darietto666
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mercoledì 15 dicembre 2010
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quei film che andrebbero rivisti ogni anno
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Una casalinga di Pescara dimenticata dalla famiglia all'autogrill è l'inizio del film Pane e tulipani diretto da Silvio Soldini. E' una famiglia come tante altre, formata da due figli maschi nell'età dell'adolescenza e un marito infedele e prepotente. Questa è la premessa per un viaggio che porterà la donna a prendersi alcuni giorni di vacanza per vedere Venezia. Qui la donna incontrerà gli altri protagonisti del film: un cameriere pacato e gentile che adopera un linguaggio assai garbato e posato. Una vicina massaggiatrice che diventerà presto amica e complice della fuggiasca abruzzese. Un idraulico sovrappeso, lettore di gialli, che sarà assoldato dal marito della donna per compiere le ricerche nella città degli innamorati.
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Una casalinga di Pescara dimenticata dalla famiglia all'autogrill è l'inizio del film Pane e tulipani diretto da Silvio Soldini. E' una famiglia come tante altre, formata da due figli maschi nell'età dell'adolescenza e un marito infedele e prepotente. Questa è la premessa per un viaggio che porterà la donna a prendersi alcuni giorni di vacanza per vedere Venezia. Qui la donna incontrerà gli altri protagonisti del film: un cameriere pacato e gentile che adopera un linguaggio assai garbato e posato. Una vicina massaggiatrice che diventerà presto amica e complice della fuggiasca abruzzese. Un idraulico sovrappeso, lettore di gialli, che sarà assoldato dal marito della donna per compiere le ricerche nella città degli innamorati. E' un film che parla di una donna che riprende in mano la sua vita senza urla, ne strepiti, ma con un’inusuale sbadatezza. Pane e tulipani assomiglia a quei film francesi degli anni 90'. L'armonia del film si sposa perfettamente con l'umanità dei tanti personaggi che incontra la protagonista. Delicato e mai banale Pane e tulipani ridà splendore a un genere spesso dimenticato e criticato che affida l'eredità della Commedia all'italiana di Monicelli, De Sica, Loy nelle mani di Soldini.
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nipporampante
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domenica 24 giugno 2012
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dopo dieci anni, ancora stupendo
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Fa sempre piacere rivedere in tv quello che a mio parere è stato uno dei migliori film italiani degli ultimi anni. La leggerezza con cui è proposta la storia di Rosalba, casalinga di Pescara dimenticata dalla famiglia in un autogrill, non deve far pensare ad un prodotto lezioso, esempio, seppur ottimo, di intrattenimento intelligente; ma c'è qualcosa di più. Altrimenti non si spiegherebbe come un film piuttosto lontano dai canoni della commedia all'italiana per la descrizione degli ambienti, il modo umoristico e non bozzettistico di delineare i personaggi, abbia potuto riscuotere tanto successo tra il pubblico: in effetti assomiglia tanto ad un film francese.
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Fa sempre piacere rivedere in tv quello che a mio parere è stato uno dei migliori film italiani degli ultimi anni. La leggerezza con cui è proposta la storia di Rosalba, casalinga di Pescara dimenticata dalla famiglia in un autogrill, non deve far pensare ad un prodotto lezioso, esempio, seppur ottimo, di intrattenimento intelligente; ma c'è qualcosa di più. Altrimenti non si spiegherebbe come un film piuttosto lontano dai canoni della commedia all'italiana per la descrizione degli ambienti, il modo umoristico e non bozzettistico di delineare i personaggi, abbia potuto riscuotere tanto successo tra il pubblico: in effetti assomiglia tanto ad un film francese. Poi, si sa, i motivi che decretano la fortuna di un film sono sempre difficili da spiegare. Ma non c'è da meravigliarsi se la bizzarra situazione di partenza, la bravura di tutti gli interpreti, dalla Maglietta a Bruno Ganz che parla un italiano aulico a quelli secondari (tutti giustamente premiati), l'atmosfera magica di una Venezia poco turistica e i contributi tecnici eccellenti, possano affascinare un pubblico ampio. La profondità in questo caso si cela dietro un velo di leggera svagatezza, trasparendo attraverso le invenzioni della sceneggiatura. In due parole: perché bollarlo come "filmetto" quando ci si trova davanti ad un'opera così ricca di trovate gustose e spunti intelligenti? Ai personaggi non si può che affezionarsi; il racconto è incentrato sul tema classico del viaggio di formazione che cambia lo sguardo delle persone, niente di nuovo, ma arricchito da un che di fiabesco (il riferimento all' Orlando Furioso è frequente); persino il titolo invita a guardare oltre: Rosalba dalla vita vuole il pane, il necessario, ma a contatto con situazioni nuove scopre che un pizzico di romanticismo non lo si può solo sognare, che esistono anche i tulipani.
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[+] azzeccatissimo
(di percy faith)
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angelo umana
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domenica 30 novembre 2014
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sogni che ti camminano accanto
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Il film comincia con un gruppo di turisti a Paestum che, interessati e anche no, ascoltano davanti
alle rovine di un tempio la guida che parla di quello italiano come il più grande popolo della terra, coi cromosomi dei greci e dei romani. Ebbene, “tu chiamala se vuoi …” commedia, ma questa è una commedia di Silvio Soldini, non uno qualsiasi (L’aria serena dell’Ovest, Le acrobate, Giorni e nuvole tra quelli visti) e nemmeno il film è uno qualsiasi, è quello che gli ha meritato la maggiore notorietà e apprezzamenti.
