edoardo mazzaferro
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lunedì 2 luglio 2007
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cani tra disagi, superficialità ed errori.
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Come in 21 grammi e babel, anche amores perros è un film tripartito. Questa particolare tecnica narrativa permette ad Inarritu di veicolare simbolismi e meccaniche metaforizzanti su livelli decisamente inaspettati. Centrale in questo film, e già lo suggerisce il titolo, la figura del cane che in ciascuna delle tre parti rappresenta ottimamente l'animo dei protagonisti. Rabbiosi infatti i primi che, sfoderando in lotte i loro animali come sciabole rendono il peso del loro malessere interiore in una società incapace di educarli alla corretta visione della realtà. Personaggi assolutamente scevri di carica empatica cui manca del tutto il rispetto per la vita in ogni sua forma, rispetto dovuto a causa dell'eccezionalità e della forza atta alla sopravvivenza che ogni essere vivente porta con se.
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Come in 21 grammi e babel, anche amores perros è un film tripartito. Questa particolare tecnica narrativa permette ad Inarritu di veicolare simbolismi e meccaniche metaforizzanti su livelli decisamente inaspettati. Centrale in questo film, e già lo suggerisce il titolo, la figura del cane che in ciascuna delle tre parti rappresenta ottimamente l'animo dei protagonisti. Rabbiosi infatti i primi che, sfoderando in lotte i loro animali come sciabole rendono il peso del loro malessere interiore in una società incapace di educarli alla corretta visione della realtà. Personaggi assolutamente scevri di carica empatica cui manca del tutto il rispetto per la vita in ogni sua forma, rispetto dovuto a causa dell'eccezionalità e della forza atta alla sopravvivenza che ogni essere vivente porta con se. Il cane del secondo episodio è un animale non troppo sveglio, indifeso. Come la modella cui appartiene che troppo basa la sua immagine sull'esteriorità, vittima di una società che si illude di controllare ma da cui è assolutamente controllata. Metafora brillante della donna odierna, una donna cresciuta dalla società (e dagli uomini) come un oggetto (si guardi criticamente il ruolo della donna in tv) ma che alla società (ed agli uomini) giustamente si ribella anche se, spesso, in maniera erronea. Nel terzo episodio le figure canine sono quasi errabonde, randagie, come il loro proprietario. Egli aspetta il momento della redenzione (simboleggiato splendidamente dalla sua ripulitura fisica e dal suo mancare l'ultimo compito da killer), redenzione che alla fine vi sarà. Da notare che il terzo episodio, pur sembrando apparentemente il più pessimista dei tre, è quello in cui maggiormente si intravede un segno di speranza. Per dirla insomma con De Andrè, "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior". In definitiva un'ottimo film. Qualcuno ha sostenuto difficile vederlo a causa di certe scene, le lotte tra cani. Si tenga in debito conto comunque che esse non sono reali e vengono soltanto accennate ma, sopratutto, con forza condannate così come, con la stessa e maggiore forza, condanna Inarritu le istanze causanti i disagi, le superficialità e gli errori dei tre principali protagonisti. Un film di cui non si può sentir parlare, si deve necessariamente vivere.
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amorebastardo.blogspot.com
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lunedì 23 settembre 2002
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capolavoro assoluto, il miglior film del 2001!!
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NON ESAGERO,SICURAMENTE AVREBBE MERITATO L'OSCAR AL POSTO DEL NON ECCELSO "LA TIGRE E IL DRAGONE".
Ha una gestione del tempo narrativo alla Pulp Fiction, ed è altrettanto crudo, ma è soprattutto molto poetico, bizzarro, sensuale, mette in mostra in modo esemplare le contraddizioni di una società (quella occidentale delle razze miste, è ambientao nella megalopoli messicana) sull'orlo del collasso.
Un pò dedudente per la verità la prova successiva di Inarritu, il cui cortometraggio è stato inserito nel grandioso 11 settembre 2001.
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guido
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mercoledì 29 agosto 2007
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disturbante(nelle passioni)
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Disturba non poco assistere a questi combattimenti tra cani, nella miseria dei luoghi rappresentati pieni di personaggi altrettanto miseri, ma al tempo stesso ricchi di fascino, fascino mutuato chiaramente dalla strada. Octavio, Susana,il gestore delle scommesse clandestine, l'amico di Octavio, e persino il fratello di lui, Ramiro personaggio detestabile, ma con un ascendente molto forte sull'immaginario femminile di una città caotica e violenta come Città del Messico,ma potrebbe essere qualsiasi grande metropoli.
