michela__92
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mercoledì 23 gennaio 2013
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"uccidere non è come fumare. puoi smettere"
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La cosa bella di questo film è che ha raggiunto il suo scopo: fare scalpore. Non tanto per le scene parecchio esplicite, ma piuttosto perchè da ogni singola critica, che sia positiva o negativa, si capisce benissimo che ci si ricorda solo la scena dell'accavallamento delle bellissime gambe della Stone. E se ci si ferma solo a questo allora vuol dire che non si è capito proprio nulla di questo film. Dopo aver letto il libro ho avuto subito la curiosità di vederlo, poichè neanche là si era capito chi fosse il vero assassino, e così ho fatto. Il film si apre scioccando gli spettatori: un uomo, Johnny Boz (cantante rock andato in pensione) e una donna dai capelli (o parrucca?) biondi fanno sesso; lui legato al letto con una sciarpa di seta bianca, immobile, lei che ad un certo punto tira fuori un rompighiaccio dalle coperte e glielo infilza alla gola più e più volte in modo brutale.
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La cosa bella di questo film è che ha raggiunto il suo scopo: fare scalpore. Non tanto per le scene parecchio esplicite, ma piuttosto perchè da ogni singola critica, che sia positiva o negativa, si capisce benissimo che ci si ricorda solo la scena dell'accavallamento delle bellissime gambe della Stone. E se ci si ferma solo a questo allora vuol dire che non si è capito proprio nulla di questo film. Dopo aver letto il libro ho avuto subito la curiosità di vederlo, poichè neanche là si era capito chi fosse il vero assassino, e così ho fatto. Il film si apre scioccando gli spettatori: un uomo, Johnny Boz (cantante rock andato in pensione) e una donna dai capelli (o parrucca?) biondi fanno sesso; lui legato al letto con una sciarpa di seta bianca, immobile, lei che ad un certo punto tira fuori un rompighiaccio dalle coperte e glielo infilza alla gola più e più volte in modo brutale. Il detective Nick Curren (Michael Douglas), assieme all'amico Gus, accorrono sulla scena del crimine e decidono di andare dalla "fidanzata" di Boz per interrogarla. La donna, di nome Catherine Tramell (una splendida Sharon Stone), non sembra essere turbata per la morte dell'uomo che si portava a letto da un anno e mezzo. Nick, dopo essere stato informato che la donna come mestiere fa la scrittrice ed è anche laureata in psicologia, ne legge il libro: casualmente parla proprio della morte di una rock star andata in pensione, uccisa con un rompighiaccio da una donna. Catherine viene portata alla centrale dai due poliziotti ed inizia l'interrogatorio: dopo varie esplicite affermazioni, dopo le continue provocazioni a Nick e aver superato il test della verità, viene riportata a casa senza risultati. Con il seguire del film si scopre anche che il signor Curren è stato un ex alcolista e tossicodipendente, ed è in cura dallo psicologo della centrale: Elisabeth Garner (Jeanne Tripplehorn), con cui ha avuto anche una relazione; si scopre anche che la signorina Tramell vuole scrivere un libro proprio sul suo detective preferito e lo intitolerà "The Shooter". Le indagini proseguono e Nick si ritrova sempre più ossessionato da quella donna così sensuale, bella ed esplicita, tanto da volerla incastrare, ma finisce con l'innamorarsene. Oltre a Boz ci sono poi altre vittime: il signor Nielsen, che aveva fatto sospendere Nick dall'incarico, viene trovato con una pallottola nella tempia e Nick viene accusato; Roxy, la pseudo-ragazza di Catherine a cui piace guardare mentre la sua amata fa sesso con altri uomini, finisce vittima di lei stessa poichè voleva uccidere il detective del quale Catherine era probabilmente innamorata; Gus, che viene ucciso in ascensore dal potenziale assassino; infine Beth, uccisa da Nick, convinto che fosse lei la vera artefice di tutto. Il film si chiude con una scena bellissima, accompagnata da una musica perfetta, in cui i due fanno sesso e finito l'amplesso Catherine fa per prendere qualcosa sotto il letto, ma poi guarda Nick, che la ricambia, e i due si ribaciano appassionatamente: l'inquadratura finale è però niente di meno quella di un rompighiaccio sotto al letto. Film a dir poco stupendo, lascia sospesi fino alla fine, pur sapendo già chi è l'assassino, anche se il dubbio rimane lo stesso. Il modo in cui la protagonista devia tutti, il modo in cui rigira tutto, il modo in cui parla esplicitamente, ma resta sempre elegantissima, sono a dir poco spettacolari. Sharon Stone non merita di essere ricordata per questo film solo perchè è bellissima, stupenda, ammirevole, ma per la bravura nell'interpretare un personaggio complesso come quello di Catherine Tramell. Michael Douglas chiaramente ha spiccato meno, sia come personaggio che come attore. La musica è perfetta in ogni scena. Certo non è un Thriller vero e proprio, ma quanti film definiti tali lo sono veramente?
