andrea giostra
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sabato 29 settembre 2012
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l'amore saffico e la solitudine
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Film bellissimo. Trattare con classe, con grande stile, con sobrietà, con la giusta sensibilità temi assai delicati da maneggiare e ancora oggi “rinnegati” (nell’accezione freudiana del termine) dalla cultura dominante della società occidentale di impronta cattolica, quali l’attrazione tra donne e l’amore tra una donna matura e un adolescente, non dev’essere stata impresa facile per Richard Eyre,che invece riesce benissimo in questa pericolosissima impresa: il rischio era quello di cadere miseramente nel volgare o nella rappresentazione di scontati preconcetti e pregiudizi. Temi sociali importanti, arricchiti da una magistrale rappresentazione delle debolezze umane che Eyre, “utilizzando” due fantastiche donne quali Judi Dench e Cate Blanchett, riesce ad esprimere efficacemente ed empaticamente: la morbosità, la fiducia tradita, la pusillanimità, la vigliaccheria, la cattiveria, la gelosia, l’invidia, l’egoismo più crudele, il cinismo più impietoso, la solitudine che indebolisce e rende vulnerabili, trafiggono lentamente lo spettatore per novantadue minuti, lasciandolo emotivamente ferito e con uno spiacevole ed amaro torpore.
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Film bellissimo. Trattare con classe, con grande stile, con sobrietà, con la giusta sensibilità temi assai delicati da maneggiare e ancora oggi “rinnegati” (nell’accezione freudiana del termine) dalla cultura dominante della società occidentale di impronta cattolica, quali l’attrazione tra donne e l’amore tra una donna matura e un adolescente, non dev’essere stata impresa facile per Richard Eyre,che invece riesce benissimo in questa pericolosissima impresa: il rischio era quello di cadere miseramente nel volgare o nella rappresentazione di scontati preconcetti e pregiudizi. Temi sociali importanti, arricchiti da una magistrale rappresentazione delle debolezze umane che Eyre, “utilizzando” due fantastiche donne quali Judi Dench e Cate Blanchett, riesce ad esprimere efficacemente ed empaticamente: la morbosità, la fiducia tradita, la pusillanimità, la vigliaccheria, la cattiveria, la gelosia, l’invidia, l’egoismo più crudele, il cinismo più impietoso, la solitudine che indebolisce e rende vulnerabili, trafiggono lentamente lo spettatore per novantadue minuti, lasciandolo emotivamente ferito e con uno spiacevole ed amaro torpore. Da vedere assolutamente.
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lo
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venerdì 2 marzo 2007
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l'ira di saffo
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Era dai tempi di Misery non deve morire che non si vedeva una donna di mezza età tanto inquietante come la cupa insegnante interpretata da Judy Dench in questo film. La vecchia Barbara, chiusa nella sua blindata solitudine, vede ritornare il colore sulla sua grigia realtà nel biondo angelico dei capelli della giovane collega Sheba.
Il regista Richard Eyre si addentra nella mente contorta di un’apparentemente banale professoressa londinese, talmente permeata da quei valori della media borghesia che tanto detesta, da negare perfino a sè stessa l’ammissione della sua tendenza saffica. E il tentativo di superare questa frustrazione, la smania di imprigionare la “fatina” Cate Blanchett, porterà la rigida insegnante a ricorrere ai mezzi più abbietti, in un torbido intrigo di sentimenti e circostanze scrupolosamente registrati sulle pagine di un diario.
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Era dai tempi di Misery non deve morire che non si vedeva una donna di mezza età tanto inquietante come la cupa insegnante interpretata da Judy Dench in questo film. La vecchia Barbara, chiusa nella sua blindata solitudine, vede ritornare il colore sulla sua grigia realtà nel biondo angelico dei capelli della giovane collega Sheba.
Il regista Richard Eyre si addentra nella mente contorta di un’apparentemente banale professoressa londinese, talmente permeata da quei valori della media borghesia che tanto detesta, da negare perfino a sè stessa l’ammissione della sua tendenza saffica. E il tentativo di superare questa frustrazione, la smania di imprigionare la “fatina” Cate Blanchett, porterà la rigida insegnante a ricorrere ai mezzi più abbietti, in un torbido intrigo di sentimenti e circostanze scrupolosamente registrati sulle pagine di un diario.
