Donnie Darko

Ho come la sensazione che i film in cui gli eventi narrati risultano disconnessi e privi di spiegazione logica risultino affascinanti per molti spettatori. Il regista butta lì una serie di indizi, di accenni spesso apocalittici, che preannunciano un Grande Disegno. Te guardi il film, avvinto dal disegno che sapientemente sembra prendere forma; però più passa il tempo e più gli indizi si accavallano, si affastellano e nulla sembra trovare una spiegazione. A un certo punto cominci a temere che in realtà un Grande Disegno non esista proprio; dopo un po' ti rendi conto che avevi ragione: gli scenari apocalittici evocati si risolvono in una trovata da quattro soldi. Così avviene anche in questo film: lo spettatore avvinto allo scherno si aspetta che i misteri dell'universo siano squadernati per lui, lì, su quella vecchia poltrona nel salotto di casa e cosa succede? Il film si conclude con una misera trovata: la fine del mondo preannunciata non era che la morte del protagonista, tornato nel passato. E quegli affaroni trasparenti che uscivano dal corpo della gente? Che fine hanno fatto? A cosa servivano? E le farneticazioni sui veicoli che viaggiano nel tempo? E' tutto disconnesso, non torna nulla e lo spettatore, smarrito nell'assurdità della trama, si trova a pensare: "mah.. se non c'ho capito nulla forse vuol dire che è un bel film". Ma la realtà è più semplice: non c'è niente da capire.