Prendimi l'anima |
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Un film di Roberto Faenza.
Con Emilia Fox, Iain Glen, Craig Ferguson, Caroline Ducey, Jane Alexander (II)
Drammatico,
durata 100 min.
- Italia 2003.
MYMONETRO
Prendimi l'anima
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discutibile, forse, ma solleva problemi
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martedì 10 dicembre 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Prendimi l'anima"(2002, Roberto Faenza)è un fim che ricostruisce, partendo dal carteggio originale della donna, ritrovato e pubblicato da Aldo Carotenuto, la storia di Sabina Spielrein, giovane ebrea russa ricoverata in un"Manicomio"(allora si chiamava così)di Zurigo e curata da Carl Gustav Jung , con cui, però, presto si crea un rapporto che va al di là della seduta psicanalitica(all'epoca Jung era ancora freudiano...). Jung, però, a un certo punto, avrebbe avuto paura dell'esplosione dello scandalo(era spostato con figli), pur seguendo l'ex paziente ormai prossima a diventare psicananlista e poi psicoterapeuta, innovatrice, fondando in Russia(vi era tornata)il coisddetto"Asilo Bianco", poi inviso a Stalin. Sarebbe poi morta , uccisa dai nazisti, durante l'invasione russa di Rostov. La storia viene ricostruita da due stuidiosi, negli anni successivi alla caduta del"comunismo"in URSS. Faenza, valido studioso dei mass.media e regista/sceneggiatore a tratti discontinuo, qui è in parte prolisso nei dialoghi, riuscendo a dare scarsa consistenza narrativa al"doppio"della storia dei due ricercatori(una, francese di origini ebraiche, forse persino parente della Spielrein, essendone omonima, si innamora, da donna del personaggio, lui è uno storico scozzese)che non riesce ad essere tale, rimanendo l'allusione a un"doppio", per l'apppaunto, decisamente nel vago, mentre la trattazione della vicenda principale rischia, a tratti ma anche nel ductus prinicipale, di essere calligrafica e comunque di maniera. C'è comunque un problema: il film risolleva il caso Spielrein, psicoanalista comunque innovativa ed importante, ma anche quello dell'affaire"controtransfert"; in altri termini, se il transfert consiste nell'innamoramento del"paziente"(più facilmente della paziente)per l'analista, se quest poi viene ricambiato, siamo nel"controtransfert"...Ora, molti junghiani si sono radicalmente opposti a questa ricostruzione: nel 2003 completavo la formazione da reflector con il dott.prof.Sergio Gaffi, junghiano, che negava totalmente valore al film su questo piano. Sena voler entrare in medias res, rimane comunque una questione irrisolta. Vorrei solo aggiungere che"spielrein"in tedesco, come dice la protagonista, vuol dire"gioco pulto", ma puà voler dire anche, come imperativo"gioca pulito!"(Spiel rein!), il che aggiunge una serie di equivoci ma anche di rimproveri da parte della protagonista(che poi si sposerà e avrà figli, oltre all'attivista analitica e psicoterapeutica)a Jung e comunque la doppiezza della quaestio contro(o contra(transfert. Ottimi gli interpreti, da Emilia Fox a Ian Glen(protagonisti della storia principale)a Craig Ferguson e Caroline Ducey, i"quasi doppi"... Jane Alexander è estremamente brava nel riuolo della moglie di Jung. Molte musiche, anche assolutamente adatte, nel film, ma stona la presenza di un walzer vienne di Johann Strauss, che è assolutamente "fuori contesto"rispetto alle scene che dovrebbe"commentare". Un film che apre interrogativi, per cui sarebbe interessante uno scambio d'opinioni anche polemico, con Faenza stesso, autore con altri anche della sceneggiatura. El Gato
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