Questo film è profondamente disturbante, poichè costringe lo spettatore a mettere in discussione parte della propria integrità, a chiedersi fino a che punto si sarebbe disposti ad arrivare, per raggiungere ciò che per noi sembra essere la chiave della felicità.
In fondo, sia l’aspra Barbara che l’eterea Sheba, non fanno altro che aggrapparsi disperatamente a qualcosa (o qualcuno) che le strappi dalla profonda solitudine della loro vita apparentemente normale.
Riuscire a rendere una tale complessità di stati d’animo, senza rimanere arenati nel banale clichè del ricatto sessuale è un’impresa tutt’altro che semplice. Ma il regista se la cava egregiamente, aiutato dall’efficace sceneggiatura del talentuoso Patrick Marber (già autore di Closer) e dalle performance assolutamente impeccabili delle due protagoniste.
Tutto è in equilibrio perfetto. 92 minuti di apnea, durante i quali si teme l’arcigna Barbara e ci si innamora follemente dell’abbagliante Sheba, senza che il giudizio riesca mai a schierarsi definitivamente dalla parte dell’una o dell’altra.
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[+] hai colto nel segno
(di wale_ntina)
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[+] l'unione fa la viltà
(di loren)
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riccardo billia
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lunedì 26 febbraio 2007
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l'amore può distruggere
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Le prime immagini che scorrono sul grande schermo ci suggeriscono che assisteremo ad un'opera che ha una consistenza rara nel suo svilupparsi: una scrittura brillante, tagliente, sottilmente e dichiaratamente morbosa, che se ne infischia di alcuni involucri posticci che avvolgono alcuni film basati su tematiche scottanti.
Chi ha visto "Closer" di Mike Nichols due anni fa intuisce che la penna autrice di questa sceneggiatura con i fiocchi è di Patrick Marber; la sua dirompenza oltraggiosa e spiritosa al contempo s'incarna nel corpo e soprattutto nella mente di quella magnifica creatura del teatro inglese(e poi del cinema)che è Judi Dench. Il premio Oscar per "Shakespeare in Love" è il diario narrante del film.
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Le prime immagini che scorrono sul grande schermo ci suggeriscono che assisteremo ad un'opera che ha una consistenza rara nel suo svilupparsi: una scrittura brillante, tagliente, sottilmente e dichiaratamente morbosa, che se ne infischia di alcuni involucri posticci che avvolgono alcuni film basati su tematiche scottanti.
Chi ha visto "Closer" di Mike Nichols due anni fa intuisce che la penna autrice di questa sceneggiatura con i fiocchi è di Patrick Marber; la sua dirompenza oltraggiosa e spiritosa al contempo s'incarna nel corpo e soprattutto nella mente di quella magnifica creatura del teatro inglese(e poi del cinema)che è Judi Dench. Il premio Oscar per "Shakespeare in Love" è il diario narrante del film. Assume i panni di Barbara Covett, un'insegnante oppressa dalla solitudine, dall'alienazione della felicità, che percepisce la voce degli angeli appena scorge la figura della splendida sua nuova collega Cate Blanchett. Tra le due donne s'instaura un legame che però presenta delle finalità ben diverse per entrambe: per Shyba (la Blanchett) Barbara è solo una nuova amica alla quale mostrare quanto sia rassicurante (ma non appagante) la condizione familiare alto-borghese: per la seconda, Shyba è la passione, l'amore carnale che non ha ancora trovato una forma umana d'appagamento nella sua longeva esistenza. Un episodio però smuove sensibilmente gli equilibri.
Shyba perde il controllo dei sensi quando un ragazzino di 15 anni la corteggia come un'adolescente; la trasgressione li sovrasta ben presto rifugiandosi in un turbine di scandaloso sesso. Barbara ne diventa presto una testimone scomoda. L'ira della donna si traveste in un'ossessione che la porterà a disintegrare la vita dell'avvenente Shyba. Ma la redenzione morale non avrà vincitori, bensì solo vinti.
Pensavamo che Judi Dench avesse già dimostrato sufficientemente la sua poliedrica natura d'attrice. Invece questo film ci fa ancora il regalo di lascarci a bocca spalancata. Le sue occhiate, le sue movenze, le sue posture hanno della magia raramente rintracciabile in circolazione. Ma tutto il resto del cast ha una pregnanza notevole: l'australiana Blanchett disegna con classe un personaggio che "sopravvive" in un castello di sabbia e Bill Nighy, malgrado il ruolo pressochè marginale, ci ricorda che anche un'apparente semplice espressione del viso può dar vita a scenari di multipli significati.