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[+] cinque stelle va bene ......
(di weachilluminati)
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nicksesta
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sabato 4 settembre 2010
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ottimo
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Non so come mai la maggior parte delle persone qui abbia stroncato questo film: secondo me è un capolavoro.
Ha tutto quello che serve in un thriller: suspance, adrenalina, colpi di scena (mascherati da banalità o fatti apparentemente ovvi...la mia tecnica preferita), personaggi disturbati, e, fatto abbastanza innovativo, una carica erotica notevole, anche una certa dose di humor. La recitazione, specialmente di sharon stone e di michael duglas, l'ho trovata stupenda. i due attori sono talmente credibili che mi vien quasi da sospettare che lei sia davvero una maniaca omicida e lui un tossico alcolizzato con scatti di rabbia (ai posteri l'ardua sentenza). come molti avranno già detto, la mia scena preferita è quella in cui catherine è in sala interrogatori e accavalla la gamba.
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Non so come mai la maggior parte delle persone qui abbia stroncato questo film: secondo me è un capolavoro.
Ha tutto quello che serve in un thriller: suspance, adrenalina, colpi di scena (mascherati da banalità o fatti apparentemente ovvi...la mia tecnica preferita), personaggi disturbati, e, fatto abbastanza innovativo, una carica erotica notevole, anche una certa dose di humor. La recitazione, specialmente di sharon stone e di michael duglas, l'ho trovata stupenda. i due attori sono talmente credibili che mi vien quasi da sospettare che lei sia davvero una maniaca omicida e lui un tossico alcolizzato con scatti di rabbia (ai posteri l'ardua sentenza). come molti avranno già detto, la mia scena preferita è quella in cui catherine è in sala interrogatori e accavalla la gamba. ma non tanto per la cosa in sè (lei ha due gambe da urlo e su questo non si discute. ma non è che non si siano mai viste scene simili), quanto per il viceprocuratore che suda come un porco! mi fa sganasciare dalle risate!
Passiamo ai dubbi che ho avuto su questo film:
-l'assassina uccide, essenzialmente, le persone a cui si affeziona. ma ci sono diverse eccezioni: la sua prima vittima (per prima intendo prima nell'intreccio anche se dalla fabula ne emergono di precedenti). era un tizio con cui faceva sesso da un anno e mezzo. dopo tutto quel tempo ci sta anche affezionarsi un po', ma lei non appare minimamente turbata da quello che ha fatto, mentre in seguito, quando nick rischia di essere ucciso, si metterà addirittura a piangere (fatto che mi ha lasciato molto sorpreso). non si capisce come mai abbia ucciso il suo professore e il marito di beth. si può supporre che col primo abbia avuto una relazione e viene detto anche che lei era ossessionata da beth, ma non era molto nel suo stile uccidere i rivali. fra l'altro non uccide nè beth, nè roxy (con le quali ha avuto una relazione), ma, e non penso sia casuale, sarà nick a ucciderle.
