michele il critico
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giovedì 12 maggio 2005
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regia: Ermanno Olmi, Abbas Kiarostami, Ken Loach
Esperienze umane si sfiorano sui vagoni di un treno diretto alla volta di Roma.
Olmi si sofferma su un anziano professore che ha paura di perdere il diritto di innamorarsi, di sognare, di vivere. Nel rapporto col nipotino che lo aspetta a casa c'è la possibilità di un nuovo senso.
Kiarostami si sofferma sulle nevrosi di una donna matura, forse non in grado di riconoscersi nel proprio corpo non più giovane, che nei rapporti con gli altri riesce a dare il peggio di sè determinando così il proprio isolamento.
Infine Loach che, attraverso l'incontro tra tre giovani scozzesi tifosi del Celtic ed una famiglia di Albanesi, mostra ottimismo e buoni sentimenti.
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regia: Ermanno Olmi, Abbas Kiarostami, Ken Loach
Esperienze umane si sfiorano sui vagoni di un treno diretto alla volta di Roma.
Olmi si sofferma su un anziano professore che ha paura di perdere il diritto di innamorarsi, di sognare, di vivere. Nel rapporto col nipotino che lo aspetta a casa c'è la possibilità di un nuovo senso.
Kiarostami si sofferma sulle nevrosi di una donna matura, forse non in grado di riconoscersi nel proprio corpo non più giovane, che nei rapporti con gli altri riesce a dare il peggio di sè determinando così il proprio isolamento.
Infine Loach che, attraverso l'incontro tra tre giovani scozzesi tifosi del Celtic ed una famiglia di Albanesi, mostra ottimismo e buoni sentimenti.
Un unico viaggio realizzato da tre autori.
La parte di Olmi è quella più costruita dal punto di vista narrativo: incastra sogni e memoria allo sguardo illuso/disilluso del protagonista.
Kiarostami invece costruisce certezze per poi smontarle e si avvale soprattutto di sguardi che significano.
Il racconto di Loach è forse quello cinematograficamente più piatto, ma è divertente e propositivo nei contenuti
VOTO ***
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michele
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martedì 10 maggio 2005
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la casualità del (nel) viaggio
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Viaggio: percorso e non mèta (destino o destinazione). Senza inizio e senza fine: entro e qualcosa è già iniziato, vado via e non faccio in tempo a vederne la fine. Immagino: immagine - azione. La casualità erotica del treno (quanto amo quell'odore - non ho mai avuto la mancanza di pudore di assaggiarlo, come invece fa un attore del film), niente ha inizio, niente ha fine.
Un mio personale ringraziamento a un Delle Piane che mi sorprende e commuove: grande attore.
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lunedì 16 giugno 2008
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ccato,
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Un altro film girato da tre grandi maestri su un tema comune , che in questo caso non è un vero e proprio tema, ma è un luogo, il treno, che è sempre stato un “luogo” cinematografico molto significativo, perché si presta moltissimo sia alla metafora del viaggio sia agli sviluppi narrativi che possono scaturire se metti più personaggi nel medesimo ambiente chiuso. Ma purtroppo se non esiste un disegno, un progetto organico che comprenda ben piu’ di una “ scusa”, aldilà delle differenze tra i registi, queste operazioni sono destinate a restare meri esercizi stilistici di cui non si comprende il senso, come già successe per EROS In questo caso, poi, si aggiunga che i tre maestri ( che io ho sempre molto amato, specie Olmi e Kiarostami) non si sono sprecati granchè, restando , anche a voler giudicare autonomamente i tre lavori, molto al di sotto dei loro standard qualitativi.
