La stella che non c'è |
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Un film di Gianni Amelio.
Con Sergio Castellitto, Ling Tai, Angelo Costabile, Hiu Sun Ha, Catherine Sng, Enrico Vanigiani, Roberto Rossi, Chungqing Xu, Biao Wang, Jian-yun Zhao, Qian-hao Huang, Xiu-feng Luo, Xian-bi Tang, Lin Wang.
continua»
Drammatico,
durata 104 min.
- Italia 2006.
uscita venerdì 8 settembre 2006.
MYMONETRO
La stella che non c'è ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Vaghe Stelle d'Oriente
di gianleo67Feedback: 61487 | altri commenti e recensioni di gianleo67 |
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domenica 18 novembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Vincenzo Buonavolontà, tecnico specializzato di un'acciaieria in dismissione, parte alla volta della Cina dove una società di intermediazione ha piazzato l'altoforno della sua azienda e che presenta un grave problema di sicurezza che solo lui è in grado di risolvere. Una volta sul posto e con l'aiuto di una giovane interprete conosciuta in Italia, scoprirà che la sua missione è irta di insormontabili difficoltà morali e materiali. Viaggio apologetico alla ricerca di una ideale e anacronistica etica del lavoro ai tempi della globalizzazione selvaggia, l'opera di Amelio persegue l'estetica (a lui cara) del disincanto e di una dolente prossimità ai valori fondanti di un neo-umanesimo post-industriale, ove la produttività sfrenata e la spersonalizzazione del lavoro manuale hanno definitivamente eclissato il paradigma storico dell'"homo faber". Castellitto costruisce con una lodevole opera di sottrazione e qualche eccesso drammaturgico, la figura di un sapiente ma ormai inutile artigiano, un uomo d'altri tempi che si aggira attonito e smarrito tra le macerie di una civiltà del lavoro che si è irrimediabilmente corrotta e dove l'indifferenza e la rassegnazione sono le uniche dimensioni psicologiche di una rottamanda coscienza di classe. Entro i canoni classici di un percorso geografico e spirituale (ma non senza qualche schematismo polemico nel definire il rapporto tra le dismissioni nostrane e la contraddittoria realtà di un paese in via di sviluppo), Amelio cerca di schiudere un orizzonte sociale ed economico troppo spesso raffigurato con le rassicuranti e ingenue immagini da cartolina ('il sole splende sul Fiume Azzurro una volta l'anno'), per restituirci l'anarchia caotica di un paesaggio che passa con sconcertante facilità dall'urbanizzazione selvaggia da 'citta di concentramento' al degrado materiale delle comunità rurali. Esordio di misurata e tenera intensità per la giovane Tai Ling, fiera e generosa ambasciatrice di quei valori idealmente simboleggiati dalle stelle della bandiera cinese: onestà, pazienza, democrazia e solidarietà che sopravvivono come vuote categorie dello spirito di un popolo che ha smarrito il senso della propria storia e delle proprie tradizioni per inseguire il miraggio evanescente di un modello sociale aberrante e disumano. Epilogo dolce-amaro di un triste viaggio al termine della speranza e della disillusione.
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