-perchè roxy cerca di uccidere nick? io questo non l'ho mai capito. era innamorata di catherine e le piaceva guardarla mentre faceva sesso con gli uomini. allora perchè prende in odio nick al punto da tentare di ucciderlo? faccio un'ipotesi: forse fino a quel momento nessuno degli uomini con cui cath era stata si era innamorato di lei e roxy, quindi, non era mai stata gelosa.
- ancora non ho capito di quale tipo di disturbo soffrisse cath. era schizzofrenica? era consapevole degli omicidi che commetteva? la sua capacità di mentire alla macchina della verità lo lascerebbe supporre: mente a sè stessa, perciò non è consapevole di mentire agl'altri, un classico. ma certe sue mosse hanno una pianificazione tale da far pensare che lei sia consapevole di quello che fa. mistero...
-un'altra cosa stupefacente è il finale. io me ne aspettavo due possibili: lei lo uccide e si scopre, quindi, che l'assassina è lei oppure per tutto il tempo il regista fa credere che l'assassina sia lei e invece poi si scopre che non è vero. inutile dire che non ci ho preso, ma quasi, perchè il finale è una fusione delle due ipotesi che ho elaborato mentre guardavo il film: mentre loro due fannno sesso lei sembra prendere qualcosa per ucciderlo, allunga la mano ma non ha nulla, poi la telecamera si sposta sotto il letto facendo vedere il rompighiaccio. spettacolare! quello che non ho capito è come mai lei, nonostante avesse chiaramente intenzione di ucciderlo, cambi idea. cioè lei aveva messo la mano sotto al letto per prendere il rompighiaccio, poi cambia idea...
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(di rudy_50)
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girapastarito
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giovedì 19 agosto 2010
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eddai!
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Una delle caratteristiche dell'attitudine critica italiana è quella di non sapersi limitare nel manicheismo dei giudizi. Se prendiamo poi vecchie scuole sessantottesche come quella del Morandini il caso sarà ancor più lampante, e in più notevolmente infarcito da preconcetti insignificanti quali la solita, stupita, insensata storia della "misoginia". Come se anche quella non potesse essere - a ragione o a torto - una plausibile modalità di visione o un'allettante tematica. | Non posso affrontare BASIC INSTINCT sotto un profilo antropologico perché non ne ho le competenze e la cosa porterebbe soltanto a definire l'opera "interessante". | Bene allora! Giudichiamo questa pellicola con criteri più o meno cinematografici.
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Una delle caratteristiche dell'attitudine critica italiana è quella di non sapersi limitare nel manicheismo dei giudizi. Se prendiamo poi vecchie scuole sessantottesche come quella del Morandini il caso sarà ancor più lampante, e in più notevolmente infarcito da preconcetti insignificanti quali la solita, stupita, insensata storia della "misoginia". Come se anche quella non potesse essere - a ragione o a torto - una plausibile modalità di visione o un'allettante tematica. | Non posso affrontare BASIC INSTINCT sotto un profilo antropologico perché non ne ho le competenze e la cosa porterebbe soltanto a definire l'opera "interessante". | Bene allora! Giudichiamo questa pellicola con criteri più o meno cinematografici.