Il regista inglese Richard Eyre ("Iris"), con stile asciutto ed essenziale, ha la bravura di rivelare in un'ora e mezza di film un ibrido di quei sentimenti che da millenni muovono il globo terrestre. Se il risultato è di forte spessore il principale merito consiste di una scrittura dai palati molto fini legittimamente candidata all'Oscar. E ci mancherebbe.
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luana ciavola
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venerdì 9 marzo 2007
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lo scandalo perverso che possiamo diventare
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Barbara e Sheba sono due donne intelligenti e sensibili, doti che assai spesso si scontrano con le formalita` e le imposizioni sociali, che obbligano ad assumere ruoli stretti e inadeguati e costringono ad indossare maschere per nascondere vuoti, desideri, e il reale. Barbara e Sheba sono simili, ma anche diverse. Barbara sente che l’eta` sta avanzando, inesorabilmente, il tempo passare, e con quello, il senso della perdita della bellezza della giovinezza, e la solitudine; Sheba invece e` ancora giovane, e bellissima, ma altrettanto sola, come Barbara, e altrettanto desiderante.
Barbara e Sheba, son diverse ma uguali, entrambe fragili e solissime, e per questo l’una l’alter ego dell’altra, ricercano in quella, come in uno specchio, il proprio pezzo mancante.
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Barbara e Sheba sono due donne intelligenti e sensibili, doti che assai spesso si scontrano con le formalita` e le imposizioni sociali, che obbligano ad assumere ruoli stretti e inadeguati e costringono ad indossare maschere per nascondere vuoti, desideri, e il reale. Barbara e Sheba sono simili, ma anche diverse. Barbara sente che l’eta` sta avanzando, inesorabilmente, il tempo passare, e con quello, il senso della perdita della bellezza della giovinezza, e la solitudine; Sheba invece e` ancora giovane, e bellissima, ma altrettanto sola, come Barbara, e altrettanto desiderante.
Barbara e Sheba, son diverse ma uguali, entrambe fragili e solissime, e per questo l’una l’alter ego dell’altra, ricercano in quella, come in uno specchio, il proprio pezzo mancante. Ma quando il tempo non si puo` fermare e neanche l’ordine cosi com’e`, con i suoi limiti, restrizioni, e finzioni, si puo’ cambiare, per riavere indietro quanto abbiamo desiderato per tutta la vita, nel momento in cui si sente che stiamo per perderlo per sempre, l’istinto puo` spingerci fino alla perversione e a toccare il male, quello puro, senza punti morbidi.
Prima ancora, pero`, Barbara e Sheba sono due insegnanti di una scuola di Londra. Sheba e` la nuova insegnante di arte appena arrivata, mentre Barbara e` insegnante di lunga carriera, giunta quasi al pensionamento. L’esperienza professionale ha reso Barbara scontrosa e cinica; senza rassegnarsi, pero`, Barbara ha trasformato quel cinismo in una stizza maligna e una tensione nervosa a non mollare il proprio io. Barbara e` attratta da Sheba per la giovinezza, che lei ha perso, e da una bellezza tanto eterea quanto travolgente che la rende tanto magnetica quanto vulnerabile agli occhi di Barbara.
Barbara e Sheba reagiscono alla vita cercando sentimenti intensi e legami altrettanto profondi, ma anche vie di fuga o almeno modi per uscire dalla noia e dalla normalita`, dalla solitudine. Quando Barbara scopre che Sheba ha una relazione con uno studente, un modo per fuggire “la vita cosi come e`”, la prima usera` questo segreto non tanto per minacciare la seconda, ma come arma per strumentalizzarla e portarla sempre piu` verso di se`. Mentre Sheba ingenuamente e sinceramente ripone la sua fiducia in Barbara, quest’ultima, invece, mostra sempre piu` il suo comportamento opportunistico, e morboso.
Il segreto che entrambe celano diventa il perno della vicenda da cui si svolge il seguito del film quando, inevitabilmente, la situazione sfugge di mano, perchè le donne sono sopraffatte dai desideri e prima ancora da istinti incontrollabili, che vanno pero` in due direzioni diverse, verso Sheba per Barbara ma verso lo studente per la giovane donna. Cosicche` basta un no di una negazione perchè la voce dei sentimenti e delle intenzioni piu` vere fuoriesca, non piu` trattenuta, sputata fuori dal veleno della vendetta piu` crudele e bieca.