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Un altro film girato da tre grandi maestri su un tema comune , che in questo caso non è un vero e proprio tema, ma è un luogo, il treno, che è sempre stato un “luogo” cinematografico molto significativo, perché si presta moltissimo sia alla metafora del viaggio sia agli sviluppi narrativi che possono scaturire se metti più personaggi nel medesimo ambiente chiuso. Ma purtroppo se non esiste un disegno, un progetto organico che comprenda ben piu’ di una “ scusa”, aldilà delle differenze tra i registi, queste operazioni sono destinate a restare meri esercizi stilistici di cui non si comprende il senso, come già successe per EROS In questo caso, poi, si aggiunga che i tre maestri ( che io ho sempre molto amato, specie Olmi e Kiarostami) non si sono sprecati granchè, restando , anche a voler giudicare autonomamente i tre lavori, molto al di sotto dei loro standard qualitativi. [+]
Un altro film girato da tre grandi maestri su un tema comune , che in questo caso non è un vero e proprio tema, ma è un luogo, il treno, che è sempre stato un “luogo” cinematografico molto significativo, perché si presta moltissimo sia alla metafora del viaggio sia agli sviluppi narrativi che possono scaturire se metti più personaggi nel medesimo ambiente chiuso. Ma purtroppo se non esiste un disegno, un progetto organico che comprenda ben piu’ di una “ scusa”, aldilà delle differenze tra i registi, queste operazioni sono destinate a restare meri esercizi stilistici di cui non si comprende il senso, come già successe per EROS In questo caso, poi, si aggiunga che i tre maestri ( che io ho sempre molto amato, specie Olmi e Kiarostami) non si sono sprecati granchè, restando , anche a voler giudicare autonomamente i tre lavori, molto al di sotto dei loro standard qualitativi. L’episodio di Olmi è il più impalpabile per non dire il più inconsistente. Kiarostami si limita ad applicare il suo "metodo" di confronto tra individui, che solitamente si svolge in abitacoli di automobili (vedi i dialoghi ei battibecchi in Ten, E la vita continua, ecc), alla struttura del treno.Ken Loach è il solito moralista.Quisquilie, null'altro. Peccato,ma continuero' ad attendsere con ansia le opere nuove di questi tre maestri alessandro pesce [-]
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sabato 9 aprile 2005
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biglietti inutili
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Un altro film girato da tre grandi maestri su un tema comune , che in questo caso non è un vero e proprio tema, ma è un luogo, il treno, che è sempre stato un “luogo” cinematografico molto significativo, perché si presta moltissimo sia alla metafora del viaggio sia agli sviluppi narrativi che possono scaturire se metti più personaggi nel medesimo ambiente chiuso.
Ma purtroppo se non esiste un disegno, un progetto organico che comprenda ben piu’ di una “ scusa”, aldilà delle differenze tra i registi, queste operazioni sono destinate a restare meri esercizi stilistici di cui non si comprende il senso, come già successe per EROS
In questo caso, poi, si aggiunga che i tre maestri ( che io ho sempre molto amato, specie Olmi e Kiarostami) non si sono sprecati granchè, restando , anche a voler giudicare autonomamente i tre lavori, molto al di sotto dei loro standard qualitativi.
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Un altro film girato da tre grandi maestri su un tema comune , che in questo caso non è un vero e proprio tema, ma è un luogo, il treno, che è sempre stato un “luogo” cinematografico molto significativo, perché si presta moltissimo sia alla metafora del viaggio sia agli sviluppi narrativi che possono scaturire se metti più personaggi nel medesimo ambiente chiuso.
Ma purtroppo se non esiste un disegno, un progetto organico che comprenda ben piu’ di una “ scusa”, aldilà delle differenze tra i registi, queste operazioni sono destinate a restare meri esercizi stilistici di cui non si comprende il senso, come già successe per EROS
In questo caso, poi, si aggiunga che i tre maestri ( che io ho sempre molto amato, specie Olmi e Kiarostami) non si sono sprecati granchè, restando , anche a voler giudicare autonomamente i tre lavori, molto al di sotto dei loro standard qualitativi.
L’episodio di Olmi è il più impalpabile per non dire il più inconsistente. Kiarostami si limita ad applicare il suo "metodo" di confronto tra individui, che solitamente si svolge in abitacoli di automobili (vedi i dialoghi ei battibecchi in Ten, E la vita continua, ecc), alla struttura del treno.Ken Loach è il solito moralista.Quisquilie, null'altro.
Peccato,ma continuero' ad attendsere con ansia le opere nuove di questi tre maestri
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domenica 11 febbraio 2007
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tre registi famosissimi non sconfiggono la noia
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I treni sono puliti, in ordine, ben organizzati. Nuovi. Affabili i macchinisti. E' chiaro che si tratta di un film promozionale per Trenitalia e i tre registi pagati per farlo hanno semplicemente dimostrato, eseguendo "al minimo" questo filmetto, che se li paghi per lavorare loro danno il peggio di se stessi.
Un film noioso, che non ingrana mai. Buono il montaggio di Olmi all'inizio, ottime le inquadrature rapide della parte diretta da Ken Loach. Ma non si può andare al cinema per vedere uno spot "lungo" mascherato da film. E' indegno. Avessero fatto la campagna promozionale di Trenitalia, senza mascherarla, avrei apprezzato molto di più.
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