Il film è una scemenza. Dico sul serio! Una vera scemenza, un turgido polpettone pieno di rinnovate allusioni sensuali che qua - in questo revival noir - si fanno definitivamente esplicite. Esplicite nel video, esplicite nella parola: fino all'autoparodia. | Non interessa chi sia l'assassino, e neanche l'intreccio implausibile fatto di accavallamenti di gambe, di repentini movimenti radical chic, di parrucche bionde posticce e voyeurismo pre you-porn. | Ma a mio avviso (un avviso che non conta un cavolo) il cinema è un grande inganno, un magico artigianato vibrante fatto di disonestà e dittatorialità registica, fotografica e non solo quello, certo). | Il fatto che il film sia giunto in cima alle classifiche, che ci sia ancora chi lo rivede pur considerandolo una puttanata senza confini (me in primis), è indizio di un certo fascino collegato al talento registico di un Veroheven qui sempre più designer edonista, ma comunque non lontano dagli esiti visivi del fanta-grandguignolesco ATTO DI FORZA. Dunque cos'è che ci spacca tanto il fegato? Il fatto che qua si parli di una stronza ninfomane che uccide i maschi come una mantide o un'amazzone? Sì, forse ci sarebbero tutte le ragioni e io stesso sghignazzo nel vedere certe convintissime scenette pseudo-erotiche. Eppure non posso sottrarmi al fascino della fotografia del De Bont e la regia del caro vecchio Paul è violenta, azzardata, ancora una volta eccessiva. Pronta a ottimizzare un soggetto inutile come questo e a renderlo "piatto ricco mi ci ficco" per gli occhi. Questo film è disonesto, sì. Ma pericoloso solo per chi non riesca a usare il cervello distaccandosi, dopo la visione, dalla condizione naturale condizione di voyeur-spettatore. Belli certi movimenti di macchina. E su!
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renato c.
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mercoledì 17 luglio 2013
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un bel giallo!
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Come nella maggior parte dei casi, mi trovo agli antipodi delle recensioni del Morandini! Il Farinotti, che pure è della San Paolo, non ha poi trattato così male questo film! Intendiamoci, io sono contrario all'erotismo fine a se stesso, ma quando è intessuto bene in una trama come in questo caso, o come nel bellissimo film di Kubrick "Arancia meccanica" non ho proprio nulla da obiettare! Questo film è un bellissimo giallo, con una trama ben intrecciata e con due bellissime attrici: una Sharon Stone a cui è ben difficile resistere, ed una Jeanne Tripplehorn (chissà perchè ero convinto che in quelche film sui Kennedy avesse fatto la parte dei Jaqueline!)dall'aspetto serio ma molto attraente! E tutto ci si aspetta tranne che scoprire che, alla fine l'assassina era proprio lei! (L'abito non fa il monaco!).
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Come nella maggior parte dei casi, mi trovo agli antipodi delle recensioni del Morandini! Il Farinotti, che pure è della San Paolo, non ha poi trattato così male questo film! Intendiamoci, io sono contrario all'erotismo fine a se stesso, ma quando è intessuto bene in una trama come in questo caso, o come nel bellissimo film di Kubrick "Arancia meccanica" non ho proprio nulla da obiettare! Questo film è un bellissimo giallo, con una trama ben intrecciata e con due bellissime attrici: una Sharon Stone a cui è ben difficile resistere, ed una Jeanne Tripplehorn (chissà perchè ero convinto che in quelche film sui Kennedy avesse fatto la parte dei Jaqueline!)dall'aspetto serio ma molto attraente! E tutto ci si aspetta tranne che scoprire che, alla fine l'assassina era proprio lei! (L'abito non fa il monaco!). Michael Douglas interpreta un detective con problemi psicologici ma che mette davanti a tutto il suo mestiere! Difficile capire cos'ha provato il personaggio dopo aver ucciso la sua ex-moglie a scoprire che era proprio lei l'assasina! Non è chiaro comunque il finale! Non si capisce bene se anche Sharon Stone amasse fare la "mantide religiosa" con i punteruoli, però alla fine prevale l'amore per Michael, o se rimanda l'omicidio alla prossima volta!
In ogni caso un buon film che si segue volentieri, sanza scandali bigottistici, e senza un minimo di noia!
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tony montana
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lunedì 18 ottobre 2010
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letale mix di eros e giallo
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Due nomine agli Oscar per il film che ha consacrato la Stone nel ruolo di femme fatale enigmatica e magnetica e nessuna statuetta. Una rockstar e un’affascinante donna bionda stanno facendo l’amore in un letto matrimoniale. Ad un tratto la bionda lega il suo partner al letto con una sciarpa di seta bianca e lo pugnala con mostruosa freddezza con un rompighiaccio. È un incipit violento, crudo, inaspettato, persino tarantiniano, ma è l’incipit perfetto vista la storia macchinosa che verrà raccontata poi, la storia di Basic Instinct, il film-scandalo del 92 per le scene ad alto contenuto erotico come quella dove la Stone accavalla le gambe dopo aver mostrato agli agenti di polizia che indagano su di lei di non avere gli slip.
