Sweet Sixteen |
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Un film di Ken Loach.
Con Michelle Abercrombie, Martin Compston, William Ruane, Annmarie Fulton
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 106 min.
- Gran Bretagna 2002.
- Bim Distribuzione
MYMONETRO
Sweet Sixteen
valutazione media:
3,13
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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un racconto difficile e straziante, ma bellissimodi il caimanoFeedback: 0 |
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domenica 25 maggio 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Liam è un sedicenne nato e cresciuto in una città scozzese, con una vita a dir poco complicata. L'amatissima madre è in carcere per reati di droga, il suo padre-padrone lo sfrutta come corriere della droga proprio per far arrivare alla madre le dosi che quest'ultima smercia in carcere, mentre il nonno è campione di cinismo e cattiveria. Le uniche isole sono la sorella Chantelle (Michelle Abercromby), che per vivere serenamente con un figlio di due anni a carico, Colum, ha abbandonato la famiglia e vive da sola, dignitosamente in una piccola casa dei sobborghi della città, e Flipper, altro sedicenne suo amico di infanzia. Liam capisce che fare soldi è più facile di quanto uno immagini, basta fare il duro ed essere assoldati nella banda di malavitosi che controlla il racket della droga in città. Liam in breve diventa un bullo, con tanti saldi in mano e con un radioso futuro davanti, nonostante le preoccupazioni della sorella, presso cui intanto ha deciso di vivere, che gli vuole realmente bene ma che lo mette in guardia dai guai cui potrebbe andare incontro. Il film è un altro tassello del percorso di Ken Loach nella radiografia delle regioni più profondamente disagiate del Regno Unito. È come se lo stesso Loach volesse dirci che non c'è solo Londra, ma ci sono posti dove la droga è all'ordine del giorno, dove i ragazzini rifiutano la scuola e si vendono al miglior malavitoso, dove la speranza per tanti è un posto in un call center, e dove la famiglia ormai è disintegrata. Non è pessimismo, ma volersi calare in una realtà ancora purtroppo drammaticamente vera (a quanto riportano le cronache) e sui cui tutti vorrebbero chiudere gli occhi. La sceneggiatura è sempre ricca e senza cedimenti, gli attori sono bravi e con dei visi giusti, il ritmo è giustamente veloce quando deve esserlo, e riflessivo quando serve.
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