Un film che ogni donna dovrebbe vedere, anche se è del lontano anno 2000, per presa di coscienza, per darsi coraggio, per constatare che possono far da sole, senza quei mariti prepotenti e aggressivi (ma nelle coppie “usate” ci si scambiano spesso “piacevolezze”) che, senza la casalinga factotum, lascerebbero andare la casa a rotoli.
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Il film comincia con un gruppo di turisti a Paestum che, interessati e anche no, ascoltano davanti
alle rovine di un tempio la guida che parla di quello italiano come il più grande popolo della terra, coi cromosomi dei greci e dei romani. Ebbene, “tu chiamala se vuoi …” commedia, ma questa è una commedia di Silvio Soldini, non uno qualsiasi (L’aria serena dell’Ovest, Le acrobate, Giorni e nuvole tra quelli visti) e nemmeno il film è uno qualsiasi, è quello che gli ha meritato la maggiore notorietà e apprezzamenti.
Un film che ogni donna dovrebbe vedere, anche se è del lontano anno 2000, per presa di coscienza, per darsi coraggio, per constatare che possono far da sole, senza quei mariti prepotenti e aggressivi (ma nelle coppie “usate” ci si scambiano spesso “piacevolezze”) che, senza la casalinga factotum, lascerebbero andare la casa a rotoli. Un’associazione di idee riguardo al darsi coraggio, o altro consiglio cinematografico: Pomodori verdi fritti alla fermata dell’autobus, ma è un’altra storia. La casalinga che si perde, “dimenticata” dal gruppo e dal marito che ripartono in corriera da una stazione di servizio per far ritorno a Pescara, mentre lei, maldestra, si è attardata in bagno, è Licia Maglietta, aria un po’ svagata e sognante, che di inventarsi un sogno ha proprio bi-sogno. Il marito, che invece ha l’aria sbruffona del “so tutto io” a proposito e a sproposito, o di colui che “porta i soldi a casa” ed ha un’immancabile amante, è Antonio Catania, indimenticato aviatore del film Mediterraneo.
Ottime le interpretazioni di entrambi, ma anche di Bruno Ganz, la nuova conoscenza che Licia fa a Venezia dove arriva in autostop, quasi per caso, perché non c’è mai stata e per il vagheggiamento di una vita diversa. Ganz è il compunto e ossequioso cameriere islandese in un ristorantino di quart’ordine, che si esprime in un ottimo italiano aulico e letterario. La conoscenza di lei gli farà metter via per due volte il cappio che si era preparato, afflitto da immensa solitudine. Ancora una volta la felicità ha battuto invano alla mia porta, dice quando perde temporaneamente la vicinanza di Licia e Un’unica cagione, che lei torni a illuminar la mia magione dirà all’amata per dichiararsi e farla trasferire definitivamente a Venezia.
L’ambientazione è ricca della “ricca” Venezia e il cast è ben dotato di attori nostrani: l’improvvisato detective Giuseppe Battiston, mandato dal Catania a cercar sua moglie, la massaggiatrice olistica Marina Massironi, la veneziana amica di Licia, e Felice Andreasi, saggio e anziano gestore di un negozio di fiori e tulipani, appunto,dove Licia troverà lavoro. Non si può non apprezzare la presenza-cammeo, quasi un omaggio alla nostalgia, di Don Backy mentre canta se tu pensi alle cose più belle, tu pensi alle stelle, se non dormi la notte aspettando che venga domani … E’ lui il “faro” del cantante mancato Bruno Ganz. Ma anche lui si rimetterà a cantare – l’amore è fautore della creatività - in una balera dove ballano tutti gli amici, Licia alla fisarmonica (che aveva dismesso a 12 anni) e il figlio minore di lei. Si è trasferito pure lui con la mamma: i figli seguono i genitori che sanno decidersi. Un film magnifico che, come spesso accade nei film, mette ogni persona al suo giusto posto, come i sogni comandano (ma per questo il film migliore resta il cubano Lista d’attesa, anch’esso del 2000e “si consiglia”).
N.B. Come è passato in fretta il tempo dal 2000: nel film si vede Licia telefonare da un posto pubblico con la scheda telefonica, si vedono telefonini che sono già “nonni” di quelli attuali e con trentottomila lire si poteva, ma a malapena, trovare una modestissima stanza d’albergo a Venezia …
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mercoledì 21 gennaio 2015
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pellicola dal sapore esotico e nostrano
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Questo film ti lascia un buon sapore, un gusto esotico e nostrato e un retrogusto floreale. Stupendi i colori forti, cangianti e accesi che animano le scene e gli odori che le riprese evocano. Gli attori mostrano sinergia tra loro, un buon rapporto con la macchina da presa e un ottimo senso di partecipazione con gli scenari rappresentati. Film della fuga e al tempo stesso del ritorno alla vita desiderata.
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