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Due nomine agli Oscar per il film che ha consacrato la Stone nel ruolo di femme fatale enigmatica e magnetica e nessuna statuetta. Una rockstar e un’affascinante donna bionda stanno facendo l’amore in un letto matrimoniale. Ad un tratto la bionda lega il suo partner al letto con una sciarpa di seta bianca e lo pugnala con mostruosa freddezza con un rompighiaccio. È un incipit violento, crudo, inaspettato, persino tarantiniano, ma è l’incipit perfetto vista la storia macchinosa che verrà raccontata poi, la storia di Basic Instinct, il film-scandalo del 92 per le scene ad alto contenuto erotico come quella dove la Stone accavalla le gambe dopo aver mostrato agli agenti di polizia che indagano su di lei di non avere gli slip. Sicuramente, Basic Instinct è nato come thriller per tutti coloro che avevano il terrore di affittare un film porno, però è certo che questo film sia stato uno dei più rivoluzionari thriller degli anni 90. La sceneggiatura strapagata di Joe Eszterhas ( tre milioni di dollari! ) riesce a fondere egregiamente genere giallo con puro ma spietato eros. Nonostante la violenza degli spinti rapporti sessuali presenti nel film, invece di eccitare le platee riesce a creare uno stato di tensione senza pari. Un film di buona originalità e la storia un po’ macchinosa non pesa, anzi invita gli spettatori a ricercare la verità. L’incipit sanguinario che sembra sgusciato fuori da un film di Quentin Tarantino è perfetto grazie al montaggio e alla musica che crea un’ottima suspance. Mediocre Michael Douglas che nelle due ore di pellicola recita più con le braghe abbassate che con i dialoghi. Perfetta per il ruolo la Stone che fa innamorare gli adolescenti con il testosterone in ebollizione fin dalla prima sequenza. Il requiem in cui si vede il rompighiaccio sotto il letto, invece di rilassare lo spettatore lo inquieta ancora di più. Le musiche, giustamente candidate all’oscar erano da oscar. Se non fosse per qualche sequenza inutile o addirittura per gli sguardi minacciosi della Stone nelle scene finali degne delle più scadenti fiction gotiche, Basic Instinct sarebbe un capolavoro.
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aristoteles
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domenica 23 agosto 2015
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thriller al testosterone
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Un buon thriller con un discreto finale.
Fino alla fine infatti, lo spettatore può formulare diverse ipotesi ma senza certezze.
Il tutto annaffiato dalla veemente carica sessuale dei due protagonisti, che però in fondo non è il fulcro del film,anche se la pellicola si fa ricordare proprio per la massiccia dose di erotismo.
Ma complessivamente c'è molto di più:donne disturbate e complesse,detective fragili,una trama interessante.
Certamente qualche passaggio poteva essere più affrondito ,per esempio il ruolo della "madrina" omicidi,che appare spesso in scena ma non si capisce l'impatto reale che ha su Catherine.
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Un buon thriller con un discreto finale.
Fino alla fine infatti, lo spettatore può formulare diverse ipotesi ma senza certezze.
Il tutto annaffiato dalla veemente carica sessuale dei due protagonisti, che però in fondo non è il fulcro del film,anche se la pellicola si fa ricordare proprio per la massiccia dose di erotismo.
Ma complessivamente c'è molto di più:donne disturbate e complesse,detective fragili,una trama interessante.
Certamente qualche passaggio poteva essere più affrondito ,per esempio il ruolo della "madrina" omicidi,che appare spesso in scena ma non si capisce l'impatto reale che ha su Catherine.
