficie al film, senza guardare a fondo, nel messaggio e nella didascalia che vuole mandare al pubblico.
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cironisbatranchese
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domenica 5 agosto 2012
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un mondo senza speranza
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In un'epoca e una nazione non precisate, d'improvviso l'intera popolazione viene colpita da un'inspiegabile epidemia di cecità. Ogni singolo abitante rimane immerso in un mare lattiginoso e catapultato in un mondo completamente diverso da quello che era prima, ed ecco che ogni semplice gesto, ritenuto prima superfluo, ripetitivo, noioso, diviene ora estremamente importante. Le reazioni psicologiche sono orribili e devastanti, nell'anonima città divampano il caos, la violenza, il panico prende sopravvento sulla già poca razionalità umana.Il Governo, incapace di prendere decisioni, si limita a strappare i nuovi ciechi dalle proprie case e dai propri affetti,.
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In un'epoca e una nazione non precisate, d'improvviso l'intera popolazione viene colpita da un'inspiegabile epidemia di cecità. Ogni singolo abitante rimane immerso in un mare lattiginoso e catapultato in un mondo completamente diverso da quello che era prima, ed ecco che ogni semplice gesto, ritenuto prima superfluo, ripetitivo, noioso, diviene ora estremamente importante. Le reazioni psicologiche sono orribili e devastanti, nell'anonima città divampano il caos, la violenza, il panico prende sopravvento sulla già poca razionalità umana.Il Governo, incapace di prendere decisioni, si limita a strappare i nuovi ciechi dalle proprie case e dai propri affetti,.deportandoli ed internandoli in un vecchio manicomio, promettendo loro cure e assistenza che non arriveranno. In questa struttura fatiscente, paragonabile nella sua piccolezza all'inferno dantesco, sorvegliata giorno e notte da soldati indifferenti alla sofferenza, che per paura non esitano a minacciare i malati, si incrociano le esistenze dei protagonisti del romanzo, anonimi come la città in cui vivono, di loro, infatti, si conoscono soltanto la professione o un oggetto materiale indossato. Costretti ad una convivenza forzata e a vivere in precarie condizioni igienico sanitarie, alcuni capiranno che è importante collaborare per uscire dalla condizione di bestie, altri invece continueranno ad essere malvagi, tendendo a voler prevalere sugli altri esercitando la mera forza della violenza e dell’intolleranza.
La cecità dissolve infatti la pietà, eliminando ogni traccia dei sentimenti buoni. Gli uomini si convertono facilmente in bestie irrazionali senza rispetto per il prossimo,
e lo stesso avviene al di fuori dello stesso manicomio, dove la città ormai completamente in tilt per la , diventa lentamente un cimitero putrido e schifoso, dove si consumano i più atroci delitti, e dove i ciechi/zombie muoiono facilmente come zanzare, litigando per una scatoletta di tonno. Tutto muore, la speranza e la dignità vengono calpestate inesorabilmente per la mancanza di organizzazione e soprattutto di umanità. A fare da guida, una donna, l’unica vedente in un mondo di ciechi, l’unica testimone della follia umana, gli unici occhi di un mondo decadente dove non c’è più speranza. Ed in fondo, si può riassumere il tutto, citando le parole dello stesso scrittore: «Cecità è vivere in un mondo dove non vi sia più speranza».
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khaleb83
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sabato 9 aprile 2016
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deludente
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Un film che lascia profondamente delusi, perché le premesse ci sono tutte. I protagonisti sono piuttosto bravi, il plot sensato e interessante, la fotografia eccellente. Peccato che Blindness non sia all'altezza delle promesse che fa.
Il problema principale del film è il "tempo". Non è assolutamente in grado di dare la sensazione del tempo che scorra, fondamentale in una storia che voglia mostrare il degenerare di qualcosa. Abusare della voce narrante (peraltro con un Danny Glover assolutamente fuori contesto sia come attore che ancor di più come personaggio) è un espediente scadente di per sé, e utilizzato particolarmente male.
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Un film che lascia profondamente delusi, perché le premesse ci sono tutte. I protagonisti sono piuttosto bravi, il plot sensato e interessante, la fotografia eccellente. Peccato che Blindness non sia all'altezza delle promesse che fa.
Il problema principale del film è il "tempo". Non è assolutamente in grado di dare la sensazione del tempo che scorra, fondamentale in una storia che voglia mostrare il degenerare di qualcosa. Abusare della voce narrante (peraltro con un Danny Glover assolutamente fuori contesto sia come attore che ancor di più come personaggio) è un espediente scadente di per sé, e utilizzato particolarmente male. Il film pare svolgersi nel tempo per cui viene visto, e non nell'arco di tempo che dovrebbero coprire gli eventi. Perdendo ovviamente tutto il suo senso, e no, non è sufficiente far dire a un personaggio "intanto, questo e quello".
Il secondo problema è rappresentato dalla crudezza delle scene: è inutile. Per quanto all'inizio funzionale, ben presto diventa un degenerare gratuito, incapace di trasmettere effettivamente il senso di degrado ma fermandosi al disgusto dell'immagine di per sé: non sono riusciti a integrarlo nella storia.