E` Barbara stessa a farsi conoscere allo spettatore nelle sue pieghe piu` maligne, laddove la sua voce che legge il diario, unico destinatario a cui la donna confessa i suoi sentimenti per Sheba e piu` ancora la stratificazione subdola del suo essere, i suoi movimenti interni e i suoi piani, fa da voce narrante del film. E il diario e` anche l’unico a custodire, tra i ghirigori della scrittura, disegnini infantili e stelline colorate, lo scandalo, che non e` quello che vedra` coinvolta Sheba ma e` li`, nel diario e nella mente di Barbara.
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antonello villani
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mercoledì 7 marzo 2007
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due attrici in stato di grazia
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Scandalo a scuola. Sheeba, artista sposata ad un uomo più anziano di lei, si lascia sedurre da un alunno quindicenne; Barbara, insegnante che ha sviluppato una misantropia patologica a furia di vivere da sola con il gatto, è segretamente innamorata della collega più giovane. Tanto che non si lascia sfuggire l’occasione di ricattarla dopo averla colta in fragrante con il giovanissimo amante; gelosia e pruderie, le cose si complicano più del previsto quando la notizia gira tra i corridoi prima e sulle prime pagine dei giornali poi. Dramma borghese tratto dal racconto di Zo Heller, “Diario di uno scandalo” si affida a due attrici in stato di grazia: devastante Judi Dench che fa uscire il peggio della natura umana affidandosi alla scrittura di un diario che conserva gelosamente; sofferente Cate Blanchette che scopre il marcio dietro l’amicizia della collega.
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Scandalo a scuola. Sheeba, artista sposata ad un uomo più anziano di lei, si lascia sedurre da un alunno quindicenne; Barbara, insegnante che ha sviluppato una misantropia patologica a furia di vivere da sola con il gatto, è segretamente innamorata della collega più giovane. Tanto che non si lascia sfuggire l’occasione di ricattarla dopo averla colta in fragrante con il giovanissimo amante; gelosia e pruderie, le cose si complicano più del previsto quando la notizia gira tra i corridoi prima e sulle prime pagine dei giornali poi. Dramma borghese tratto dal racconto di Zo Heller, “Diario di uno scandalo” si affida a due attrici in stato di grazia: devastante Judi Dench che fa uscire il peggio della natura umana affidandosi alla scrittura di un diario che conserva gelosamente; sofferente Cate Blanchette che scopre il marcio dietro l’amicizia della collega. Le protagoniste sembrano l’una lo specchio dell’altra, gioventù e vecchiaia, speranza e disperazione, amore e aridità di cuore ma Richard Eyre è interessato ad esplorare soprattutto la lucida follia di una donna condannata alla solitudine e che “sente un fremito semplicemente sfiorando il braccio del bigliettaio”, le mille contraddizioni che possono nascondersi dietro l’apparente normalità. Il cineasta inglese si affida alla musica asfissiante per dare il senso di oppressione che regna nella storia e ad una veterana del teatro –Judy Dench era stata già diretta da lui in “Iris – un amore vero”- per offrirci un ritratto complesso e talvolta disturbante: le confessioni al vetriolo del diario non risparmiano nemmeno il figlio handicappato della giovane insegnante, perché la mancanza di amore porta alla morte di qualsiasi sentimento. Così scopriamo che l’anziana signora ha avuto una relazione finita addirittura in tribunale, l’ex compagna è fuggita lasciandole un vuoto incolmabile mentre la pazzia ha iniziato il suo inesorabile lavorio. Cate Blanchette, perfetta nella parte dell’artista soffocata dalle responsabilità familiari, è condotta con mano sicura da un regista che riesce ad anticipare alcuni fatti di cronaca. Ma sull’insegnante che seduce e viene sedotta dall’allievo non c’è alcun giudizio moralista, Eyre racconta la genesi di un dramma compiendo un’analisi profonda della società odierna. Senza perbenismi di facciata.
Antonello Villani
(Salerno)
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(di miriam)
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riccardo g.a.