Ottime le interpretazioni di Douglas e della Stone.
Brava e bella anche Jeanne Tripplehorm.
Complessivamente gli assegno un bel voto,non è un capolavoro ma si fa vedere piacevolmente.
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(di rudy_50)
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samanta
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domenica 8 gennaio 2023
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quel punteruolo fatale ...
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Il film quando uscì suscitò scandalo (accuratamente pubblicizzato) per la scena in cui la protagonista Sharon Stone accavalla in minigonna le gambe, mostrando di non indossare le mutandine, in realtà nel film ci sono varie scene di nudo e di sesso anche con l'altra protagonista Jeanne Tripplehorm che saranno poi dimenticate dall'ondata di pornografia provocata da Internet.
Il film però è un giallo thriller con inevitabile colpo di scena finale, la regia è di Paul Verhoven il quale ha l'abitudine (vedi Showgirl) di deragliare nell'erotico abbandonando l'idea centrale del film. si avvale della sceneggiatura di Joe Eszterhas (F.
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Il film quando uscì suscitò scandalo (accuratamente pubblicizzato) per la scena in cui la protagonista Sharon Stone accavalla in minigonna le gambe, mostrando di non indossare le mutandine, in realtà nel film ci sono varie scene di nudo e di sesso anche con l'altra protagonista Jeanne Tripplehorm che saranno poi dimenticate dall'ondata di pornografia provocata da Internet.
Il film però è un giallo thriller con inevitabile colpo di scena finale, la regia è di Paul Verhoven il quale ha l'abitudine (vedi Showgirl) di deragliare nell'erotico abbandonando l'idea centrale del film. si avvale della sceneggiatura di Joe Eszterhas (F.I.S.T, Flashdance) il quale prese un compenso di 3 milioni di $ per una sceneggiatura scritta in 12 giorni!
Il soggetto è indubbiamente originale: la scrittrice di gialli Catherine Tramell (Sharon Stone) si trova coinvolta in una serie di omicidi da lei descritti nei suoi libri, il film inizia con il suo amante una rock star ucciso durante il rapporto sessuale con un punteruolo da ghiaccio da una bionda nuda vista però di spalle o con i capelli che coprono il volto. Il detective Nick Curran (Michael Douglas) è incaricato del caso e la sospettata è Catherine, Nick ha una relazione burrascosa con la sua psicologa Beth (Jeanne Tripplehorn) in cura per la sua situazione lavorativa, ben presto inizia affascinato dalla scrittrice un rapporto complesso con lei che presto scivola nel sesso. Nel lavoro è sotto il mirino di un poliziotto degli affari interni Nielsen (Daniel von Bergen) che viene ucciso, così come viene ucciso il suo collega Gus (George Dzundza). Lascio stare i dettagli della vicenda e il finale ampiamente conosciuti, rimane l'impressione che l'aspetto thriller scompaia nella storia che presenta troppi aspetti contraddittori: Beth convinta di aiutarlo consegna a Nielsen la cartella clinica di Nick che è furioso e en passant la violenta, non si comprende però perché Nielsen indagasse anche su Beth che era compagna al college di Catherine, le due avevano avuto una relazione sessuale e Catherine l'aveva denunciata per stalking, Nielsen sottrae il fascicolo della denuncia e indaga sulla vita di Beth che era rimasta vedova del marito suicida e si diceva avesse un'amante donna, il regista insinua quindi la colpevolezza della donna ma poi questa traccia non riappare se non alla fine. Così nella scena finale accanto al cadavere di Gus viene trovata una parrucca bionda il che farebbe supporre che fosse di Beth bruna e presente nel luogo del delitto, peraltro se Catherine è l'assassina perché se bionda avrebbe dovuto mettersi una parrucca dello stesso colore?