Fascino che deriva secondo me dal fatto che in esistenze tanto disordinate,spesso è nascosta una dolcezza profonda,penso ad esempio proprio ad Octavio,al suo proggetto, che non prende in considerazione "le risate di Dio",all'amore per il cane Cofi, Ma soprattutto alla figura di El Chivo,un tempo guerrigliero comunista,che,se da un lato si guadagna da vivere facendo il sicario,non si sottrae al giudizio della storia,lasciando un dolcissimo massaggio alla figlia abbandonata tanti anni prima,dove riconosce di non aver capito allora l'importanza di trascorrere il tempo con le persone importanti della sua esistenza.
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Disturba non poco assistere a questi combattimenti tra cani, nella miseria dei luoghi rappresentati pieni di personaggi altrettanto miseri, ma al tempo stesso ricchi di fascino, fascino mutuato chiaramente dalla strada. Octavio, Susana,il gestore delle scommesse clandestine, l'amico di Octavio, e persino il fratello di lui, Ramiro personaggio detestabile, ma con un ascendente molto forte sull'immaginario femminile di una città caotica e violenta come Città del Messico,ma potrebbe essere qualsiasi grande metropoli.
Fascino che deriva secondo me dal fatto che in esistenze tanto disordinate,spesso è nascosta una dolcezza profonda,penso ad esempio proprio ad Octavio,al suo proggetto, che non prende in considerazione "le risate di Dio",all'amore per il cane Cofi, Ma soprattutto alla figura di El Chivo,un tempo guerrigliero comunista,che,se da un lato si guadagna da vivere facendo il sicario,non si sottrae al giudizio della storia,lasciando un dolcissimo massaggio alla figlia abbandonata tanti anni prima,dove riconosce di non aver capito allora l'importanza di trascorrere il tempo con le persone importanti della sua esistenza. In ultima analisi credo sia doveroso spendere una parola su come è confezionata la storia,sul modo "tarantiniano"di gestire il montaggio,e sull'efficacia molto pulp fiction di rendere stralci di avvenimenti che formano un tutt'uno certamente appassionante.
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mario_platonov
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martedì 2 novembre 2010
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il deterioramento delle relazioni umane
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Le trame “a episodi” corrono sempre il rischio di risultare sfilacciate, di presentare spezzoni troppi distanti gli uni degli altri con il risultato di costruire tanti piccoli film senza filo conduttore.
Le tre storie di Amores Perros sembrano molto distanti tra loro, accomunate solo da una cruda rappresentazione di legami personali corrotti o violenti tra amanti, fratelli, padri e figlie, mariti e mogli. I cani sono l’altro elemento cruciale; ma se altrove hanno spesso la funzione di rappresentare una forma di amore incondizionato, qui vengono travolti dal clima tragico diventando un’ulteriore strumento di morte e violenza (malgrado loro).
Il registro narrativo della pellicola è basato su una forte emotività, nonostante in alcuni momenti sia fortissima la sensazione di assistere a 3-4 film differenti.
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Le trame “a episodi” corrono sempre il rischio di risultare sfilacciate, di presentare spezzoni troppi distanti gli uni degli altri con il risultato di costruire tanti piccoli film senza filo conduttore.
Le tre storie di Amores Perros sembrano molto distanti tra loro, accomunate solo da una cruda rappresentazione di legami personali corrotti o violenti tra amanti, fratelli, padri e figlie, mariti e mogli. I cani sono l’altro elemento cruciale; ma se altrove hanno spesso la funzione di rappresentare una forma di amore incondizionato, qui vengono travolti dal clima tragico diventando un’ulteriore strumento di morte e violenza (malgrado loro).
Il registro narrativo della pellicola è basato su una forte emotività, nonostante in alcuni momenti sia fortissima la sensazione di assistere a 3-4 film differenti. Ma lo splendido finale – con il padre che lascia un messaggio d’amore alla figlia che lo crede morto e lascia la città accompagnato dal cane – sono la perfetta conclusione per una rappresentazione della sofferenza insopportabile eppure necessaria delle relazioni umane: questa è la vera anima del film, il senso ultimo che va oltre le singole storie e che ci consegna oltre due ore di cinema crudo, violento e doloroso.
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[+] uomini come cani e cani come uomini
(di peppe.simeone)
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radiante
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mercoledì 9 febbraio 2011
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l'ombra dell'amore...
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Quando ciò che sembra giusto è sbagliato, e ciò che sembra sbagliato è... sbagliato.
I fratelli sono quelli che ci ritroviamo, o sono quelli che ci scegliamo?
Caino e Abele, tradimento e abbandono, coraggio e profonda vigliaccheria.
Siamo sicuri di essere noi a scegliere?