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domenica 6 maggio 2007
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morbosita da oscar
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morbosita,ossesione,amore,tradimento sono stati queste le basi di un buon film secondo lo sceneggiatore di diario di uno scandalo(patrik marber)ambientata in una inghilterra di oggi un afresco crudo e sensa peli sulla lingua che fa vedere chiaramente la tristezza e la noia che una donna deve afrontare anche se avendo marito e figli a carico e una madre che trova sempre lo spunto per metterla in cattiva luce.poi la storia si sposta anche su una donna piu anziana sola,acida e insegnate rispettata di una scuola che appena conosce la nuova insegnante di arte subito crde che sara una grande amicizia infatti la nuova insegnante d'arte molto bella una stupenda (cate blanchett)fa amicizia con l'insegnante piu anziana)una bravissima (judi dench)l'insegnante d'arte scheba si invaghische di un suo allunno e diventano amanti quando barbara (judi dench)scopre scambiarsi atteggiamenti intimi inizia a giocare mentalmente con sheba e fa in modo che sheba sia la sua grande amica.
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morbosita,ossesione,amore,tradimento sono stati queste le basi di un buon film secondo lo sceneggiatore di diario di uno scandalo(patrik marber)ambientata in una inghilterra di oggi un afresco crudo e sensa peli sulla lingua che fa vedere chiaramente la tristezza e la noia che una donna deve afrontare anche se avendo marito e figli a carico e una madre che trova sempre lo spunto per metterla in cattiva luce.poi la storia si sposta anche su una donna piu anziana sola,acida e insegnate rispettata di una scuola che appena conosce la nuova insegnante di arte subito crde che sara una grande amicizia infatti la nuova insegnante d'arte molto bella una stupenda (cate blanchett)fa amicizia con l'insegnante piu anziana)una bravissima (judi dench)l'insegnante d'arte scheba si invaghische di un suo allunno e diventano amanti quando barbara (judi dench)scopre scambiarsi atteggiamenti intimi inizia a giocare mentalmente con sheba e fa in modo che sheba sia la sua grande amica.alla fine tutto scoppia in un esplosione di tensione.uno dei film piu interessanti dell'anno le due atrici sono da oscar assolutamente e anche la sceneggiatura è molto bella l'unica cosa che mi sento di rimproverare è stata la scelta dell'attore per fare il marito la scelta del ragazzo per fare connoly e l'atrice per fare sue per il resto una staning ovescion a tutti e al regista che a saputo portare un dramma a tinte gialle di alta categoria e molto raffinato
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[+] bè veramente...
(di holly)
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luigi chierico
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giovedì 2 luglio 2015
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un film fuori classe
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Quando l’amore non si consuma nelle mura domestiche col proprio compagno o coniuge allora è “Scandalo”;quando è attrazione tra due donne o due uomini è ”Scandalo”; quando coinvolge nell’esperienza amorosa un minore è “Scandalo”. Diario di uno scandalo è il titolo dato a questo ottimo film dal suo regista Richard Eyre. Una regia perfetta, racconta tutte queste situazioni “Scandalose” con garbo,senza eccedere nell’immagine fotografica ma esasperando gli animi. Non è il nudo che fa scandalo quanto un sentimento. Momenti eccezionali vivono le due principali figure femminili: Cate Blanchett e Judi Dench, rispettivamente Sheba Hart e Barbara Covett, due insegnanti delle scuole superiori. Sheba sposata con marito e figli, Barbara anziana signorina.