Il film inoltre ha troppo sesso c'è pure il legame lesbico tra Catherine e la sua amica Roxy (Leilane Sarelle) gelosa di Nick, è un giallo dalla trama scombinata e ambigua con un finale (Catherine colpevole?) enigmatico e confuso, Sharon Stone recita bene la donna ossessionata dal sesso, ma a 34 anni sapere recitare solo quella parte è un pò riduttivo come dimostrerà il prosieguo della sua carriera, Michael Douglas pur avendo una grande professionalità sembra un pò sottono spaesato dall'intreccio degli eventi. Tecnicamente il film è ben girato, perfetti e avvincenti gli inseguimenti da parte di Nick dell'auto di Catherine e di Roxy, ottima la colonna sonora (ebbe la nomination all'Oscar). Ma a distanza di 30 anni del film rimane un solo pregio grazie alle gambe di Sharon Stone i produttori guadagnarono un sacco di soldi.
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dario
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martedì 4 agosto 2015
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furbo
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E' un'operazione a tavolino, ma realizzata con notevole mestiere. Funziona grazie alla regia, mentre la sceneggiatura è approssimativa e l'interpretazione di Douglas fuori giri. Bella a brava la Stone. Aiuta la fotografia e alcune buone scene di sesso, senza ipocrisie. Buon intrattenimento.
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fabio 3121
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domenica 31 gennaio 2021
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film che "svela" la bravissima sharon stone
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il film è ambientato a San Francisco ed inizia con una scena molto forte: una donna bionda, di cui non si vede il viso, durante un rapporto sessuale uccide il partner Johnny Boz, un ex cantante rock ora proprietario di un locale notturno, con un punteruolo rompighiaccio. L'indagine dell'omicidio viene svolta dal detective Nick Curren (Michael Douglas) in coppia con il collega Gus Moran. La principale sospettata del delitto è la scrittrice e psicologa bisessuale Catherine Tramell sia perchè era stata vista la sera dell'assassinio nel locale di Boz, con cui aveva una frequentazione basata sul sesso, sia perché in un suo libro viene narrata la identica scena dell'omicidio di uomo con un punteruolo rompighiaccio.
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il film è ambientato a San Francisco ed inizia con una scena molto forte: una donna bionda, di cui non si vede il viso, durante un rapporto sessuale uccide il partner Johnny Boz, un ex cantante rock ora proprietario di un locale notturno, con un punteruolo rompighiaccio. L'indagine dell'omicidio viene svolta dal detective Nick Curren (Michael Douglas) in coppia con il collega Gus Moran. La principale sospettata del delitto è la scrittrice e psicologa bisessuale Catherine Tramell sia perchè era stata vista la sera dell'assassinio nel locale di Boz, con cui aveva una frequentazione basata sul sesso, sia perché in un suo libro viene narrata la identica scena dell'omicidio di uomo con un punteruolo rompighiaccio. Convocata nella centrale della omicidi, Catherin Tramell viene interrogata e sottoposta alla macchina della verità. Durante l'interrogatorio la scrittrice in un elegante abito bianco (dello stilista italiano Cerruti) nell'accavallare le gambe sorprende tutti (spettatore compreso) in quanto non porta le mutandine. Dichiaratasi innocente, il detective Nick, convinto della sua colpevolezza, continua le indagini sulla stessa e viene a scoprire che la donna, a seguito della morte dei suoi genitori in un incendio su una barca, ha ereditato 110 milioni di dollari, ma anche che all'università aveva frequentato lo stesso corso della psicologa Beth Garner (Jeanne Tripllehorn) ora ex di Nick. Durante le indagini tra Nick e Catherin nascerà un gioco intrigante della seduzione che culminerà nella "scopata del secolo" per Nick "il Giustiziere" - così chiamato per aver in passato ucciso per errore 2 turisti sotto l'effetto di alcol e cocaina - di cui la scrittrice conosce molte cose della sua vita personale e lo ha preso come spunto per il protagonista del suo ultimo libro "The Shooter'. La