Io e Beethoven |
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Un film di Agnieszka Holland.
Con Ed Harris, Diane Kruger, Matthew Goode, Ralph Riach, Joe Anderson.
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Titolo originale Copying Beethoven.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 104 min.
- USA, Germania 2006.
uscita venerdì 15 giugno 2007.
MYMONETRO
Io e Beethoven ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Beethoven: dal dolore al sublime dell'essere.
di MarPatFeedback: |
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martedì 29 gennaio 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dal film emerge, soprattutto grazie alla musica che è protagonista assieme alla fotografia, la forza vitale del compositore, il suo tormento, la sua finale levatura. Massacrato nel livello più grossolano della sua esistenza (sta diventando quasi completamente sordo il che per un compositore è quanto di più beffardo possa capitare) recupera ed innalza la parte più sottile della sua anima che diviene parte dell'Immanifesto. E' lì che si trova il Principio di tutte le cose, la forza creativa dell'Universo, è lì che risiede Beatitudine, è lì che si trova la soluzione ad ogni umano problema, e quella è la Trascendenza. E' a contatto con questo Stato che il musicista trova la grandezza dell'esistenza e ce la trasmette e la tramanda nella sua musica drammatica ed eccelsa ad un tempo. Questo il senso altissimo dello spaccato di vita di quest’ uomo, del suo riscatto dopo il faticoso cammino verso la pace. Il messaggio raggiunge lo spettatore che assiste e che, se attento, si lascia andare all'emozione della musica, dei colori, delle luci, della fotografia. In generale poco convincente il ruolo dei personaggi che pure dovrebbero partecipare e condurre al sublime: troppo spesso invece restano ancorati a livelli grossolani fino a sfiorare addirittura momenti interpretativi inspiegabilmente puerili. Non si capisce se questi rientrino nel disegno della regia o se piuttosto siano espressione voluta dagli interpreti; rasentano il ridicolo e sfuggono la drammaticità del momento. Il maestro ormai sordo non è più in grado di seguire l’esecuzione delle diverse sezioni dell’orchestra, non può dare gli attacchi giusti…né sentire gli applausi del trionfo della sua musica. Anna, giovane “miglior allievo” (non era minimamente pensabile che musicista all’epoca potesse essere una donna!) del conservatorio di composizione, è inviata dal direttore della scuola ad aiutare il maestro per copiare le parti della Nona Sinfonia per la première che avrebbe avuto luogo di lì a qualche giorno. Questa figura femminile è stata creata ad arte, (ispirandosi ad una donna che semplicemente aveva aiutato il maestro a girarsi verso il pubblico che lo applaudiva) come mezzo per evidenziare e contrapporre il disagio, la solitudine, la volgarità del protagonista. Ella gli tiene testa sia nel temperamento che nella conoscenza dell’arte compositiva e diventa strumento di elevazione per il povero-grande uomo dilaniato dal dolore e dalla solitudine terrena, diventa paciere tra il maestro e suo nipote ed è nel medesimo tempo il mezzo di redenzione. ”Ascolta te stesso nel silenzio delle note, là troverai la grandezza di Dio.” Ecco la proposta del film cui vale la pena di tendere, il sublime dell’esistenza!
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