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Quando l’amore non si consuma nelle mura domestiche col proprio compagno o coniuge allora è “Scandalo”;quando è attrazione tra due donne o due uomini è ”Scandalo”; quando coinvolge nell’esperienza amorosa un minore è “Scandalo”. Diario di uno scandalo è il titolo dato a questo ottimo film dal suo regista Richard Eyre. Una regia perfetta, racconta tutte queste situazioni “Scandalose” con garbo,senza eccedere nell’immagine fotografica ma esasperando gli animi. Non è il nudo che fa scandalo quanto un sentimento. Momenti eccezionali vivono le due principali figure femminili: Cate Blanchett e Judi Dench, rispettivamente Sheba Hart e Barbara Covett, due insegnanti delle scuole superiori. Sheba sposata con marito e figli, Barbara anziana signorina. Cupido non conosce sesso ed età rendendo così vulnerabile sia Sheba che Barbara. C’è da chiedersi se sia più trasgressiva l’omosessualità o l’adulterio, ed ancora l’adulterio o la corruzione di minore? A decidere in sala è lo spettatore e la spettatrice, per il regista, ovvero per l’autore del dramma, è la Giustizia voluta dagli uomini,da quella Divina “chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli”. Nel film non ci sono coinvolgimenti, direi che non si vede partire il dardo lanciato per l’occasione dal giovane studente di quindici anni Steven Connelly,interpretato da Andrew Simpson, che ancora oggi potrà vantarsi di essere stato accanto alla bellissima quanto bravissima Kate Blanchett. Nulla di lui giustifica i fatti e le emozioni, il desiderio ed il peccato. Una, figura insignificante, Steven è un imberbe, non è prestante né un genio, visto dall’esterno non si capisce perché mai una bella onna,insegnante,regolarmente sposata con figli, rispettata debba lasciarsi andare al punto di innamorarsene sino a perdere tutto. L’amore è cieco e tanto basta. Peraltro a conoscere la storia,la mitologia e le umane vicende anche dei giorni nostri non c’è proprio di cui meravigliarsi. Si sostiene che la trasgressione appartiene più al mondo maschile che a quello femminile, più a Paride che ad Elena. Ma cosa veramente si conosce dell’intimo di ciascun essere? Si analizzano i fatti che fanno cronaca non si possono giudicare i desideri rimasti soffocati dalla paura che si possa dire: “Scandalo”. Quante pagine di diario ci sono scritte e non scritte oltre a quelle di Barbara Covett. La vicenda intrigante, la ricerca disperata di una donna per un contatto umano è struggente, la ricerca senza scrupoli di avere una donna accanto sono le vere ragion d’essere di questo bellissimo film, la cui triste vicenda è ampiamente superata dall’apprezzamento per l’interpretazione di tutti. Sovrasta in assoluto quella di Kate Blanchett (Oscar in “Blue Jasmine) e di Judi Dench (nomination quale migliore attrice protagonista). La scena della scoperta del “Diario dello scandalo”, con la furibonda scenata che ne segue, rimane una pagina di straordinaria bravura, una partecipazione totale che ben poche attrici sono in grado di dare. I biondi capelli della bella capigliatura di Kate, scompigliati, arruffati, scossi dalle sue urla disperate di fronte ad una verità scoperta lasciano ogni spettatore interdetto, eppure c’è un velo di pietà verso colei che vede perdere insieme ai suoi sogni, il suo prezioso diario, unico compagno della sua solitudine,l’unica cosa che ha avuto nella sua travagliata vita, rincorrendo un affetto impossibile, ma certo non scandaloso.chibar22@libero.it
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martina bady
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domenica 4 marzo 2007
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diario di un segreto
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Le nostre coscienze talvolta si scomodano di predicare il silenzio,di calare un panno obliato di reticenza sui risvolti più profondi del nostro animo,di trattenere l'impulso di violare un segreto altrui o di segretare il contenuto di una violazione importante....
E' quello che accade alle due maestrine fustigate Barbara e Sheba,protagoniste occasionali di uno scandalo da loro stesse partecipato con sfumature emotive troppo distanti per non collidere:dall'una(Barabara)è strumentalizzato per cementare un' unione instabile sotto l'imperativo della minaccia psicologica,dall'altra(Sheba)è vissuto con lo stordimento stupefatto di chi s'abbandona anima e corpo ad una relazione pericolosa e potenzialmente esplosiva.
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Le nostre coscienze talvolta si scomodano di predicare il silenzio,di calare un panno obliato di reticenza sui risvolti più profondi del nostro animo,di trattenere l'impulso di violare un segreto altrui o di segretare il contenuto di una violazione importante....
E' quello che accade alle due maestrine fustigate Barbara e Sheba,protagoniste occasionali di uno scandalo da loro stesse partecipato con sfumature emotive troppo distanti per non collidere:dall'una(Barabara)è strumentalizzato per cementare un' unione instabile sotto l'imperativo della minaccia psicologica,dall'altra(Sheba)è vissuto con lo stordimento stupefatto di chi s'abbandona anima e corpo ad una relazione pericolosa e potenzialmente esplosiva...
Senza che nessuna delle due amiche sia sottoposta ad una criminalizzazione etico-morale senza appello.
Davvero un'ottima triangolazione regista-attrici-sceneggiatura...