seconda parte del film è ricca di suspence, colpi di scena e dal finale sorprendente. La pellicola, forte di una ottima sceneggiatura, rappresenta un giusto mix di generi - thriller, giallo, erotico - facendo restare incollati allo schermo senza un attimo di sosta. Il tutto è accompagnato da una azzeccatissima colonna sonora, tra le migliori del cinema di sempre. Nonostante diverse scene di sesso esplicito, le migliori sequenze sono comunque quelle dei dialoghi al vetriolo tra il detective e la scrittrice. Il ruolo di Catherin Tramell venne offerto a diverse attrici famose agli inizi degli anni '90 ma tutte rifiutarono per la presenza di troppe scene erotiche. Pertanto la parte venne affidata alla allora sconosciuta Sharon Stone la quale, aldilà della sua oggettiva bellezza e della famosa scena senza slip, in realtà "svela" tutta la sua bravura con una interpretazione eccezionale che costituisce la vera rivelazione del film: i suoi sguardi e le parole misurate ed efficaci spiazzano il detective e gli spettatori. Per Michael Douglas la conferma di un grande attore altamente credibile nel suo personaggio. In conclusione, ridurre il film alla sola scena dell'interrogatorio "hot" è poco pertinente, in quanto l'intera storia risulta davvero interessante e ben girata dal regista Paul Verhoeven. Voto: 8,5/10.
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luca scialo
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domenica 30 maggio 2021
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un buon thriller che però insegue troppo gli attori protagonisti
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Paul Verhoeven nella sua filmografia è saltato da un genere all'altro, spesso cadendo nel vuoto. Dopo le due pellicole di Fantascienza, Robocop e Atto di forza, ha realizzato questo Thriller tra cambi di produzione e polemiche ante-politiacally correct. Il risultato finale è un film tutto sommato accettabile, diventato comunque un cult soprattutto grazie alla protagonista Sharon Stone, con il suo fascino pericoloso e implacabile. Soprattutto per la scena famosa dell'accavallamento delle gambe. Accoppiata furbamente ad un altro attore molto in voga all'epoca: Michael Douglas. Il cui personaggio interpretato veniva spesso e volentieri contrapposto nei film a quello di donne tanto intriganti quanto appunto pericolose.
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Paul Verhoeven nella sua filmografia è saltato da un genere all'altro, spesso cadendo nel vuoto. Dopo le due pellicole di Fantascienza, Robocop e Atto di forza, ha realizzato questo Thriller tra cambi di produzione e polemiche ante-politiacally correct. Il risultato finale è un film tutto sommato accettabile, diventato comunque un cult soprattutto grazie alla protagonista Sharon Stone, con il suo fascino pericoloso e implacabile. Soprattutto per la scena famosa dell'accavallamento delle gambe. Accoppiata furbamente ad un altro attore molto in voga all'epoca: Michael Douglas. Il cui personaggio interpretato veniva spesso e volentieri contrapposto nei film a quello di donne tanto intriganti quanto appunto pericolose. Nella raggiante San Francisco, un rocker anni '60-'70 viene trovato morto nel proprio letto. Ucciso barbaramente con un rompighiaccio. Il caso viene affidato a Nick Curran, che in passato aveva avuto problemi di alcol e droga, naufragati nell'omicidio per errore di 2 turisti, tuttavia insabbiato dalla polizia. Nick dovrà interrogare un'affascinante scrittrite di thriller, che in un suo libro aveva descritto proprio lo stesso omicidio. La sceneggiatura, scritta nel 1980, fu subito ambita dalle case di produzione, tanto da essere messa all'asta. Ed in effetti, si trattava di un ottimo investimento dato che fu uno dei maggiori incassi degli anni '90. Mentre per il ruolo dei protagonisti furono pensati molti attori di grido. La storia è anche intrigante e credibile, ma la trasposizione patisce troppo l'accentramento dell'attenzione sui due attori protagonisti. Come purtroppo accade spesso a Hollywood, dove la sceneggiatura originaria, magari molto valida, deve poi subire il compromesso dell'appetibilità commerciale. Bella anche la fotografia.
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