Non è il caso di parlare troppo del cast: i due protagonisti sono eccellenti. Gli altri sono al più bravi mestieranti senza particolare talento (non parliamo dei "cattivi" del film, privi non solo di spessore ma persino di superficialità. Potrebbero esser disegnati; questo è un problema dovuto sia agli interpreti che agli sceneggiatori, ad ogni buon conto). Peraltro, la cecità è notoriamente un'arma a doppio taglio: a parte il fatto che pone qualsiasi attore nella condizione di doversi confrontare con Al Pacino in Profumo di Donna (gara da cui difficilmente potrà uscirne non dico vincitore, se non per poche eccezioni, ma neanche a testa alta), ha l'effetto secondario di rendere ancora più evidenti le differenze di bravura tra i membri del cast.
Non ho letto il libro, quindi non posso dire che la "metaforicità" della storia sia altrettanto calcata nell'originale, e se sia ben gestita. Ma va detto che non è assolutamente adatta ad un film, e che è stata gestita male. A un certo punto risulta troppo palese voler passare un messaggio, cosa che non è mai positiva in un film (come in qualsiasi altra forma di narrativa), che dovrebbe semmai lasciarlo trapelare. In poche parole diventa didascalia.
In poche parole uno spunto interessantissimo sviluppato piuttosto male, anche dal punto di vista tecnico per molti versi. Se si vuole rimanere sul genere, impallidisce persino dinanzi a The Divide, che anche se con espedienti differenti racconta la stessa tematica, in maniera molto più trucida e artigianale, ma per lo meno onesta.
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ultimoboyscout
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venerdì 15 marzo 2013
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il virus della cecità.
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Un automobilista improvvisamente rimasto cieco è la prima vittima di un'epidemia assolutamente misteriosa che si diffonde rapidamente togliendo la vista a tutti...o quasi. Le violenze per la sopravvivenza esplodono immediate. Una donna, immune da questo virus, guiderà un gruppo di ciechi verso la salvezza. Tratto da un romanzo di Josè Saramago, è il film che ha aperto Cannes 2008, è una storia molto ambiziosa e ricca di simboli anche se poco equilibrata. E' una riflessione sulla natura umana, sulla solidarietà e su chi dovrebbe intervenire e non lo fa o lo fa in maniera tardiva o sbagliata: temi importanti, scottanti, trattati dal brasiliano Meirelles con una certa arroganza e saccenza.
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Un automobilista improvvisamente rimasto cieco è la prima vittima di un'epidemia assolutamente misteriosa che si diffonde rapidamente togliendo la vista a tutti...o quasi. Le violenze per la sopravvivenza esplodono immediate. Una donna, immune da questo virus, guiderà un gruppo di ciechi verso la salvezza. Tratto da un romanzo di Josè Saramago, è il film che ha aperto Cannes 2008, è una storia molto ambiziosa e ricca di simboli anche se poco equilibrata. E' una riflessione sulla natura umana, sulla solidarietà e su chi dovrebbe intervenire e non lo fa o lo fa in maniera tardiva o sbagliata: temi importanti, scottanti, trattati dal brasiliano Meirelles con una certa arroganza e saccenza. i tratta di un film che ha un buon impatto visivo e un certo fascino che però tende a stancare presto, anche a causa del fatto che vuole darsi un tono autoriale che proprio non ha, di vantarsi di presunte doti tecniche e di uno sguardo sul dolore freddo e distaccato. E' però altrettanto vero che portare sullo schermo parole e pensieri di Saramago era un'impresa complicatissima, il libro è duro, carico di melanconia e messaggi che la sceneggiatura ha smussato e ammorbidito, la fotografia pregna di un candido bianco ne sottolinea le atmosfere e il cast, nonostante le diverse nazionalità degli attori, è omogeneo e corale, non c'è un vero protagonista assoluto se non Julianne Moore che grazie alla sua immunità si erge a ruolo di guida ma non tirannizza la scena. Vedere. Guardare. Osservare. Questo è il pensiero di Saramago, secondo cui non siamo diventati ciechi ma lo siamo, ciechi che pur vedendo non vedono. Questa l'idea di base della sua opera che però il film non trasmette.
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[+] saggio letterario
(di tonino59)
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kim.s
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lunedì 1 giugno 2009
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cechi che vedono....
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Blindness
Un film che tocca l’animo... un film che vede oltre la vista... un film che emoziona... perdere la vista è come perdere la parte che collega il cervello al cuore e tutta la cattiveria affiora indenne... solo la protagonista del film può salvare il mondo dall’oblio e trascina con se tutte le pene degli uomini in una pesante presa di posizione che richiede sacrificio... un film in cui si vede ciò che siamo, ma resta oscuro a tutti quelli che abitano questo mondo nonostante l’oblio sia davanti hai nostri occhi non riusciamo a percepirlo, affinché esso non si manifesta.
Una dona come Gesù... un film come avvertimento!!!.
Stupenda la fotografia.... Sergio....
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(di enrichetto61)
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[+] beh...
(di khaleb83)
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