Le regole dell'attrazione |
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Un film di Roger Avary.
Con James Van Der Beek, Ian Somerhalder, Shannyn Sossamon, Jessica Biel, Faye Dunaway.
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Titolo originale The Rules of Attraction.
Sentimentale,
durata 110 min.
- USA 2002.
MYMONETRO
Le regole dell'attrazione
valutazione media:
2,98
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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DURO MA FREDDINO RITRATTO GENERAZIONALEdi alberto86Feedback: 0 |
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mercoledì 22 febbraio 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E'davvero anomalo e spiazzante questo film-scandalo di Roger Avary,il rinomato sceneggiatore del cult PULP FICTION! Un film azzardatissimo,forse non del tutto riuscito e un po'troppo scandalistico,ma che non lascia di sicuro indifferenti. E'anzi un film amarissimo e crudele che mette alla berlina una gioventù bruciata,ricca e schiava dei suoi vizi,delle sue incomprensioni,della sua superficialità e della sua totale assenza di valori.I personaggi del film,infatti,non riescono a comunicare tra loro:è come se parlassero un linguaggio diverso che non permettesse loro di entrare in relazione o di comprendersi. A primo acchito,"Le regole dell'attrazione"sembra un teen movie all'"American Pie" però più cupo e pessimista,più triste e drammatico. Molte delle situazioni presentate sono al limite del grottesco e del paradossale,del tragicomico se vogliamo...Noi spettatori rimaniamo certo colpiti(ovviamente in senso negativo)dai comportamenti amorali e crudeli dei personaggi del film eppure avvertiamo qualcosa che manca...E'come se il film non ci coinvolgesse del tutto,è come se ci facesse rimanere al di fuori,ponendo una barriera tra noi e i protagonisti. Nonostante molte siano le sequenze forti e sconcertanti,non riusciamo ad esser presi del tutto dalle varie situazioni e dai drammi vissuti dai ragazzi. Per loro finiamo quasi per provare solo distacco perchè li sentiamo apparentemente vicini ma in realtà così distanti. E questo è un vero peccato perchè "Le regole dell'attrazione"non è un brutto film. E'un lavoro volutamente disturbante e provocatorio(forse un po'troppo), che si distanzia dalla linearità e semplicità disarmante dei film per teenagers,assumendo una struttura circolare ma estremamente e volutamente frammentaria(l'uso degli split screen è davvero originale),che rappresenta il disequilibrio,la sregolatezza e lo spaesamento dei personaggi. Ma purtroppo è un film duro che rimane freddino e poco appassionante;un interessante ritratto generazionale che però sembra più attento a sconvolgere che a coinvolgere. Forse la colpa è anche delle pagine del romanzo di Ellis,da cui il film è tratto,troppo difficili da trasportare sullo schermo. Ciò nonostante,sono contento che Avary sia tornato alla ribalta:è un regista da tenere d'occhio...speriamo solo un po'più prolifico! Con dispiacere,2 stelle e mezzo
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