La ragazza del lago

Non mi spellerei troppo le mani, nè per il film in generale, nè per quella che ne è la colonna portante, il Commissario Sanzio (non, sia chiaro, Toni Servillo). Soprattutto non starei a scomodare troppo i Maigret e i Poirot per inutili e inappropriati riferimenti-paragoni-accostamenti. Il film non è da standing ovation, mi pare uno di quei casi in cui Venezia si aggrappa un po' alla sua stessa sottana. Un film più paludato che lacustre, personaggi grigi e un po' legati. Fatte salve poche cose, tra le quali Toni Servillo, una buona scelta musicale, e scenari ottimamente ripresi. Quanto alla bambina piccola protagonista, vorrei invece osservare più in generale che la parte del cast non professionista, o semi-professionista, o all'esordio del prossimo-professionista era decisamente poco apprezzabile, specie se accostata al gigantismo della parte affemata-professionista.