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darjus
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venerdì 13 aprile 2007
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uomini e cani contro sua maesta il caso
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Iñárritu scoperchia il pentolone ribollente di Città del Messico e ne estrae un “chilli con carne” autentico e riconoscibile. Carne umana e canina, speziata e a tratti rancida, dolorosamente acre all’odore. Un piatto ricchissimo e saporitissimo, ma solo per palati adusi. Una storia (a firma Ariaga) densa di emozioni e suggestioni, che arrovellano le budella, le quali, a loro volta, si attorcigliano attorno al cuore di chi assiste. A metà tra la tragedia e il dramma, uomini (e) cani si affannano a cercare la loro strada, seguono le loro idee e i loro sogni, fanno progetti e organizzano fughe, cambiano idee e rimpiangono scelte. Sino a scontarsi contro sua maestà «il Caso». Primo film internazionale del regista messicano, che riesce, con un talento che ha del miracoloso, a non scadere mai nella telenovela, intrecciando insieme tre episodi di vita e montandoli in modo arguto e accattivante.
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Iñárritu scoperchia il pentolone ribollente di Città del Messico e ne estrae un “chilli con carne” autentico e riconoscibile. Carne umana e canina, speziata e a tratti rancida, dolorosamente acre all’odore. Un piatto ricchissimo e saporitissimo, ma solo per palati adusi. Una storia (a firma Ariaga) densa di emozioni e suggestioni, che arrovellano le budella, le quali, a loro volta, si attorcigliano attorno al cuore di chi assiste. A metà tra la tragedia e il dramma, uomini (e) cani si affannano a cercare la loro strada, seguono le loro idee e i loro sogni, fanno progetti e organizzano fughe, cambiano idee e rimpiangono scelte. Sino a scontarsi contro sua maestà «il Caso». Primo film internazionale del regista messicano, che riesce, con un talento che ha del miracoloso, a non scadere mai nella telenovela, intrecciando insieme tre episodi di vita e montandoli in modo arguto e accattivante. A volte si vira verso il video-clip ma quando “Luchas de Gigantes” fa da commento al ribaltamento di destini e coppie tra Octavio e Ramiro i brividi non finiscono mai. Gran Premio della Settimana della Critica del Festival di Cannes. ***1/2 su ****.
http://lemierecensioni.blog.tiscali.it
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_obi_
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venerdì 11 marzo 2011
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il cinefilo cinofilo
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Una delle più belle opere prime mai realizzate. Un intreccio di storie magnifico, condito di personaggi e scene meravigliose. Tutto questo partendo dall' amore per i cani della città natale di Inarritu, molto controversa ma alla quale il regista si vede molto legato. E in questo film sono proprio i cani i protagonisti o forse l'uomo e la sua condizione da cane. Così che (in una scena fra tante) un killer di uomini, ma non di cani, si trova impotente e spaesato di fronte alla visione dei suoi cani uccisi .Un unione di violenza, amore, e mille altri tipi di emozione diverse in un film di una bellezza rara. Ottime anche la colonna sonora e gli attori quasi tutti sconosciuti allora.
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Una delle più belle opere prime mai realizzate. Un intreccio di storie magnifico, condito di personaggi e scene meravigliose. Tutto questo partendo dall' amore per i cani della città natale di Inarritu, molto controversa ma alla quale il regista si vede molto legato. E in questo film sono proprio i cani i protagonisti o forse l'uomo e la sua condizione da cane. Così che (in una scena fra tante) un killer di uomini, ma non di cani, si trova impotente e spaesato di fronte alla visione dei suoi cani uccisi .Un unione di violenza, amore, e mille altri tipi di emozione diverse in un film di una bellezza rara. Ottime anche la colonna sonora e gli attori quasi tutti sconosciuti allora. Davvero un ottimo trampolino di lancio per il giovane regista messicano.
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(di jaky86)
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alex41
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giovedì 7 aprile 2011
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come cani e uomini
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Il film d'esordio del messicano Inarritu è un film spettacolare, molto triste ma ricco di significati e emozioni: la storia si divide in tre capitoli: il primo sulle vicende dei giovani Octavio e la moglie del fratello Ramiro, il secondo sulla modella Valeria e il terzo sul misterioso uomo barbuto El Chivo. Tutti e tre vengono coinvolti in un incidente che cambierà le loro vite: il punto fondamentale del film però sono i cani, e sono loro i veri protagonisti del film. Saranno soprattutto i cani a cambiare il destino di questi personaggi; il regista ci fa soprattutto capire in molte scene che molto spesso gli uomini si comportano veramente come cani, come nella sequenza del vecchio con i due fratellastri.
