La stella che non c'è |
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Un film di Gianni Amelio.
Con Sergio Castellitto, Ling Tai, Angelo Costabile, Hiu Sun Ha, Catherine Sng, Enrico Vanigiani, Roberto Rossi, Chungqing Xu, Biao Wang, Jian-yun Zhao, Qian-hao Huang, Xiu-feng Luo, Xian-bi Tang, Lin Wang.
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Drammatico,
durata 104 min.
- Italia 2006.
uscita venerdì 8 settembre 2006.
MYMONETRO
La stella che non c'è
valutazione media:
3,00
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Film o documentario?di Maria Rosa GiannaliaFeedback: 0 |
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lunedì 18 settembre 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Di Gianni Amelio ho visto quasi tutti i film e ho sempre provato grande commozione per la felice mano nel sapere scandagliare gli aspetti meno appariscenti del quotidiano, che poi sono quelli che ne danno la connotazione di fondo. Non mi è accaduto invece durante la visione di questo film. Poco verosimile, la fabula ( ma è tratta dal romanzo...)si può ricondurre a pochi punti focali: un tecnico di un'acciaieria preso da un raptus di moralità va in Cina a portare un pezzo fondamentale per il funzionamento di un altoforno acquistato in Italia da intermediari cinesi senza scrupoli che lo rivendono ad una ditta che lo va a piazzare in una remota regione dell'immenso stato cinese. Azione difficile quanto inutile: il pezzo verrà buttato via dagli operai. Questa è l'azione principale ( e l'unica) del film che porge il destro al regista per una descrizione minuziosa di una Cina in fermento verso una revanche tecnologica e capitalistica dove i contrasti sono così forti e stridenti da soggiogare uno sprovveduto e ingenuo tecnico occidentale. In effetti la vicenda si sfoca nello sfondo e mi è sembrato che questa volta lo scopo del regista fosse quello di "mostrare" attraverso un solo punto di vista, quello del protagonista, la realtà cinese d'oggi. Non credo che basti questo per fare un film. Da un film io mi aspetto qualche altra cosa, per esempio una vicenda che si snoda anche sul filo dell'actio, e non un documentario. Per di più girato con la tecnica della cinepresa da "videoamatore" che a me , che soffro di leggera labirintite, ha fatto venire la nausea. Sono rimasta fino alla fine perchè volevo vedere come andava a finire. E sono stata punita: non andava a finire. Che dire? Ho trovato tuttavia alcuni elementi veramente poetici: tutte le inquadrature dei bambini. Qui è rispuntato il toccante Amelio, e il suo particolare sguardo sull'infanzia, quello sì veramente all'altezza. L'interprete Sergio Castellitto, non era francamente molto esaltante: troppo selvatico, gratuitamente ingrugnito. Sempre con la stessa espressione da disperato. Troppo. Molto azzeccata invece l'interpretazione della giovane attrice cinese. Film troppo lungo e rindondante. Francamente mi ha stancato.
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