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dario
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giovedì 23 aprile 2015
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vero
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Il film è tutto sulle spalle della Dench, ma la Dench è brava e lo regge bene. Notevole anche la Blanchett, in un ruolo difficile, complesso e sostanzialmente non risolto. La relazione con il minorenne non ha motivi e non ha sviluppo. E' un pretesto. La regia procede un po' a zig zag, a causa di una sceneggiatura con qualche buco e qualche incertezza, tuttavia è una regia solida, di mestiere e funziona. Anche la recitazione, in genere, è di mestiere, però la Dench fa vedere come si fa a recitare con tutto il corpo e con pertinenti espressioni del volto.
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fabal
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mercoledì 8 marzo 2017
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dramma di manipolazione magistralmente recitato
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In una scuola superiore londinese arriva una nuova, giovane professoressa, dal look casual e lo sguardo dolce: è la bella Sheba, che presto stringe amicizia con la più anziana e arcigna Barbara. La frequentazione tra le due donne si fa, via via, più stretta: Barbara, che vive in solitudine, entra nella famiglia della collega, sposata con un uomo molto più vecchio e con due figli, di cui uno affetto da sindrome down. Sheba, presto, si lascia andare a confidenze da cui la traspare la sua infelicità di fondo. L'attaccamento che l'anziana insegnante prova nei confronti della donna appare subito di natura morbosa e va oltre la semplice amicizia: quando, per caso, scopre la collega durante un rapporto sessuale con un allievo quindicenne, la gelosia lascia spazio alla possibilità del ricatto morale.
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In una scuola superiore londinese arriva una nuova, giovane professoressa, dal look casual e lo sguardo dolce: è la bella Sheba, che presto stringe amicizia con la più anziana e arcigna Barbara. La frequentazione tra le due donne si fa, via via, più stretta: Barbara, che vive in solitudine, entra nella famiglia della collega, sposata con un uomo molto più vecchio e con due figli, di cui uno affetto da sindrome down. Sheba, presto, si lascia andare a confidenze da cui la traspare la sua infelicità di fondo. L'attaccamento che l'anziana insegnante prova nei confronti della donna appare subito di natura morbosa e va oltre la semplice amicizia: quando, per caso, scopre la collega durante un rapporto sessuale con un allievo quindicenne, la gelosia lascia spazio alla possibilità del ricatto morale.
Un crudele gioco del gatto col topo, una storia di manipolazione forse troppo urlata ma brillante, supportata da due attrici gigantesche che fin da subito si pongono come antitetiche. Da una parte la Dench, ottimo ritratto di donna arcigna ultra british, possessiva perché sola, morbosamente attaccata al gatto e a qualsiasi sorgente di affetto che la vita le presenti. Il suo concetto di amore è univoco, assoluto, perennemente accompagnato dal terrore dell'abbandono. Il suo piglio verso il mondo è austero, condito da un classismo dispregiativo tipico della upper class, che, sulle prime, etichetta come ipocrita anche l'atteggiamento easy della giovane collega.
Dall'altra la meravigliosa Cate Blanchett, che non interpreta un personaggio ma si getta a capofitto nel ruolo di donna sensibile e tormentata, fatto di espressioni sfuggenti, occhi gonfi di lacrime, gestualità ingenua.
L'amicizia tra le due colleghe assume fin da subito il carattere dell'evanescenza, dell'illusione destinata a infrangersi tra le reciproche accuse.
Diario di uno scandalo si avvale di dialoghi taglienti, spietati, capaci di generare una grande tensione emotiva e tenere lo spettatore sulla graticola per tutta la sua durata. La voce fuori campo della Dench è il burattinaio che vorrebbe dirigere tutta la storia, ma ne resta ingabbiata esattamente come la Blanchett, e dimostrando come ad accomunare le due donne sia, in sostanza, la fragilità.
Richard Eyre dirige il testo di Patrick Marber con una regia asciutta e immediata, consacrando la natura dialogica piuttosto teatrale tipica dello sceneggiatore di Closer. La sintonia di Eyre con la Dench, con la quale ha già lavorato in Iris, permette all’attrice di muoversi con la piena libertà della protagonista navigata. Nonostante la lena macchinosa di Barbara sia un tantino esasperata, il film si mantiene credibile per tutta la sua durata, né troppo lunga, né troppo breve, quel tanto che basta a non perdere la sua intensità, accompagnata dalle note leggermente invasive di Philip Glass.
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