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Il film d'esordio del messicano Inarritu è un film spettacolare, molto triste ma ricco di significati e emozioni: la storia si divide in tre capitoli: il primo sulle vicende dei giovani Octavio e la moglie del fratello Ramiro, il secondo sulla modella Valeria e il terzo sul misterioso uomo barbuto El Chivo. Tutti e tre vengono coinvolti in un incidente che cambierà le loro vite: il punto fondamentale del film però sono i cani, e sono loro i veri protagonisti del film. Saranno soprattutto i cani a cambiare il destino di questi personaggi; il regista ci fa soprattutto capire in molte scene che molto spesso gli uomini si comportano veramente come cani, come nella sequenza del vecchio con i due fratellastri. Un film realistico, diretto magistralmente, con interpreti sconosciuti ma di un altissimo livello di recitazione, un film che nel suo scorrere non diventa mai banale e non perde mai colpi. Un film quasi alla Quentin Tarantino, ricco di dramma, sentimenti, violenza e tanti significati. Lo rivedrò ancora volentieri ogni volta.
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boffese
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lunedì 5 settembre 2011
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amore cane
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amores perros e' un opera prima del regista messicano Inarritu, e l'inizio della "trilogia del caso e della compassione ", conclusasi con 21 grammi e babel.
Amores perros , è il film piu' originale e riuscito dei tre film del regista messicano.
tre capitoli , tre storie , che s'intrecciano , in una citta' del messico ricca di adrenalina , poverta' e sangue.
un episodio centrale , l'incidente d'auto e le diramazioni umane di chi ne è coinvolto.
il primo episodio Octavio e Susana , scorre velocissimo, storie di ghetti, tra combattimenti di cani e battaglie dei loro padroni.
il secondo , Daniel e Valeria e' lontanissimo dal primo,lontano dal ghetto , tra televisione e alta moda; la storia dell'ormai ex modella e del suo amante .
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amores perros e' un opera prima del regista messicano Inarritu, e l'inizio della "trilogia del caso e della compassione ", conclusasi con 21 grammi e babel.
Amores perros , è il film piu' originale e riuscito dei tre film del regista messicano.
tre capitoli , tre storie , che s'intrecciano , in una citta' del messico ricca di adrenalina , poverta' e sangue.
un episodio centrale , l'incidente d'auto e le diramazioni umane di chi ne è coinvolto.
il primo episodio Octavio e Susana , scorre velocissimo, storie di ghetti, tra combattimenti di cani e battaglie dei loro padroni.
il secondo , Daniel e Valeria e' lontanissimo dal primo,lontano dal ghetto , tra televisione e alta moda; la storia dell'ormai ex modella e del suo amante . ma l'aria resta sana solo per poco e si fa' avanti la crudelta'.
il terzo capitolo, El Chivo e Luis e' la storia di un barbone killer , che mostra umanita' e misericordia solo per gli amici a 4 zampe.
la sceneggiatura di Guillermo Arriaga t'incolla alla poltrona , la regia e il montaggio d'Inarritu ti toglie il fiato e la fotografia di Rodrigo Prieto ti spalanca gli occhi.
un mix reso perfetto dall'ottimo cast , con un Gael Garcia Bernal ,mai cosi' bravo.
uno degli esordi cinematografici piu' spumeggianti ed originali che la storia del cinema ricordi.
impossibile da raccontare , necessariamente da vedere.
capolavoro .
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theconformist
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martedì 20 dicembre 2011
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crudo e straziante: il debutto shock di inarritu
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Citta' del messico: un incidente d'auto è il cardine attorno al quale si snodano tre diverse storie. Octavio (Bernal) è un ragazzotto di perfieria che vive ancora con la madre ed è cresciuto all'ombra di un fratello più forte e determinato di lui; El Chivo un barbone-killer ex rivoluzionario con una dozzina di cani al seguito; Daniel e Valeria una coppia di alto borghesi - autore televisivo lui, modella e attrice di successo lei.
C'è davvero di tutto in quest'opera complessa quanto affascinante del debuttante Inarritu: azione, poesia, gusto del grottesco, denuncia.
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Citta' del messico: un incidente d'auto è il cardine attorno al quale si snodano tre diverse storie. Octavio (Bernal) è un ragazzotto di perfieria che vive ancora con la madre ed è cresciuto all'ombra di un fratello più forte e determinato di lui; El Chivo un barbone-killer ex rivoluzionario con una dozzina di cani al seguito; Daniel e Valeria una coppia di alto borghesi - autore televisivo lui, modella e attrice di successo lei.
C'è davvero di tutto in quest'opera complessa quanto affascinante del debuttante Inarritu: azione, poesia, gusto del grottesco, denuncia. Tre stili registici diversi e una trama complessa, che si snoda tra scomposizione temporale e coincidenze, non sovrastano il regista messicano, che regala momenti di grande cinema con un film crudo e per nulla consolatorio. La città piu' popolata del mondo è il tessuto connettivo del film: inarritu l'attraversa con maestria, indagando diversi tessuti sociali, passando dall'horror dell'anima allo splatter senza rinunciare a momenti di riflessione. Fotografia bella ed appropriata di Luis Prieto, sceneggiatura di Guillermo Arriaga e Inarritu. Necessita di almeno due visioni (meglio tre!). Difficile da dimenticare.
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